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Marina Serafini

Dottore in filosofia e dottore in scienze della formazione, ho conseguito diversi master e corsi di specializzazione in comunicazione, formazione, selezione del personale e project management. Affascinata dal mondo del web marketing e dello storytelling management. Da anni impegnata nella gestione di Risorse Umane, in area didattica e nel problem solving aziendale. Mi piace dire qualcosa parlando di altro, mi piace parlare dell'uomo...
 

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  • Primo articolo venerdì 08 Agosto 2016
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Ultimi commenti

  • Di Marina Serafini (---.---.---.228) 19 dicembre 2016 14:36
    Marina Serafini

    Attenzione, io non auspico l’abolizione del valore di titoli ai quali corrisponde una sostanza, mi ha fraintesa. Io accuso un sistema che oggi rende vuota quella sostanza e la certifica come se fosse piena e reale. Perchè oggi, mi spiace dirlo, ma il panorama italiano, tranne poche eccezioni, questo offre. E non è un bello spettacolo. Non si tratta di "non dare soddisfazione agli imbroglioni", se mi consente la semplificazione, ma di non volere più che si chiami formazione ciò che di formazione ha solo l’etichetta. Perchè vede, sig. Di Roberto, con l’ostentazione di titoli, si vincono concorsi, si assumono ruoli decisionali, si va ad occupare poltrone dalle quali, per incompetenza, si possono commettere errori fatali e misfatti inconcepibili.

    Lei tira in ballo l’etica professionale, e il fatto che l’incompetente di turno viene smascherato dal suo stesso operato. Ha ragione, ma nella nostra attuale società lo smascheramento degli incompetenti raramente comporta la loro estromissione dai ranghi. Ne abbiamo continue testimonianze. Io, purtroppo, ne ricevo molte anche nel mondo dell’attività privata dove - a maggior ragione - dovrebbe valere il suo discorso.
    Purtroppo viviamo una decadenza culturale (sulle cui origini potremmo ampiamente discutere) che porta all’accettazione della mediocrità, che viene travestita da eccellenza. E’ l’unico modo per farla passare, d’altronde - intanto che si lavora alla omologazione generale (verso il basso). E io, questa omologazione appiattente non la sopporto. Quindi legga bene tra le righe di questo mio sfogo: io difendo la Cultura, quella con la c maiuscola, quella che nasce dallo sviluppo del potenziale umano e che porta nella direzione del fare, e del fare bene. Ed è vero che la selezione del personale tiene conto della laurea prevalentemente come punto di partenza, ma questo significa che la laurea, in molti casi, è proprio la condizione di possibilità per accedere al colloquio, e quindi per concorrere alla posizioni aperte. Spesso, mi spiace dirlo ma lo so per esperienza, si tratta proprio dell’unica condizione di accesso a certe posizioni. Quindi non parli di etica professionale nè di meritocrazia, perchè sono espressioni che poco hanno a che fare con questa nostra società, troppo assorbita dalle modalità commerciali di pessima ma finissima categoria (perchè, dal loro punto di vista, funzionano) e maledettamente forgiate a risposta di una classe dirigente violenta, balorda e assolutamente priva di scrupoli. 




  • Di Marina Serafini (---.---.---.231) 19 dicembre 2016 00:16
    Marina Serafini

    Io invece sono laureata , e il mio - anzi i miei due titoli accademici- me li sono davvero sudati, nella radicale convinzione che la formazione fa la differenza. Convinzione ancora accesissima in me. Ma come lei, inizio a propendere anch’io per l’abolizione del valore legale del titolo... Eh si, per un motivo davvero deprimente: le università si comportano ormai come supermercati: cercano di gratificare il cliente in cambio della sua fedelta’ - opss, volevo scrivere " retta annuale"... Le regole del mercato non prevedono persone, ma clienti. Il mondo della scuola non può sottrarsi a questa logica, e non lo fa. E, francamente, non riesco a cogliere l’utilità di Atenei che producono ormai tanti ignoranti titolati. Il processo di demolizione del nostro invidiatissimo nonché rispettatissimo sistema formativo è durato anni, oltre un decennio, a suon di "riforme" improvvisate e malformulate. Gradino dopo Gradino siamo arrivati forse a toccare il fondo. E a perdere quell’autorevolezza che solo la conoscenza può infondere

  • Di Marina Serafini (---.---.---.231) 18 dicembre 2016 23:43
    Marina Serafini

    @Fabio Della Pergola Infatti, io non conterei troppo nel capitolare di Grillo: nella sua prospettiva- e non solo la sua - annichilirebbe quanto realizzato fino ad ora. Speriamo, come tu saggiamente scrivi, che altri comprendano e sappiano mettere insieme una soluzione intelligente, soluzione che siano poi in grado di portare avanti con altrettanta lungimirante intelligenza. Quella che ad oggi abbiamo solo potuto invocare...

  • Di Marina Serafini (---.---.---.231) 18 dicembre 2016 19:55
    Marina Serafini

    @Marina Serafini Ok, mi sa tanto che il concetto di prateria elettorale l’avevo frainteso...e me ne scuso. Rimane il nodo terribile perché difficilmente Grillo accetterà quella che potrebbe definire come una "omologazione". Ah, se le idee non finissero sempre per incancrenirsi in poco utili ideologie... :)

  • Di Marina Serafini (---.---.---.231) 18 dicembre 2016 19:33
    Marina Serafini

    @Marina Serafini Mi spiace non essermi fatta capire: nel secondo intervento mi spiego meglio...

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