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paolo

L'età avanza e perciò la lascio perdere ,coniugato con figlio ,milite assolto ,laurea in fisica + corsi post ,vita lavorativa intensa e a tipologia variabile dall'insegnante(breve) all'autonomo con passaggi in mutinazionali .
Interessi personali in elettronica ed informatica .

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  • Primo articolo martedì 08 Agosto 2010
  • Moderatore da martedì 11 Novembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 17:45

    Caro Gian Carlo


    La verità spesso è scomoda da ricercare e ancora di più da accettare . Fernanda difende le idee ed il pensiero politico di Pasolini , non le vuole infangate , rifiuta di vedere l’uomo che ci stava dietro .Forse non le interessa per nulla sapere chi fosse veramente Pierpaolo come persona.E probabilmente ha ragione.
    Pasolini , come molti altri intellettuali dannati, aveva estremizzato la parola cosi’ come il suo modo di vivere . Il suo genio letterario ed artistico e’ indiscutibile cosi come lo è la sua omosessualità e cosi’ come e’ accertato che andasse a ragazzi di borgata per soddisfare i propri impulsi sessuali . Siccome prediligeva i minorenni ,altro aspetto assolutamente provato , tecnicamente lo si può definire un pedofilo .Hai perfettamente ragione.
    Era però anche un’uomo molto scomodo per il potere e quindi sulle cause della sua morte si può ipotizzare sia la fatalità di un litigio "amoroso" che una trappola studiata ,conoscendo le sue inclinazioni , per eliminarlo fisicamente e quindi definitivamente dal contesto letterario e politico di quel tempo . Lo stesso Pelosi , dopo la confessione e la condanna , anni dopo fece dichiarazioni ambigue sulle modalità dell’omicidio , probabilmente anche a fini speculativi personali. 
    Aggiungi inoltre che le tecniche investigative di allora non erano certamente quelle di oggi e che comunque si cercò di chiudere la vicenda , scabrosa da ogni punto di vista ,il più in fretta possibile .
    Probabilmente non sapremo mai la verità sulla sua morte.

    paolo
  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 12:19

    Vedo con molto dispiacere che la scuola superiore italiana declina sempre più inesorabilmente verso il baratro .

    Quando io mi iscrissi all’Istituto tecnico industriale sez. elettrotecnici ,ormai quasi mezzo secolo fa , era una scuola di eccellenza , ha formato periti industriali che poi hanno costituito i quadri tecnici di aziende importanti , altri (come il sottoscritto) hanno proseguito gli studi con un solido background alle spallle .
    Molti anni dopo , un po’ perchè spinto dagli amici in difficoltà con i figli , un po’ perchè curioso di capire come andavano le cose , ho sacrificato molti ritagli di tempo per aiutarli . 
    Ti confesso che ho verificato con mano uno scadimento della qualità imbarazzante, da ricercarsi soprattutto nella scadente offerta didattica . Già gli insegnanti . La mia generazione è proprio quella che ha prodotto i danni peggiori . Ci sono anche ottimi insegnanti ( mi riferisco alle materie scientifiche), ma la gran massa e’ composta da gente demotivata , parcheggiata per raccogliere i contributi pensionistici e impegnata(o disimpegnata) sulla professione .
    In una quinta (dico quinta) di elettronica " l’insegnante" (?) faceva leggere il testo da pagina x a pagina y . Risultato gli studenti "salavano" le ore di lezione perchè , giustamente , le ritenevano inutili.
    Oggi mi chiedo dove sono i periti chimici , elettrotecnici , elettronici (ora anche informatici ) di una volta?
    Da dove attingono le industrie e i laboratori ? 
    Quello che non riesco a capire come sia possibile , con gli strumenti a disposizione oggi , non produrre una scuola superiore di qualità . Io avevo a disposizione un regolo calcolatore di plastica e la mia angoscia quotidiana era cercare in biblioteca qualcosa che mi chiarisse le idee . Oggi accendi il pc e’ hai un mondo di informazioni ai tuoi piedi .
    Insomma , ma che sta succedendo ? Chi è o chi sono i responsabili? Perchè e a chi fa comodo una scuola cosi’ ridotta? 

    ciao - paolo
  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 11:04

    E che ci vuoi fare? 

    In tutte le vicende della vita il primo impatto è quello che conta . Ti innamori a prima vista cosi’ come mandi a spigolare chi ti sta sulle balle due secondi dopo che l’hai conosciuto . 
    Per esempio c’e’ chi sostiene che la simpatia o l’antipatia verso qualcuno sia genetica . 
    A me Tortora stava antipatico e non nascondo di aver provato una certa soddisfazione quando lo hanno "incastrato" . Poi ho provato pena per quel povero cristo cascato in un pentolone maledetto.
    Insomma tutto avviene sempre in un attimo . Hai presente Albanese nel suo pezzo sul filosofo Martinelli, con la faccia sporca di polvere bianca che sniffa a ripetizione , quando dice " ... flash , tutto ,tutto flash .. " . E’ proprio cosi’ è un flash che si insinua nella mente e che poi è duro da rimuovere .
    Però poi dietro dovrebbe starci la ragione , la serietà deontologica di chi fornisce le notizie ed una giustizia degna di questo nome . 
    E anche un po’ di buon senso .

    paolo
  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 10:26

    Cari signori


    A costo di tirarmi addosso gli strali di tutte le confessioni religiose , vi dico , in sintesi, come la vedo io .
    Il credo religioso percepito come fede in una entità sovrannaturale è il cancro che divora la ragione .
    E’ l’anomalia che impedisce ad un paese come il nostro di diventare un paese "normale" . Non passa giorno che non si debba fare i conti con ciò che può piacere o dispiacere a sua santità , mettendo sotto scacco qualsiasi scelta degna di un paese civile .
    La fede è uno stato mentale , non ha alcuna struttura logica e tanto meno può definirsi una verità percepita, essendo indimostrabile . Vive nella testa di chi la professa e non dovrebbe mai tradursi in atti concreti tesi ad imporre i propri individuali convincimenti .
    Poi ognuno è libero di credere in ciò che vuole , l’importante è che resti confinato nella sua testa .
    Questo non significa ovviamente che non debba esistere l’eticità della politica , ma intesa come regola sociale e non come dictat religioso .

    paolo
  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 00:36
    Ciao Alessandro

    Come dire che in una classe composta da una maggioranza di idioti e una minoranza di intelligenti ,se si vota e vincono gli idioti , gli intelligenti sono idioti ? 
    A meno che la soluzione non sia nella premessa . Quelli che per te sono idioti per me sono intelligenti e viceversa .
    Cosi’ abbiamo democratizzato l’idiozia e alle prossime elezioni chiunque vinca è intelligente , chi perde è un’idiota , stabilendo una relazione lineare tra l’esito del voto e il potenziale neuronico .
    Bella teoria !
    Adesso capisco perchè c’è stato qualcuno che ha eliminato la possibilità di votare , era per non correre il rischio di passare per idiota.
    A pensarci bene adesso tutto torna e applicandolo alla storia dell’intera umanità , i tiranni ed i despoti di ogni colore politico erano semplicemente delle persone intelligenti che non volevano correre il rischio di passare per idioti e per questo eliminavano (eliminano) ogni possibilità di votare . Ma pensa te , a volte le soluzioni sono a portata di mano .
    scherzandoci e sempre con molto piacere 
    - paolo 

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