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GeriSteve

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Depistaggio politico

Depistaggio politico

16 Giu. 2016 | GeriSteve  




Ultimi commenti

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 24 agosto 2013 00:26

    grazie per queste info: da far circolare!
    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 23 agosto 2013 11:29

    Caro Paolo,
    forse dovrei ringraziarti per l’energia che riesci a mettere nel seguire questo schifoso teatrino dell’informazione-disinformazione italiana, però mi sento anche di compatirti per questo tuo masochismo.
    Ieri un amico mi ha segnalato un’altra metafora diversa dalla barca, quella del lavandino: http://www.ilfattoquotidiano.it/201...
    io suggerirei piuttosto quella dello sciacquone del cesso, e in questi due gg ho constatato che molti ascoltatori di radio3 condividono, schifati da questa overdose di preoccupazione per il naufragio berlusconiano.
    Però tu fai bene a denunciare pazientemente e minutamente il ruffianesimo dei giornalisti italiani. Io ci aggiungerei una componente fondamentale: la loro pesante ignoranza. Fatti salvi pochi bravissimi giornalisti d’inchiesta, i giornalisti italiani, anche se improvvisamente smettessero di leccare, non saprebbero fare i giornalisti "veri", perchè sono stati selezionati per fare i "giornalisti falsi".
    Lo abbiamo visto con i fasulli "salavagenti legali" lanciati a b., ma lo vediamo anche con i "carri armati che sparano sulla folla in egitto" (titolo su gran giornali) riferito a blindati (non carri armati) da cui forse si spara, ma con armi individuali, la vediamo con le bombole di gas che esploderebbero, con i morti in mare che non affogano mai, ma vengono colpiti da quel malore (congestione) sconosciuto in tutto il mondo, con gli incidenti stradali causati dalla velocità o dalle strade pericolose, con i loro "normalissimi" errori nell’uso delle percentuali, per cui la percentuale di voti ricevuti da b o altri viene sempre riferita agli elettori italiani invece che ai soli voti espressi e ed efficaci. Tutti abbiamo letto falsità del tipo "la maggioranza degli egiziani ha votato Morsi".
    Non credo che la verità sia rivoluzionaria, ma certamente siamo sommersi da falsità che sono conservatrici.
    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 23 agosto 2013 10:49

    Argomento e articolo molto interessanti, grazie per aver scritto.

    Io ho diversi dubbi: da una parte l’autodeterminazione mi appare qualcosa come un "diritto naturale", dall’altra mi appare come un "problema mal posto", in quanto trascura il mondo circostante e le conseguenze dell’autodeterminazione.

     

    Esempio banale: l’autodeterminazione dei popoli. E’ un principio che ereditiamo dal risorgimento e dal colonialismo, che però si applica malissimo alle situazioni attuali. Solo nel caso degli abitanti delle Falkland mi sembra indiscutibilmente giusto. Quasi sempre oggi l’autodeterminazione di un popolo implica la negazione di almeno un altro. Vedi il caso degli arabo-islamici palestinesi che si arrogano il diritto di definirsi "palestinesi", come se non lo fossero gli altri che vivono in palestina : ebrei (di razza o di religione), atei, cristiani, buddisti, arabo-islamici non nazionalisti e/o non sunniti.

     

    Esempio meno banale: l’autodeterminazione di competenza-conoscenza.

    Il protestantesimo ha affermato -incontestabilmente- il diritto individuale di leggersi ed interpretare la bibbia, senza la mediazione di un prete. La società però vieta -giustamente- a chi è impreparato di fare il medico o il costruttore di case, ponti ecc; ci sono ambiti in cui quella linea di confine è molto più discutibile: è giusto che chi non ha competenze economiche sostenga teorie malfondate come quella del "signoraggio bancario"? è giusto che chi è schiavo di sottoculture, crede alla TV , agli oroscopi e ai maghi si possa proclamare "cittadino" e abbia diritto di voto come un "vero" cittadino? e chi è schiavo di droghe? e chi lo è di religione?

    Acquisite le dovute competenze, l’autodeterminazione professionale è -giustamente- un diritto civile individuale acquisto, ma oltre ad offrire un "ascensore sociale" teorico ha provocato gravi disagi sociali ed economici: figli di artigiani, di contadini e manovali che hanno respinto il loro "ruolo sociale", di cui la società avrebbe bisogno, che hanno studiato ed acquisito competenze di cui la società ha poco bisogno e che riserva a certe oligarchie.

