Motore a idrogeno per un’auto sostenibile

par francesco venuto
giovedì 18 giugno 2009

Presentata a Londra una vettura per molti versi rivoluzionaria

La sostenibilità, parente stretta dell’efficienza energetica, è un tema che lentamente sta entrando tra quelli che consideriamo importanti.
Non è ancora sentito come un’esigenza, purtroppo: pochi si preoccupano del fatto che di solito, per trasportare i nostri 70 o 80 chili spostiamo oltre una tonnellata di ferraglia spendendo e inquinando. Le auto attuali, e soprattutto quelle che ci attraggono di più, non mirano ancora alla sostenibilità.

La Riversimple è una piccola azienda britannica che ha invece come obiettivo primario quello di creare un’auto sostenibile, energeticamente efficiente.
E’ nata così una concept car a idrogeno, la RUC (Riversimple Urban Car), presentata il 16 giugno a Londra.
Nei piani dell’azienda dovrebbe essere sul mercato presto, entrando in produzione in serie nel 2013.

Come le altre automobili a idrogeno, usa una cella a combustibile (da 6 kW) che combina idrogeno e ossigeno, scartando semplicemente vapor acqueo.
Dispone di quattro motori elettrici, uno per ogni ruota, sviluppati dall’Università di Oxford per spingere i 350 chiogrammi dell’auto a una velocità massima di 80 chilometri orari. I motori rigenerano l’energia durante la frenata, per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza.

Una citycar superleggera in stile Smart quindi, non una sportiva da grido o un’auto per viaggi lunghi.

La RUC non sarà venduta, ma concessa in leasing al prezzo di circa duecento sterline (poco meno di 240 euro), compreso il carburante presso una stazione di rifornimento costruita dall’azienda.



Innovativa anche la formula opensource che il progetto prenderà: chiunque potrà partecipare al miglioramento del design.
E’ l’unico modo di sopravvivere - sostiene la Riversimple - alla competizione con colossi come Toyota, Honda e Fiat. I contributi aperti potranno ridurre i tempi di sviluppo, generare prodotti più affidabili, guidare la creazione di standard comuni e abbassare i costi dei componenti.

Alzi la mano chi non ha pensato per una attimo a Linux e Windows.

Il problema principale da risolvere resterà la disponibilità del carburante. La creazione di una rete distributiva sembra un compito troppo grande per la piccola azienda britannica, che probabilmente conta anche sulla community opensource per smuovere l’opinione politica.

Non lo vedo un compito facile, ma anche Linus Torvalds probabilmente non immaginava cosa sarebbe diventato Linux.

Fonti:
http://www.riversimple.com
http://www.newcientist.com


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