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Fabio Della Pergola

Fabio Della Pergola

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Ultimi commenti

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 11 ottobre 2013 15:40
    Fabio Della Pergola

    Il grande giornalista se la cava davvero con poco "in Italia abbiamo troppi delinquenti e poche celle". Ma naturalmente non si affronta il problema che abbiamo leggi idiote che definiscono "deliquenti" quelli che lo sono solo nella testa di Bossi, Fini e Giovanardi (oltre che Travaglio).

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 10 ottobre 2013 11:52
    Fabio Della Pergola

    Non ho mai detto di firmare a casaccio. Personalmente ho firmato su alcune proposte, ma non su tutte, perché anch’io cerco di usare la testa, visto che ne ho una e non saprei che farci se non per pensare. Quello che contesto, in fondo - ed è vero che mi ci sono surriscaldato perché la cosa mi ha fatto imbestialire - è il fatto, molto presente anche nei commenti a questo articolo ma non solo, che non si sono firmati i referendum in quanto “proposti dai radicali”, per l’inaffidabilità dei radicali. Non nel merito delle proposte quindi, ma per una sorta di dispetto, di ripicca antiradicale, che mi sembra una cosa del tutto priva di senso, così stupida e infantile da non riuscire a crederci.

    Intanto così si è perduta un’occasione di intervenire sulle scelte politiche, cosa ampiamente preclusa al popolo bue da sempre. In particolare sui quesiti a carattere "civile" che erano i primi sei proposti.

    C’è poi un fatto assolutamente rilevante: firmare per i referendum non significa abrogare la legge, ma fare in modo che la questione diventi di pubblico dominio e che i politici si debbano esprimere senza infingimenti portando la questione nel dibattito pubblico. Argomenti difficili ? Sì, certo, ma argomenti su cui avremmo potuto discutere, argomentare, dibattere, approfondire e, al limite, cambiare idea. Ma almeno parlare. Oggi invece non si parla. Non si discute mai se non in quei guazzabugli televisivi che ti fanno venire voglia solo di ricorrere alla ghigliottina. Non si approfondisce mai niente. Ogni partito ritiene di avere il diritto di dire tutto e il contrario di tutto...poi deciderà nelle segrete stanze. E lo stesso fa il M5S che si era presentato come l’alternativa realmente democratica, poi in realtà decidono il gatto e la volpe.

    Oggi sull’onda della commozione per il naufragio di Lampedusa, Repubblica raccoglie le firme. Per abrogare la stessa legge Bossi-Fini che faceva parte del pacchetto radicale.

    In prima fila i soliti noti, dai big del PD a Dario Fo e via discorrendo. Dibattito ? Zero. Utilità ? Zero. Tutto viene rimandato ancora ai politici che “ci penseranno loro”. Ma come ci sentiremo la coscienza a posto se avremo speso venti secondi a firmare !

    “Volete cittadini informati e consapevoli o branchi di pecore che firmano in massa senza capire neanche di cosa si tratti?” mi chiedi, dandomi del voi. Io vorrei che si dibattesse, ma questo non è possibile, proprio perché i referendum non sono passati, non per il contrario! Nessuno si esprimerà mai sulle problematiche del ’divorzio breve’ ad esempio. O sull’ottoxmille. O sulla Fini-Giovanardi che ha equiparato le droghe leggere alle droghe pesanti e grazie alla quale un terzo dei carcerati (poi si parla si sovrappopolamento delle carceri) sta dentro per spaccio di spinelli.

    C’è un’obiezione giusta in quello che dici: troppi referendum. Si è volutamente aggregato in un secondo tempo quelli sulla giustizia – su cui peraltro in parte concordo (ma non su tutto) – a quelli di carattere civile. E sicuramente i radicali contavano sull’effetto traino. Non mi è piaciuto, ma così è andata. Tanto per chiarire, io non sono un iscritto radicale né ho alcuna voce in capitolo nelle scelte del partito radicale; a volte approvo e a volte disapprovo. Ma almeno riconosco che propongono di dibattere, non di infilare qualsiasi cosa sotto al tappeto ché poi ci pensa qualcun’altro.


  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 10 ottobre 2013 11:10
    Fabio Della Pergola

    Ho l’impressione - ma bisognerà vedere che succede - che se avessero voluto davvero salvare Berlusconi avrebbero dovuto affrontare la questione amnistia un annetto fa, senza aspettare la condanna definitiva. Aver aspettato la sentenza di cassazione mi pare invece un apprezzabile attendismo, tanto che B. stesso si è lamentato "Napolitano avrebbe potuto parlare prima"...

    Sul problema delle carceri la questione è spinosa. Ma ci sono due leggi - quelle che i Radicali avevano proposto di abrograre tramite referendum, ma non hanno raccolto firme a sufficienza - che riempiono le galere di gente che in galera non dovrebbe starci: il reato di clandestinità è un obbrobrio giuridico e equiparare droghe leggere a droghe pesanti è un’idiozia che sta solo nella testa di Giovanardi (e quasi un terzo dei carcerati è dentro per traffico di spinelli).

    Derubricando questi ’reati’ a comportamenti al limite illeciti’, cioè sanzionabili con un’ammenda, si risolverebbe il problema del sovrappopolamento carcerario anche senza ricorrere a amnistie di dubbia finalità.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 9 ottobre 2013 08:47
    Fabio Della Pergola

    Può darsi che io sia molto ingenuo, ma continuo ad attenermi ai fatti, come lei suggeriva.

