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Fabio Della Pergola

Fabio Della Pergola

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  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 20 ottobre 2013 21:36
    Fabio Della Pergola

    << 1 - "Perché quindi sembra che la Shoah sia diventata una tragedia solo ebraica?"
    Lo sterminio nazista non è una tragedia solo ebraica, non risulta che qualcuno l’abbia mai detto. >>

    Figuriamoci se qualcuno è così ingenuo da dirlo. Lo si fa accadere e basta.

     

    Questa è solo una sua insinuazione. Basta parlare di sterminio o persecuzione nazista (anziché di Shoah) e si universalizza ciò che notoriamente non riguardò solo gli ebrei.

     

    << Ma la Shoah (termine che indica lo sterminio degli ebrei) >>

    Ho usato questo termine perché, come dicevo sopra, lo Sterminio nazista è diventato sinonimo di Sterminio degli ebrei.

     

    Bastava chiamarlo porrajmos e diventava "sinonimo" di sterminio dei rom ? No, ogni vittima ha dato il "suo" nome a ciò che è accaduto. Sta a lei usare il termine corretto, senza accusare questa o quella categoria di vittime di aver occupato il palcoscenico del dolore.

     

    << lo è perché solo per lo sterminio degli ebrei si è proceduto con modalità ideologiche particolari e non ancora chiarite: la shoah è "unica" non perché gli ebrei sono le uniche vittime di uno sterminio (ovviamente), ma perché la logica sterminatoria era "unica" in quanto rispondeva a paradigmi non applicabili ad altri. In altre parole era "unica" la mentalità nazista nei confronti degli ebrei. >>

    Il Nazismo afferma la superiorità della "razza" ariana, di conseguenza afferma l’inferiorità delle altre "razze" e il dovere prioritario di salvaguardare la purezza ariana dalla loro contaminazione. Gli ebrei in Germania erano tedeschi, parte della storia e della cultura tedesca, ma razzialmente inferiori, diversi. Una cosa intollerabile per i nazisti. Basta questo per giustificare il motivo per cui agli ebrei è stato riservato l’impegno maggiore nello Sterminio. Naturalmente sono stati usati tutti gli stereotipi negativi sugli ebrei per dare maggiore supporto al progetto di genocidio: da quelli di matrice cattolica a quelli di origine popolare.

     

    Non risulta che ad altre “razze” sia stata applicata la stessa logica di sterminio. Al punto che con latini e giapponesi (e anche con altri) ci si poteva pure alleare. La motivazione razzista non è considerata dalla storiografia contemporanea come un motivo sufficiente a spiegare lo sterminio. Quindi la shoah è “unica”, nel panorama dei numerosi genocidi accaduti nella storia, per le motivazioni a monte del suo accadere, non ancora chiarite fino in fondo. Sicuramente è stato anche un culturicidio (oltre che un genocidio) e questo potrebbe aprire nuove vie per la sua comprensione. Resta il fatto che lo sterminio degli ebrei non è “unico” perché gli ebrei sono “unici” o “speciali”; il cortocircuito in questo senso è molto diffuso fra i critici, ma è un’emerita stupidaggine.

     

    << 2 - "La punizione collettiva ad esempio, o la negazione dei diritti civili di milioni di persone, sono una pratiche riconducibili ai principi del Nazismo che Israele pone in essere da decenni"
    No, queste sono pratiche di qualsiasi stato autoritario ma non sono affatto caratterizzanti il nazismo. Hai un’idea del nazismo molto riduttiva. Come Odifreddi che prende le 300 vittime delle Fosse Ardeatine per concludere che il rapporto fra le vittime era di 10 a 1. Da cui deduceva poi che Israele era peggio dei nazisti perché il rapporto fra le vittime di Piombo Fuso era peggiore. Naturalmente basta cambiare il paradigma (prendere ad esempio il ghetto di Varsavia dove il rapporto fu di 5000 a 1) per far cadere tutta l’impalcatura "logica".>>

