Google studia le rinnovabili. Quale sarebbe il risparmio usandole?

par Rocco Pellegrini
mercoledì 29 giugno 2011

C'è uno studio di Google sulle rinnovabili che ci racconta anche il nostro futuro se entriamo decisi nello sviluppo delle rinnovabili.

Google ha prodotto un notevole studio per capire quali vantaggi si potrebbero ottenere da una politica aggressiva sulle rinnovabili negli USA.

La cosa ci riguarda molto perché noi veniamo da un referendum nel quale abbiamo, giustamente, rinunciato al nucleare ed ora bisogna puntare con determinazione sulle rinnovabili perché la politica energetica è la base di tutto il resto nell'economia di un paese.

Questo studio è tutto molto interessante e, per introdurre ed invogliarne la lettura analitica, mi limito a riportare l'essenziale adattandolo, con qualche calcolo elementare, al nostro paese.

Nella prima pagina del documento, introducendo lo studio, Google si pone queste tre domande:

  1. Quanto potrebbero le tecnologie energetiche pulite contribuire alla nostra economia e alla sicurezza energetica
  2. Quanto potrebbero ridurre le emissioni di carbonio per mitigare il cambiamento climatico?
  3. Possiamo soddisfare simultaneamente gli obiettivi della nostra società di crescita economica, sicurezza, e de-carbonizzazione?

Per tentare di rispondere a queste domande, abbiamo creato un modello per misurare l'impatto dell'innovazione nei settori chiave dell'energia: energia pulita, immagazzinamento di energia (batterie, celle a combustibile), veicoli elettrici e gas naturale, ottenute usando politiche energetiche pulite.

Sinteticamente: l'innovazione nell'energia pulita potrebbe accelerare la crescita economica e migliorare la sicurezza energetica, riducendo in modo significativo l'inquinamento da carbonio. 

Tutte le tecnologie all'avanguardia e gli scenari di politica qui esaminate comportano una sostanziale crescita dell'occupazione e di tutto il paese entro il 2030. 

Innovazioni all'avanguardia nel campo dell'energia pulita aggiungono 155 miliardi dollari l'anno in termini di PIL, creano 1,1 milioni di nuovi posti di lavoro l'anno, riducendo al tempo stesso i costi energetici delle famiglie di 942 dollari l'anno, riducono il consumo di petrolio di 1,1 miliardi di barili l'anno e tagliano le emissioni di carbonio del 13% entro il 2030 rispetto al BAU (Business As Usual).

 

 

Riportando questi dati all'Italia, cioè applicando una politica aggressiva come quella indicata dal documento al nostro paese, tenendo conto che il PIL americano nel 2010 secondo il Fondo Monetario Internazionale vale 14.657.800 milioni di $ mentre quello dell'Italia ne vale 2.055.114 i valori indicati per gli USA così verrebbero attuati per il bel paese:

21,73 miliardi $ l'anno aggiunti al PIL

154.226 nuovi posti di lavoro l'anno.

943 $ l'anno di risparmio energetico per famiglia.

13% di taglio delle emissioni rispetto al BAU.

Sono dati assai incoraggianti e bisognerebbe decidere di metterli in pratica al più presto possibile, nell'interesse di tutti.


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