    1 - "Territori contesi" è la definizione data dalla diplomazia israeliana, non da me ovviamente, credevo che lo sapesse."Territori occupati" è la definizione data da parte palestinese e dalla diplomazia internazionale.
    E’ scontato che sono definizioni che hanno un contenuto ideologico che deriva dalla definizione che si dà della linea verde del ’48: “linea armistiziale” (come fu) oppure “confine” (come si definisce spesso: vedi i continui riferimenti ai "confini del ’67" intendendo con questo la linea precedente il conflitto del ’67).

    La realtà è la prima perché la linea verde non corrisponde ai confini (peraltro non ben definiti) tracciati con la delibera ONU che sanciva la nascita di Israele nel ’48. Quindi non è mai stato il “confine” tra Israele e l’ipotizzato stato palestinese. Violando nel ’67 la linea verde del ’48 gli stati arabi ne hanno di fatto annullato il valore di linea armistiziale, imponendo di tracciare una nuova linea armistiziale alla fine dei due conflitti ’67 e ’73. Questo non è mai avvenuto perché poteva avvenire solo con una trattativa fra le parti. Trattativa che avrebbe dovuto svolgersi fra Egitto, Siria, Giordania da una parte e Israele dall’altra. Ma, ecco l’inghippo, dei tre stati arabi due, Egitto e Giordania si sono ‘ritirati’ da quei territori - sottoscrivendo la pacificazione con Israele solo sulla base del loro territorio metropolitano - lasciando la patata bollente relativa a Gaza e West Bank nelle mani della galassia palestinese, mentre la Siria è semplicemente rimasta da allora in uno stato di guerra senza più guerreggiarla. Con l’OLP-Fatah-ANP è iniziato il balletto negoziale che dura tuttora. Quindi non sono mai stati tracciati né confini definitivi e condivisi né una linea armistiziale post ’73 perché la trattativa non ha mai visto la fine.

    La comunità internazionale continua a pensare alla linea verde del ’48 come tracciato di riferimento (e quindi parla di” territori occupati” perché il diritto internazionale vieta di ‘annettersi territori’ a seguito di un conflitto). Ma non essendo mai stato tracciato un confine condiviso dalle parti (per tre volte la parte araba ne ha rifiutato il riconoscimento) la posizione israeliana di non riconoscere quello colonizzato come ‘territorio occupato’ bensì come ‘territorio conteso’ è tuttaltro che cervellotica ed è il motivo per cui, in mancanza di una trattativa di pace complessiva, seria e affidabile, qualsiasi governo israeliano ha proceduto con una colonizzazione più o meno accentuata su quel 3-4 o 5% di territorio - usando la pressione colonizzatrice come elemento finalizzato alla trattativa: è il "pace in cambio di territori" di vecchia memoria post ’67 - che potrà essere scambiato con uguale estensione di territorio attualmente israeliano in caso di accordo di pace defintivo.

    2 - “Pulizia etnica” significa allontanamento forzato di una popolazione da un territorio. “Sterminio” o “genocidio” o “etnocidio” ne indicano la soppressione. Qui c’è un conflitto territoriale ad intensità variabile, ma non c’è né pulizia etnica né genocidio. I numeri parlano chiaro.

    La sua “logica” – che pretende di parlare di ‘pulizia etnica’ - non indica una particolarità palestinese; vale per qualsiasi territorio “finito” su cui insistono popolazioni ad alto tasso demografico.

    La questione alla fine è che siamo di fronte ad un contenzioso territoriale che si è ammantato di una patina di conflittualità religiosa (molto più profonda da parte palestinese – vedi Hamas - che non israeliana – vedi i sostenitori della “Grande Israele biblica”). Gli accordi informali di Ginevra hanno dimostrato che il contenzioso territoriale – essendo “finito” – può essere risolto stabilendo quanti metri quadri vanno all’uno e quanto all’altro. Con rinunce, anche significative, da entrambi le parti. Un conflitto che diventa religioso non avrà mai fine se non con la “conversione” dell’avversario.

    Il punto è esattamente questo; in entrambi i campi esiste chi vede il conflitto come territoriale e chi come religioso. Io, ingenuamente, penso che sia un problema palestinese molto più che ebraico e che dipenda in gran parte dalla deriva islamista di gran parte del mondo islamico. Lei forse no, ma il suo uso del termine “lobby sionista” è comunque molto inesatto: più un ebreo è religioso e meno è sionista, dovrebbe saperlo.

    Adesso siamo pari. Come vede “dibattito” non è uguale a “commento”. Saluti. FDP

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 8 ottobre 2013 14:00
    Fabio Della Pergola

    Ovviamente; mi sono sottoposto volutamente alla condizione di ramanzinabile per darle modo di pareggiare i conti.

    Ma la sua risposta non è convincente. "Pulizia etnica" non è un modo di dire; è un fatto che deve essere dimostrato incontestabilmente, numeri alla mano. Che qui non ci sono. Quello di cui lei parla è una tendenza - peraltro esecrabile - di occupare territorio ’conteso’ (non ’altrui’ per quanto già detto sopra in merito a confini contestati in origine dal rifiuto arabo) in modo da allargare la futura demarcazione definitiva. Che è tutt’altro dall’ipotesi della Grande Israele (sostenuta da quattro gatti) che, per essere tale, dovrebbe procedere davvero con una pulizia etnica; inesistente e fin qui solo ideologicamente affermata.
    Saluti.

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