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Fabio Della Pergola

Fabio Della Pergola

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  • Primo articolo sabato 09 Settembre 2011
  • Moderatore da giovedì 09 Settembre 2011
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Ultimi commenti

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 3 febbraio 2014 13:06
    Fabio Della Pergola

    A me pare che in ogni caso qualsiasi donna ha il diritto di dire quel che le pare senza che le sue parole possano essere usate per screditarla nel più infamante dei modi. Se poi è dimostrato "al di là di ogni ragionevole dubbio" che ha usato il suo corpo per ottenere vantaggi di qualsiasi tipo, allora si entra nell’ambito del mestiere più vecchio del mondo, che può essere in certi casi perseguibile per legge. Nel caso odierno quello che sconcerta è il livore verso delle deputate mai chiacchierate finora da parte di un ragazzotto completamente fuori di testa (e il fatto che molti e molte lo difendano anche)...

    FDP

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 30 gennaio 2014 18:09
    Fabio Della Pergola

    Va bene, sono disposto a darle ragione su tutto ma "fabiolino" no, per favore!

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 30 gennaio 2014 09:53
    Fabio Della Pergola

    Lei pone questo problema “Si metta nei panni di un non ebreo contemporaneo, magari in quelli di un ragazzo...” e poi si risponde da solo “Eppure ricordare lo Sterminio nazista è importante...”.

    E’ evidente che a quel ragazzo che si ribella (ma non sempre accade) a una ricorrenza che non capisce, non è stato spiegato niente o gli è stato spiegato male. E questo rimanda alla qualità degli educatori (insegnanti, familiari eccetera) che possono essere bravi oppure dei negatori, dei sottovalutatori, dei banalizzatori.

    Il mio articolo vuole evidenziare appunto questo problema, riferendosi a quella particolare categoria di educatori che possono essere ad esempio i giornalisti.

    Se si vuole forzare il Giorno della Memoria in modo da farlo diventare la commemorazione Universale di ogni atrocità, quel ragazzo non avrà imparato niente dalla ricorrenza per il semplice motivo che l’Olocausto (termine che potrebbe comprendere la Shoah ebraica, il Porajmos dei rom e ogni altro sterminio senza alcuna distinzione fra le vittime) è stato un unicum nella storia. Che in quanto unicum ha necessità di una “sua” chiara visibilità. Cogliere l’occasione per affiancargli altre atrocità, da chiunque e per qualsiasi motivo commesse, non ha che un fine che è appunto quello di negare l’unicità dello sterminio nazista. In altre parole si potrebbero semplicemente usare i rimanenti 364 giorni dell’anno per le altre commemorazioni, ma se non è questo che si chiede, il motivo c’è, va interpretato e denunciato.

    Ma l’olocasuto è unico non perché siano “uniche” le sue vittime, ma perché “uniche” sono state l’ideologia e la metodologia di attuazione. Negarne l’unicità significa annacquarne il senso e il significato; pretendendo di parlare dei bambini palestinesi uccisi – proprio nel Giorno della Memoria - ha poi un chiarissimo intento polemico antiebraico (in questo caso spiccatamente antisemita perché è piuttosto evidente che gli ebrei morti nella Shoah non hanno avuto alcun ruolo nell’uccisione di quei bambini né nella formazione dello stato di Israele che si vuole affiancare ai nazisti secondo una insensata logica politica che non riesce a capire la differenza, essenziale per la comprensione dello sterminio nazista, tra conflitto territoriale e sterminio dei ‘diversi’).

    L’unicum dell’Olocausto ha indiscutibilmente valore universale, mi guardo bene dal negarlo, proprio perché la prima e probabilmente principale ferita è quella che il nazismo ha inferto all’idea stessa di umanità. Ma che ha avuto delle specifiche vittime e non altre. E chi non fa parte delle ‘categorie’ delle vittime ha il dovere di indagare sull’appartenenza storica e culturale della ‘sua’ parte (non di se stesso che individualmente non ha avuto alcuna colpa ovviamente) e, viceversa, della parte delle vittime stesse.

    Non di limitarsi a commemorare – ché questo dà adito a una sterile ritualità – ma di indagare per sapere. Se non si sa, non si può capire e se non si capisce non ha alcun senso ricordare perché non si è fatto niente per dotarsi degli strumenti culturali per opporsi a un eventuale riproporsi dello stessa temperie politico-culturale (magari con altri, ad esempio gli immigrati islamici, al posto delle vittime).

    Naturalmente non è scritto da nessuna parte che se uno non sa o non ricorda debba per forza diventare un nazista; questo lo sostiene Odifreddi in una delle sue demenziali affermazioni pseudoscientifiche (e ormai comincio ad avere molti dubbi sulla sua intelligenza)... ma può diventare una vittima oppure un inconsapevole complice.

    In conclusione o si smette di negare il senso della Giornata della Memoria oppure è meglio abolirla. Io la vedo così.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 30 gennaio 2014 09:11
    Fabio Della Pergola

    Mi scusi sig. Baiano, le ho storpiato il nome, è stato involontario.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 30 gennaio 2014 09:10
    Fabio Della Pergola

    Caro Baiani,
    intanto la ringrazio per le parole non usuali. Però, subito dopo, devo ricordarle che nel mio articolo c’era una buona dose di provocazione. Il che forse potrebbe non essere così apprezzabile. Naturalmente con questo non voglio dire che sarei ’contro’ una Universale Giornata del Ricordo delle innumerevoli nefandezze che l’umanità si è causata da sola, tutt’altro. Nè penso che esistano vittime di serie A e vittime di serie B, anche se avrei molti dubbi ad equiparare i tedeschi caduti durante la guerra - anche i civili che avevano acclamato Hitler fino a pochi giorni prima - agli ebrei morti nei campi. Per questo temo che nella "universalità" della Memoria si possano perdere troppe sfumature storiche che è invece necessario fare e opportuno ricordare accanto alle vittime.

    Quanto ai cristiani assassinati non saprei come fare a contarli e a confrontare quei numeri con il numero dei non cristiani trucidati. Quello che temo è che lei identifichi i cristiani martiri i preti e le suore uccisi o tuttalpiù con il popolino che spesso è stato carne da macello negli scontri interreligiosi (che però sono stati spesso intercristiani in particolare tra cattolici e protestanti).
    "Cristiani" erano invece anche i potenti di quell’occidente che hanno rappresentato nei secoli la maggior potenza espansiva e sterminatrice della storia. Cristianissimi erano i re spagnoli che hanno colonizzato l’america centrale e meridionale provocando la morte di centinaia di migliaia di indios. Cristiani erano i regnanti portoghesi, francesi, inglesi e olandesi che hanno colonizzato il resto del mondo o quasi. Cristiani erano i crociati, i cacciatori di ebrei e i bruciatori di streghe. E "cristiano rinato" era quel Bush che ha provocato la più inutile e sanguinosa guerra dei tempi moderni. E si potrebbe continuare a lungo. Per essere una religione "dell’amore" temo che abbia dato pessime prove di sé. Non me ne voglia. Prima di essere uno dei tanti opinionisti, ho un’antica passione da storico che non sta mai zitta.
    Saluti

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