    Quello che non cade, al di la delle proporzioni numeriche, è il fatto che venga ritenuto legittimo e moralmente accettabile punire una intera comunità per punire le azioni commesse da alcuni suoi membri. Questo significa che si ritengono collettive le colpe dei singoli, che è una intera categoria umana ad essere ritenuta colpevole: bambini, donne, vecchi, uomini pacifici compresi.
    Poco importa se a definire la categoria umana che si ritiene legittimo punire sia la "razza" o la cultura o l’aspetto fisico o altro; quello che conta è che si ritiene passibile di punizione chiunque ne faccia parte per il solo fatto che ne fa parte, non per le sue responsabilità o caratteristiche individuali.
    Non a caso gli atti conseguenti a questo modo di vedere le cose sono considerati criminali secondo la nostra civiltà giuridica.

    Ancora. Se si ritiene una categoria umana, diversa da quella di cui si fa parte, collettivamente responsabile allora si vede anche la categoria umana di cui si è parte come collettivamente e moralmente legittimata a punirla. Questo ci porta molto vicino ai principi del Nazismo che hanno fondato lo Sterminio di intere categorie umane per colpe o caratteristiche collettive. La differenza è più quantitativa che qualitativa. 

     

    Sbagliato. C’è una differenza fra la colpa collettiva (sempre esecrabile ovviamente) applicata in caso di conflitto, cioè la punizione per ciò che è stato fatto o che qualcuno ha fatto, e lo sterminio predeterminato di un popolo per il semplice fatto di essere "quel" popolo e non un altro. Del primo caso ci sono molti esempi nella storia, non solo quelli tedeschi: in cecenia, tibet, curdistan eccetera. Anche in Palestina ovviamente, ma anche da parte di palestinesi contro civili israeliani. Che cosa sono gli attentati contro i civili se non una punizione collettiva e indiscriminata di una comunità a fronte della colonizzazione ?


    E’ la sua conoscenza del Nazismo ad essere riduttiva mi pare.

    Ripeto quello che ho già detto.


    << 3 - "Celebrare il proprio ruolo di vittime del Nazismo per nascondere certe contiguità con esso significa strumentalizzare la Shoah, e questo è immorale e detestabile"
    Negare il ruolo di vittime del Nazismo agli ebrei per negare la legittimità dello stato di Israele "significa strumentalizzare - in negativo - la Shoah, e questo è immorale e detestabile".>>

    Sono due cose non in relazione tra loro. Al solito: per stornare le accuse verso certe tattiche comunicative del regime sionista è d’uopo accusare chi le muove di avere altre intenzioni con la tecnica dello straw man.
    Io non nego affatto che gli ebrei siano stati vittima del Nazismo e non ci penso nemmeno a negare legittimità allo stato di Israele. Dove lo ha letto?


    Celebrare il proprio “ruolo” di vittime del nazismo si chiama memoria storica. Per nascondere certe contiguità... è la sua deduzione a cui ho risposto sopra. E naturalmente non ho detto che lei nega legittimità allo stato di Israele, dove l’ha letto?


    << Proporre di vietare per legge le teorie negazioniste è sbagliato, illiberale e controproducente. >> D’accordo.

    ok

     

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 20 ottobre 2013 20:56
    Fabio Della Pergola

    " Debbo dire che io non ho assolutamente affermato che le persecuzioni contro gli ebrei non ci sono state. Le persecuzioni contro gli ebrei ci sono state. Sono state persecuzioni che hanno assunto anche forme crudeli. Come revisionista non ho alcuna difficoltà a riconoscere, ad ammettere, a constatare, che dei sanguinosi massacri sono stati consumati, nella Polonia, in Lituania, nell’Unione Sovietica occupata ecc. ai danni degli ebrei. Contesto che sia esistito un progetto nazista di sterminio degli ebrei, mentre il progetto nazista era quella di una cacciata generale degli ebrei fuori dal territorio occupato dalle potenze dell’asse"...

    queste sono parole di un noto revisionista che si chiama Cesare Saletta il quale contesta che sia esistito un piano preordinato di sterminio, mentre ammette che ci fosse un piano di espulsione degli ebrei dalla Germania. Questa cosa è indiscutibile, ma solo fino alla conferenza di Wansee del gennaio ’42 (anche se ci sono tracce anche precedenti). Dopo di allora, constatata l’impossibilità dell’espulsione (progetto Madagascar) si pianificò lo sterminio.

