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Fabio Della Pergola

Fabio Della Pergola

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  • Primo articolo sabato 09 Settembre 2011
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Ultimi commenti

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 7 ottobre 2013 18:41
    Fabio Della Pergola

    Naturalmente il commentatore sa che mantenere in vita un quotidiano che ha oltre 21 milioni di debiti arretrati e che è in rosso profondo per 4,3 milioni, a fronte di contributi statali di 3,7 milioni, per poter accedere ai contributi statali stessi... non è esattamente una grande idea dal punto di vista strettamente utilitaristico.Perché non ci si informa almeno un po’ http://www.ilfattoquotidiano.it/201... prima di dare il via alla polemica ?

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 7 ottobre 2013 18:21
    Fabio Della Pergola

    Abbiamo visto in che considerazione è stato tenuto il Ministero degli Esteri durante il caso Shalabaieva. Il potere dei Radicali è pari a zero. Sinteticamente, per non sostituire la logorrea alla logica.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 7 ottobre 2013 17:16
    Fabio Della Pergola

    Piccolo appunto: Emma Bonino è stata personalmente chiamata al governo da Enrico Letta. E quindi si trova nella compagine di governo di larghe intese. I Radicali non mi risulta che siano stati nemmeno consultati.

    Sul "potere" che i Radicali hanno acquisito in Italia nel corso degli ultimi sessant’anni preferisco invece sorvolare, perché oggi non ho tanta voglia di sganasciarmi dalle risate. probabilmente ne ha di più Truman Capote qui sopra che tutti i radicali messi assieme.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 7 ottobre 2013 15:46
    Fabio Della Pergola

    E vabbé. Quindi teniamoci la minestra fatta da Berlusconi e mai decostruita dal PD. Oppure la vulgata grillesca sulla democrazia via web senza piattaforma né controlli. Ma non ho detto "colpa di tutti gli altri che non capiscono..." sia chiaro. Ho chiaramente detto che tutti gli altri hanno capito benissimo e hanno agito di conseguenza. Con una attività di boicottaggio più o meno esplicito.

    Lei avrebbe ragione se altri avessero avanzato proposte politiche - relativamente ai temi in discussione - per modificarli, se non per abrogarli. Ma è noto a tutti che nessuno ha mai proposto niente. Quindi il suo commento si esaurisce nella solita vecchia pappardella - uno strumento anche questo, bellezza! - di chi sta a guardare per criticare e avere poi la "ottima" giustificazione dell’attuale nulla di fatto.

    Che è esattamente quello che succede da decenni e che è esattamente quello che viene determinato da altri; cioè da chi frappone ostilità, oscuramento, boicottaggio.

    Naturalmente la responsabilità poi - viene detto - sarebbe dell’uso "politico del referendum" da parte dei radicali, non l’uso "politico del boicottaggio" fatto da altri - PD in testa - in un fantasioso - e un po’ ridicolo - ribaltamento della frittata.

    La differenza sta nel fatto che i motivi politici di Pannella portano - almeno in questo caso - a iniziative evolutive della qualità del vivere civile di questo paese (con l’ipotesi di abrogazione di leggi palesemente fascistoidi), mentre i motivi politici avversi - favorevoli al boicottaggio - portano alla conferma di uno status palesemente incivile. A casa mia si chiama evoluzione contro involuzione.

    Ma naturalmente questo è troppo per chi legge tutto in termini "politici", pensando che i referendum siano stati ’rifiutati’ dalla massa in quanto espressione di un "strumento di propaganda" di Pannella. E non piuttosto per l’evidente, macroscopica ostilità di chi, nel frattempo, sta al governo con Berlusconi. Oppure alla finestra a contare le ore che passano, condannato all’irrilevanza più clamorosa.
     
    Lei ha deciso da che parte stare; contento lei, contenti tutti. Per il resto vale la conclusione che ho dato ad altri commenti critici qui sopra.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 7 ottobre 2013 09:19
    Fabio Della Pergola

    Mancano dati per fare gli “scienziati”.

    1) Quanto territorio - interno alla linea verde - è effettivamente occupato dalla colonizzazione ? Quanto ’scambio di territorio’ è stato ritenuto necessario ad esempio dai negoziatori degli accordi informali di Ginevra ? L’1 %, il 2%, il 5 ? Mi sembra di ricordare che questa fosse, più o meno, la parte di territorio “palestinese” soggetta a scambio con altrettanto territorio israeliano nel caso di un accordo definitivo (le virgolette sono necessarie perché i confini del ’67 non sono mai stati confini, ma solo una linea di armistizio del conflitto del ’48 che i paesi arabi hanno scatenato, non riconoscendo così i confini stabiliti dalla delibera dell’ONU; quindi definire “palestinesi” i territori interni alla linea verde è discutibile mancando un accordo sui confini stessi: chi ha stabilito che quella specifica colonia, ad esempio, sia su territorio palestinese se non si sa dove inizia il territorio palestinese ?)

    2) Inoltre: pulizia etnica significa che corrispondentemente all’incremento dei colonizzanti si evidenzi un decremento della popolazione indigena, spinta ad andarsene. Magari lento, ma costante. Di quanto è diminuita la popolazione palestinese nella West Bank dal 1973 ad oggi ? Naturalmente sappiamo tutti che molti sono rifugiati all’estero, ma non le sto chiedendo quanti sarebbero oggi i palestinesi se non ci fossero state le guerre del ’48, ’67 e ’73 (che peraltro Israele ha subìto), ma di quanto è effettivamente diminuita la popolazione presente dopo quelle guerre, in termini assoluti ?
    A me risulta che uno dei motivi ‘forti’ dell’opposizione israeliana all’occupazione della WB stia proprio nell’aumento demografico arabo, maggiore di quello ebraico.

    Di fatto la popolazione palestinese è aumentata di sette volte dal ’48 ad oggi. Da 1.4 milioni nel 1948 a 10,5 milioni, di cui almeno la metà vive tuttora in WB e Gaza (oltre ad un milione abbondante che vive in Israele). Come si concilia quindi l’aumento vistoso di popolazione con l’idea di ‘pulizia etnica’? Si direbbe che, al contrario, sia evidente un aumento di popolazione in parallelo con l’aumento di coloni.  In altri termini che l’aumento di coloni non impedisca affatto l’aumento di popolazione araba. Quindi ? Come la mettiamo con la ‘pulizia etnica’ ?

    Quindi se ’pulizia etnica’ è una definizione non sostenibile dai numeri, quali sono le opzioni che restano in piedi se non le due ’classiche’ di stato binazionale o due stati separati ? E qui torna il ’dibattito’, dal momento che i ’fatti’ presentano delle incongruenze. Chi vuole lo stato binazionale e chi, davvero, l’opzione a due stati ?

    3) Tanto per chiarire ed evitare malintesi; personalmente sono apertamente favorevole agli accordi di Ginevra.

    Fine (dal momento che commento non è lo stesso che dibattito).

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