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Rocco Pellegrini

Rocco Pellegrini

Lavoro come sistemista in progetti sulla comunicazione; programmo in python, ruby ed amo i linguaggi dinamici; studio la rete e l'evoluzione del sistema dei media.

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  • Primo articolo martedì 09 Settembre 2008
  • Moderatore da mercoledì 09 Settembre 2008
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Ultimi commenti

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 18 giugno 2009 12:36
    Rocco Pellegrini

     il proptotipo è interessante ma 80 km l’ora ed i kw di cui parli sono troppo ma troppo poco per le nostre abitudini che vanno cambiate ma che difficilmente saranno stravolte. La potenza di questa macchina è quella di un motorino ed il paragone con Linux mi sembra affascinante ma poco pertinente.... essendo Linux più veloce di Windows e quindi, per molti versi, più potente.
     Comunque l’articolo è utile perchè tutto quello che favorisce il cambiamento è degno di attenzione.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 17 giugno 2009 21:57
    Rocco Pellegrini

     non credo, Aragorn, che i comboniani pensino di poratre in Italia l’universo mondo della miseria e del sottosviluppo: sarebbe un pensiero infantile oltre che corto. Quel che, a mio parere, pensano e che si intravede in questo articolo è che noi dobbiamo occuparci delle loro condizioni di vita qui e li se non vogliamo ridurci a delle livide e ciniche pance piene come già siamo. Ci sono molte cose vere nel tuo ragionamento e ci sono anche molte responsabilità nelle religioni ma quando le cose degerano come in questi tempi ognuno di noi deve scegliere se aiutare o meno la gente che soffre ed i comboniani sono tra quelli che hanno deciso di aiutarla.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 17 giugno 2009 10:56
    Rocco Pellegrini

    trovo l’articolo un pò forzoso. Al di là del giufizio personale di Obama il leader degli americani è un uomo pragmatico e concreto: ha dei prroblemi da risolvere come Guantanamo, B si è reso disponibile, ok mister B. 
    Questa è la sostanza dell’incontro il resto è ideologia....

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 11 maggio 2009 11:56
    Rocco Pellegrini

     lo scontro tra Mediaset e Google può essere definito lo scontro tra il nano ed il gigante. Il nano questa volta si riferisce naturalmente al nostro però non è una civetteria grilliana ma un semplice calcolo economico.
     Noi italiani vediamo l’uomo di arcore ed il suo impero come una cosa sterminata, una sorta di potenza nucleare ma questo è un dato totalmente infondato frutto del nostro provincialismo. Due calcoli aiutano a concretizzare. Quanto vale Mediaset? Il link ci dice che vale 4.98 miliardi di euro. Per paragonarli a Google convertiamo il valore in $ ed otteniamo 6.78 milardi di $. Sempre la rete ci dice che Google vale 128.7 miliardi di dollari. Dunque, se la matematica non è un’opinione il nostro grande uomo vale il 5,26% di Google.
     E’ o non è un nano sul serio a queste dimensioni? Tutto è relativo nella vita ed in questo caso il "grande gruppo italiano" è poco più di una caccola, come si dice a Roma, nei numeri veri del mondo.
     Perchè tutto questo ragionamento? Perchè, a parer mio, chi vincerà la battaglia di cui parla quest’articolo dipende dalle forze reali che vi stanno dietro. E quelle di mediaset sono ben poca cosa contro quelle del gigante della ricerca di rete. La Francia voleva fare una legge a favore delle telecom contro la net neutrality ed il parlamento ha detto di no.
     Ci hanno riprovato al parlamento europeo: no nuovamente. Adesso chi deciderà la partita un tribunale italiano condizionato da un fregoli, tanto grande per noi quanto minuscolo nei conti veri del mondo? No, lasciamo stare. Fotunatamente c’è Obama e gli americani hanno deciso a favore della net neutrality, non sarà un piccolo paese malato di provincialismo e d’ignoranza a cambiare il destino del mondo e la forza emersa e fulminante della rete.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 10 maggio 2009 20:38
    Rocco Pellegrini

     si Patrizio, teniamo alta la protesta e continuiamo ad opporci. Proprio mentre il governo tronfio annuncia nuove operazioni riuscite, cioè nuove deportazioni, finalmente qualcosa si muove e qualche giornalista è riuscito ad entrare nei campi libici. Riporto l’articolo del Corriere della Sera per chi non l’avesse letto, che conferma le condizioni in cui vivono questi poveracci, gli schiavi el nostro tempo.



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