    Sul piano preordinato di sterminio (dal ’42) sono inconfutabili i dati di Hilberg e le ammissioni di Eichmann durante il suo processo, oltre che le numerosissime testimonianze testuali e video grazie al progetto di Spielberg.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 20 ottobre 2013 20:38
    Fabio Della Pergola

    Beh "stanno diventando tutti matti"... era un modo di dire. Credo che se uno pretende di imporre pubblicamente un silenzio censorio a questi livelli e in casa d’altri o è matto o è un fascista. Quindi dargli del matto è l’opzione meno sgradevole.

    In ogni caso seguiamo le vicissitudini de l’Unità perché, come già detto, l’azionista di riferimento è ora un giovane editore sicuramente non compromesso con la storia ambigua del partito democratico ed esente da giochi di bottega. Quindi, stiamo a vedere.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 20 ottobre 2013 16:15
    Fabio Della Pergola

    Intanto oggi su La Stampa una autodifesa di Odifreddi qui http://www.lastampa.it/2013/10/20/c... dove cita la frase incriminata del suo blog «non avendo mai fatto ricerche al proposito, e non essendo comunque uno storico, non posso far altro che uniformarmi all’opinione comune, pur essendo cosciente del fatto che di opinione si tratti» dove ha curiosamente omesso di completare la frase che nel blog finiva così "...e che le cose possano stare molto diversamente da come mi è stato insegnato". Furbacchione. Ha soprasseduto sull’ambiguità di un’espressione che apriva, senza ombra di dubbio, alle tesi negazioniste, salvo poi rivendicare anche a sé le morti ebraiche come morti dell’umanità tutta.

    Molto secca la risposta del direttore de La Stampa, Mario Calabresi, qui http://www.lastampa.it/2013/10/20/c...

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 20 ottobre 2013 13:50
    Fabio Della Pergola

    "Apologia del negazionismo" è una locuzione che significa molto, invece. Significa esaltare la deliberata cancellazione di dati concreti ritenendoli dati di fantasia.

    Il negazionismo è questa "deliberata cancellazione" di dati certi e provati sulla base di testimonianze e documentazione ampia e condivisa da centinaia e forse migliaia di storici ed è altra cosa dal revisionismo che, partendo da una definizione condivisa del quadro storico, ne affronta singole parti per completarne la comprensione d’insieme anche rivedendone, alla luce di fatti nuovi o diversamente interpretati, alcuni elementi. Dire che i morti ebrei furono sei milioni o tre milioni o venti milioni come affermano alcune recentissime ricerche, è indipensabile per mettere a punto la verità storica nei dettagli, ma non mette in discussione il complessivo quadro sterminatorio nazista, come fa invece un negazionista (le camere a gas non servivano per uccidere, ma solo per disinfettare).

    Il resto di questi commenti sono le solite fanfaluche di chi crede di essere l’unico a conoscere Rassinier (non Rassiner) e Garaudy o Irving e Faurisson eccetera e si permette di definire gli altri "idioti e pericolosi" e "balocchi" o allocchi (non alocchi).

    Si potrebbe chiedere se il commentatore conosce.... e tirare giù un elenco di qualche centinaia di nomi, con Hilberg e Poliakov in testa naturalmente, ma anche un’infinità di altri, oltre ai già citati Pisanty, Vercelli e Picciotto; o ancora Levi e le mille testimonianze dei reclusi nei campi; ma sarebbe probabilmente inutile. Uno che ha il problema dei "debunker" non ha assimilato granché della ricerca storica.

    Speriamo che non perda tempo a leggermi, perché non troverà mai nessuna comprensione né curiosità né simpatia per gli argomenti che lui ritiene interessanti per sé. Quindi inutile stare a discutere.

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