“Permessi di soggiorno in nome di Dio”. Il futuro possibile dei missionari comboniani

par Grazia Gaspari
mercoledì 17 giugno 2009

Verranno distribuiti in numerose città italiane. Il gesto “simbolico ed etico” viene da Castel Volturno in occasione della giornata mondiale del Rifugiato.

Padre Giorgio Poletti dice: “siamo contro il pacchetto sicurezza e contestiamo i respingimenti e il reato di clandestinità, voluti dalla legge e riteniamo che la Lega sia un movimento eversivo all’interno dello Stato, e crediamo che produrrà un futuro molto negativo”.

“Abbiamo vissuto in Africa, anche sotto regimi dittatoriali e pur in tempi di persecuzione religiosa mai gli Africani hanno mancato di rispetto verso di noi. I “Permessi di soggiorno in nome di Dio” sono un riconoscimento ufficiale del diritto di esistere che il Padre concede a tutti i suoi figli. È il Dio unico che riconosciamo con Nomi diversi e anche chi si dichiara ateo, ma opera per la giustizia, opera per i diritti degli “altri” soprattutto dei più poveri, è vicino al cuore del Dio unico”.
 

Preparativi e iniziative fervono per le manifestazioni del 20 giugno, in occasione della giornata mondiale del Rifugiato che si terranno in numerose città italiane. Non mancano tuttavia episodi di intolleranza.

Ad esempio, martedì scorso, ad Agrigento mentre si stava allestendo il palco del meeting organizzato dai missionari comboniani, è cominciata - racconta Tano Siracusa - una caccia all’uomo che è durata alcuni minuti. La caccia è stata all’uomo nero, alle decine di uomini di colore che a quell’ora vendono la loro merce sul marciapiedi. Ad inseguirli fra i tavoli dei caffè, fra lo stupore, il panico e poi l’indignazione di molti presenti alla scena, erano altri uomini, in borghese, alcuni con la divisa dei carabinieri. A dare voce alla piccola folla inizialmente ammutolita è stato padre Gaspare Di Vincenzo, che ha denunciato con forza come avesse avuto rassicurazioni da parte del Questore che la serata si sarebbe svolta in un clima sereno, senza disordini e tensioni. Un uomo di colore è stato comunque fermato e portato in caserma. Più tardi, dalla pedana, davanti ad una piccola folla che si è trattenuta fino a tarda sera, don Gaspare Di Vincenzo ha spronato la Chiesa a stare dalla parte degli ultimi, dei perseguitati, dei profughi, dei poveri, di tutti coloro che fuggono dall’impossibilità di vivere nei propri paesi” con intelligenza e raziocinio, ma anche con passione e fervore.

Fervore e passione. Così Martin Luther King, il 28 agosto 1963, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, parlò all’America di un sogno, il suo sogno.

Sembrava impossibile che bianchi e neri potessero camminare assieme, invece dopo 46 anni, un uomo di colore è diventato presidente degli Stati Uniti.
 
Oggi, di fronte ad un governo che ha adottato misure draconiane nei confronti dei clandestini (pacchetto sicurezza) e la linea dei “respingimenti” in mare e di fronte ad un’opinione pubblica che convalida queste scelte (vedi risultati elettorali) anche se una certa fascia si è tirata indietro, cosa può fare chi crede che l’uomo, bianco o nero, africano o asiatico, ricco o povero abbia sotto lo stesso cielo, gli stessi diritti?

Così, i missionari comboniani di Castel Volturno,  (uomini che hanno vissuto sulla propria pelle la dura realtà africana, per portare quello sviluppo e quel messaggio etico e culturale che nessun paese o governo o comunità internazionale è stato finora in grado di avviare) hanno deciso in questa occasione, un gesto simbolico e dirompente: distribuire, alla faccia del potere costituito: “Permessi di soggiorno in nome di Dio”.

 “Abbiamo scelto questa azione – dice padre Giorgio Poletti, superiore della comunità e Parroco di Santa Maria dell’Aiuto - perché crediamo che i migranti abbiano bisogno, come tutte le persone, della propria dignità.

Uno dei processi più comuni è quello di trasformare un povero in un mendicante.
 Con i “Permessi di soggiorno in nome di Dio” vogliamo dire che gli immigrati non sono persone da mettere sotto tutela, ma uomini e donne creati ad immagine di Dio con tutta la dignità che ne deriva. Steve Bantu Biko, espressione della parte sana del Sud Africa, quella che lottava contro le Bantustan (le terre in cui venivano confinati i neri) disse che “l’arma più potente nelle mani degli oppressori è la mente degli oppressi”. Ci piacerebbe che la distribuzione dei “Permessi di soggiorno in Nome di Dio” potesse essere un altro passo avanti verso la liberazione da ogni colonialismo mentale”.

Non è la prima volta che i missionari comboniani di Castel Volturno, zona campana di frontiera, ricorrono a gesti simbolici di forte contestazione morale, a ricordare che per quanto i potenti possano osare, il loro potere è pur sempre una nullità rispetto a quello trascendente. Infatti, già 5 anni fa si incatenarono alle sbarre delle finestre della questura di Caserta per 10 giorni per bloccare le rappresaglie contro gli africani. Una protesta che ebbe eco in 25 città italiane e coinvolse centinaia e migliaia di persone, gruppi e associazioni anti-razziste.
 
“I Permessi di soggiorno in nome di Dio” sono dei veri e propri attestati simili a quelli in distribuzione presso le questure – dice ancora padre Giorgio Poletti - Il valore è simbolico, ma serve a dare all’immigrato una piccola identità. Non ci aspettiamo che vengano in molti con la situazione che c’è ora in Italia, ma non fa nulla…. come cristiani abbiamo il dovere sempre e comunque di dire e di fare qualcosa. Oltretutto bisogna ragionare e non lasciarsi irretire dalle fandonie. Al governo e alla sua stampa piace soffiare sul fuoco, sbattere mostri in prima pagina e soprattutto, giocare con le emozioni della gente. Ma i potenti stanno mentendo.
 
La prima bugia è che gli immigrati devono essere aiutati nei loro paesi d’origine. Questa affermazione racchiude tutte le ipocrisie degli stati del nord del mondo. Basta solo dire che nessuno degli stati dell’Unione Europea raggiunge l’obiettivo di devolvere lo 0,7% del Pil all’aiuto allo sviluppo secondo quanto stabilito dalle Nazioni Unite negli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo. L’Italia è al penultimo posto tra gli stati europei.

La seconda bugia – dice ancora padre Giorgio - riguarda la scelta di respingere i barconi, una scelta odiosa, inefficace, passata per grande gesto di fermezza. In realtà un altro spot. I dati parlano chiaro: solo il 10% degli immigrati senza permesso di soggiorno è arrivato a Lampedusa o Pozzallo. Il 50% arriva in aereo con un visto turistico che poi si lascia scadere. Il 40% arriva via terra o per nave. Ad Ancona per esempio, ogni anno le forze di polizia rispediscono al mittente 2.550 “clandestini”.
 
“Esiste solo una terra che noi uomini abbiamo diviso, parcellizzato, alzato muri negando il diritto ai popoli di avere una loro terra – è scritto in un articolo scritto dai comboniani su il Mezzogiorno.Net - Abbiamo creato proprietà per difendere i nostri beni dall’assalto degli affamati e dei poveri, di un continente in continuo movimento. È vergognoso che vicino al ricco che ozia nella piscina ci siano persone che muoiano di fame. L’umanità comune, il diritto ad una esistenza dignitosa è ciò che Dio vuole ed è anche il futuro che dovrebbe diventare possibile” 
 

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