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alessandro tantussi

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uno qualunque, ma non un qualunquista

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  • Primo articolo giovedì 09 Settembre 2010
  • Moderatore da giovedì 09 Settembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.163) 12 novembre 2010 00:23
    alessandro tantussi

    Per Damiano.
    se la funzione dei medici è quella di occuparsi della salute non trovo del tutto fuori luogo la definizione, sebbene un po’ ridutiva, di "ufficiale sanitario" mentre trovo che sia al di fuori delle loro competenze il ruolo di "ambasciatori di Dio" che, per chi crede ma anche per chi no, lascerei a chi vuole fare il sacerdote, il rabbino, l’imam o lo sciamano. 
    Leggere il libro che tu consigli non è cosa immediata, né gratuita, il sito è solo una pubblicità non contiene sintesi del pensiero del chirurgo.
    A TUTTI
    Mi rendo conto che probabilmente a nessuno interessa, ma comunque mi farebbe molto piacere se e a qualcuno andasse di buttare via cinque minuti del proprio tempo condividere, in tutto, in parte o per niente la mia opinione.
     

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.205) 11 novembre 2010 17:33
    alessandro tantussi

    Sono d’accordo che il crollo dell’edificio di Pompei possa essere l’occasione per discutere della politica dei beni culturali.
    Sono perfettamente consapevole del fatto che non solo si possa, ma si debba discutere.
     Sono addirittura del parere che l’opposizione non solo possa ma addirittura debba essere "contro" quasi in via di principio (perché è dalla dialettica che scaturisce la sintesi, dalla accondiscendenza nasce solo l’inciucio ). 
    Mi sembra però, perdonatemi la franchezza, che arrivare a chiedere le dimissioni di quel povero testone di BONDI per un fatto che solo molto indirettamente può essere adddebitato a lui, sfruttando una disgrazia, per mezzi strumentali tesi a colpire non tanto il fatto in sé quanto a provocare surrettiziamente una difficoltà al governo, ammesso pure che il governo se lo meriti, è ASSOLUTAMENTE SPREGEVOLE.
    Non riesco a condividere una lotta politica che non ha il coraggio di affrontare lo scontro in modo corretto, duro, a viso aperto, direttamente, senza sotterfugi e senza ricorrere a vie traverse. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.205) 11 novembre 2010 16:45
    alessandro tantussi

    io credo che l’eutanasia sia, ove al limite la si condivida, una scelta personalissima che, riferendosi alla "vita, "non può essere codificata secondo i criteri con i quali si regolano i normali interessi legittimi.
    Se è vero che su nessuna questione in generale si può dimostrare da quale parte sia la parte ragione perché non esiste una "verità" incontrovertibile, ciò è tanto più vero quando si discute di temi così difficili da affrontare. 
    Nessuno può sostenere di essere dalla parte della ragione, si può solo cercare faticosamente di trovare un compromesso.
    In particolare trovo che sia ingiusto e velleitario pensare che si possa definire per legge un diritto a decidere della vita altrui: molto più semplicemente definirei l’ambito entro il quale questa decisione possa essere presa, ovviamente nell’interesse di chi vuole lasciare la vita, senza che ciò possa avere conseguenze penali o civili per chi la prende. La decisione deve essere lasciata alla coscienza di chi la prende. Cercherò di spiegarmi meglio: Peppino Englaro certamente sa in cuor suo se ciò che ha fatto è giusto o meno, ma non può pretendere che una legge dello stato sancisca che la sua scelta fu quella giusta, e che in condizioni simili possa essere ammessa una decisione simile. Può solo pretendere il rispetto per una decisione che si spera sia stata quella giusta, che ci auguriamo sia stata ponderata e sofferta, che dovrebbe rimanere, entro i ristretti limiti in cui tale decisione può essere presa, nell’ambito della sfera personale del giudizio senza conseguenze sul piano civile o penale. Questo è stato secondo me il suo errore, pretendere che lo stato ne riconoscesse la validità. Se mia figlia fosse stata nelle condizioni della sua probabilmente avrei preso personalemnte la stessa decisione e mi sarei occupato personalmente di porre fine alle sofferenze di mia figlia, senza chieder nessun imprimatur da parte dello stato, e senza che lo stato potesse mettere in discussione la mia scelta. Su cose del genere lo stato non può mettere la formula "visto si proceda" come se si trattasse di una pratica edilizia. E nom mi dite che è un compromesso "PILATESCO", è esattamente il contrario: su queste questioni non può decidere "il popolo", nemmeno con una maggioranza qualificata. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.205) 11 novembre 2010 15:54
    alessandro tantussi

    resta da definire chi sia che debba fare la "rivoluzione mentale"

    la difficoltà potrebbe consistere, ad esempio, nel fatto che non ci sia uniformità di giudizio su quali siano <<le stesse persone da smettere di votare>> nè su quali siano i  <<politici che inizierebbero a sentirsi delle vere deiezioni e la smetterebbero di ripresentarsi...>> 

    ovvio che non mi rivolgo a nessuno in particolare 
     
    ma a scanso equivoci credo che resterò tra quei pochi che continueranno a votare, 
    quantomeno non rischierò di essere sommerso dallo sterco scelto da altri. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.19) 11 novembre 2010 01:43
    alessandro tantussi

    MI SEMBRA CHE L’ARTICOLO SIA USCITO DI PAGINA ANZITEMPO E MENTRE ERANO IN CORSO COMMENTI

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