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alessandro tantussi

alessandro tantussi

uno qualunque, ma non un qualunquista

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  • Primo articolo giovedì 09 Settembre 2010
  • Moderatore da giovedì 09 Settembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.252) 6 novembre 2010 20:29
    alessandro tantussi

    CARO MAURIZIO, amichevolmente ribatto e con questa chiudo. 
    Sommessamente ti faccio notare che nella tua risposta c’è un "refolo" di pregiudizio illiberale. 
    Confermo che le regole della società civile devono mettere al primo posto l’interesse di tutti i cittadini. Dico di più: uno dei compiti fondamentali della società è quello di porre condizioni tali che consentano il superamento delle diseguaglianze (poi i cittadini ci debbono anche mettere del loro, altrimenti diventa assistenzialismo).
    Uno degli strumenti che la società ha a disposizione è l’esercizio dell’impresa. Cominciamo ad intendere l’impresa come uno strumento del quale la comunità si avvale, secondo le regole che si è data, nell’interesse dei cittadini. Uno strumento che ha senso in quanto produce beni, servizi, occupazione e ricchezza che migliorano la vita dei cittadini. Se ciò è vero allora il profitto non è una bestemmia, è semplicemente il corrispettivo di un servizio, che bisognerbbe cominciare a valutare un po’ meno negativamente.
    Rubare rubano gli uomini, o meglio i ladri e non mi pare che possano essere ritenuti esenti i politici, nemmeno quelli che gestiscono le aziende pubbliche... 
    Se si pensasse che gli imprenditori rubano si dovrebbe concludere che i migliori sistemi politici sono quelli nei quali la proprietà dei beni di produzione è pubblica (i sistemi comunisti).
    Siccome io credo che sia vero il contrario tendo ad essere un liberale.
    Comunque ti abbraccio perché ne abbiamo parlato con rispetto reciproco.
    Ciao, alessandro. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.149) 6 novembre 2010 12:13
    alessandro tantussi

    P.S. l’acqua è acqua e la proprietà dell’acqua deve restare pubblica, così come le strutture che la conducono (dalle mie parti, in toscana, sono state cedute ad acque spa, un’azienda di diritto privato ma a prevalente partecipazione pubblica mettendo insieme i vizi del privato e quelli del pubblico, così per la gestione dei rifiuti, dei trasporti, ecc ecc). L’acqua deve essere pulita, disponibile in quantità sufficienti ed al miglior costo possibile. Per chi non ce la fa a pagare la bolletta deve provvedere i comune o lo stato, integrando il prezzo praticato da chi esercita il servizio che deve essere esso stesso il più basso possibile). Non confondiamo la natura "pubblica" di una funzione con la natura "privata" di chi eventualmente la esercita e lo deve fare nel modo migliore e basta. Se l’acqua viene gestita in modo inefficiente da un "carrozzone pubblico" chi apre il rubinetto e vede arrivare acqua sporca, o in quantità insufficiente o la deve pagare un prezzo eccessivo non è che sia più felice solo perché è stata distribuita da un’ente pubblico. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.134) 6 novembre 2010 07:54
    alessandro tantussi

    Per carità di Dio (o di chi per Lui)! Dio mi guardi dall’avere verità da rivelare, figuriamoci, il mio credo è il dubbio. Ma credo che si debba avere il coraggio di esprimere le proprie opinioni (non certezze) anche quando si pensa che non siano condivise. Sono sinceramente convinto, e questa è un opinione facilmente condivisibile, che la politica debba occuparsi prima di tutto dei più deboli, perché i forti ne hanno meno bisogno. Detto questo con molta chiarezza, credo che a volte si faccia confusione su quali siano le strade da percorrere per realizzare questo obbiettivo, e si potrebbe restare vittime dei pregiudizi ideologici. Non voglio rendere l’italia una grande spa non me ne frega proprio niente né delle spa né di Berlusconi . Vorrei ch ragionassimo di volta in volta quale sia il sistema migliore e più efficiente. Non mi frega niente se si utilizza una spa, una azienda pubblica o pinco pallino. La ditariba pubblico-privato non mi appassiona neanche un po’. Noto solo che il "PUBBLICO" è stato usato, spesso, per pregiudizi ideologici che spesso rispondono a fini del tutto diversi da quelli dell’interesse pubblico e che hanno comportato al pubblico più danni della grandine. Se si deve spazzare le strade, si deve spazzare le strade. Sulla tuta dell’opertore ecologico ci puo essere scritto comune, spa o vattelappesca. Può essere scritto di rosso, di azzurro o di turchino. Se però la strada è resta sporca ed il servizio costa caro, beh, allora mi "adiro". E si dovrebbero adirare ancora di più coloro i quali hanno maggiori difficoltà a pagare le bollette del sevizio. Se poi l’azienda delle pulizie è gestita da politici ipocriti, trombati alle elazioni, che non si intendono di gestione, che non fanno nulla e riscuotono un bello stipendio, se tutto ciò viene fatto nel nome del "PUBBLICO" ... il verbo adirarsi è poco. Ovviamente è possibile che io sbagli di brutto.
    Ma sono sincero. Saluti cordiali. Ale 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.134) 6 novembre 2010 07:12
    alessandro tantussi

    chiedo scusa a tutti se ho attribuito sentimeni d?odio che non avete
    la pace é una condizione ed un valore che debbono essere difese a volte con sacrificio
    ed apprezzo chi lo ha fatto
    essere contro la guerra comporta anche il dovere di combatterla e non basta condannarla
    tutto qui

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.57) 5 novembre 2010 17:22
    alessandro tantussi

    Beh, apprezzo l’andare in pace e vado a vedere il video.
    Sull’America abbiamo opinioni diverse. Credo che, prima di eguagliare l’Europa, di nefandezze l’America debba ancora commetterne molte.
    Ti lancio un’immagine che è viva nella mia mente come poche altre.
    Anni or sono sono stato in Normandia, in un cimitero di guerra americano (non ricordo il nome). 
    Una bella giornata luminosa, da una parte il mare, blu, si intravede dagli alberi. Un enorme prato verde intenso, brezza marina e silenzio. 
    Allineate in modo incredibile, che se ti metti di fronte ad una di esse l’interminabile fila di quelle dietro sparisce, DIECIMILA CROCI bianche tutte uguali . 
    Quà e là le croci ebraiche interrompono la simmetria formale per lasciare spazio all’’eguaglianza sostanziale. 
    I miei figli correvano fra le croci, inconsapevoli di dovere la libertà al sacrificio di quei ragazzi che riposano in terra straniera sotto una croce con un nome e due date, quella di nascita e qualla di morte, tra le quali corrono vent’anni. 
    Quei giovani non sono morti per il petrolio né per i soldi. Sono un romantico, lo so, ma mi sono commosso, e penso che quei giovani, imbracciando un fucile, siano morti per la libertà.
    Fate come vi pare ma io non posso odiare l’America. 

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