     

    Esempio non banale e attinente all’articolo, cioè l’autodeterminazione di genere e sociale: una coppia omosessuale si autodetermina come " genitori"; ma se agisce per diventarlo (con adozione o con fecondazione o altro) invade molto pesantemente la determinazione e la vita dei propri "figli".


    Concordo che la negazione delle autodeterminazioni comporta delle "normalizzazioni", ma io ritengo che qualche compromesso fra il diritto di autodeterminazione e i diritti degli altri debba essere accettato: nell’articolo si accenna al diritto di disporre delle proprie eredità, e io trovo giusto che in Italia quel diritto venga limitato -non negato totalmente!- con quote di "legittima eredità familiare"; trovo anche giusto che quelle quote legali vadano riviste, ma considererei inaccettabile la totale deregulation. Del resto, in nessun paese civile è consentito ad un individuo di "autodeterminarsi" liberamente come ladro o come assassino; vorrà dire che qualunque patto sociale limita le scelte individuali ?

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 20 agosto 2013 15:23

     

     caro Fabio, hai messo tanta di quella carne al fuoco che per risponderti ci vorrebbero pagine.

    Preferisco limitarmi ad alcuni aspetti che tu chiami "storico-culturali", cioè sulla compatibilità o meno dell’islam con la democrazia.

    Tu citi il famoso "dare a Cesare quel che è di Cesare..." che rappresenterebbe la distinzione fra politica e fede. Io non credo affatto che quella sentenza fosse del Cristo, che certamente non era un cristiano ma un ebreo, probabilmente fondamentalista e combattente (vedi ad es. Donnini: le origini del cristianesimo). Però, anche se quell’affermazione va postdatata e attribuita alla politica romana e non al Cristo storico, è pur vero che è esistita e, per un pò di tempo ha fatto storia, anche se non con gli imperatori per diritto divino o con i papa dello stato pontificio.

    Riflettiamo sul fatto che nel medioevo europeo-cristiano, cultura e tolleranza le si potevano trovare soltanto nell’ambito islamico.

    Poi le cose si sono rovesciate: in Europa c’è stato il rinascimento, l’illuminismo, le rivoluzioni politiche, quelle industriali, mentre il mondo islamico è andato paurosamente indietro. Perchè?

    Difficile che ci sia stata una sola causa, però almeno una sembra chiarissima: fino al decimo secolo le scuole coraniche "creavano dottrina nuova", cioè aggiornavano il corano attraverso il Qiyas, una specie di ragionamento analogico con cui si sentenziava su aspetti non previsti dal Corano. Questo sforzo innovativo-interpretativo si chiamava Igtihad e somigliava alla ns Ermeneutica, credo in forma molto più creativa. Nell’ambito sunnita si decise di chiudere le porte alla Igtihad e questo comportò la decadenza delle scuole che, da scuole di grande cultura e di innovazione, divennero le madrase, cioè scuole soltanto coraniche.

    C’è chi ha teorizzato sui principi culturali (il "razionalismo islamico") che così facendo l’islam si è negato:

    http://www.lisistrata.com/cgi-bin/l...

    ma io credo che così facendo l’islam si sia negato non soltanto i principi, ma tutta la cultura moderna, e conseguentemente si sia autoescluso da tutto il progresso culturale occidentale, dall’illuminismo al romanticismo: semplicemente lo ha ignorato in quanto "infedele".

    Abbiamo visto islamici in Italia protestare contro il golpe che ha deposto Morsi "democraticamente eletto", sinceramente convinti che "democrazia" significhi che la maggioranza calpesti ogni dirtto individuale o di minoranza.

    Ci sarebbe da rispondere: "poveretti, sono da sempre così ignoranti che non capiscono cosa sia la democrazia". Il guaio è che io sono italiano, e che non pochi italiani sono così ignoranti, o così regrediti dai mass media, che quella risposta proprio non posso permettermela: anche noi abbiamo il ns medioevo.

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 20 agosto 2013 11:07

    Grazie per le citazioni, vedrò se riesco a leggerli; mi intriga il confronto corea-egitto.
    Guardando le recensioni però ho l’impressione che domini la teoria secondo cui questi conflitti sarebbero causati dallo "scontro di civiltà". L’esempio "torri gemelle" (come l’incendio del Reichstadt, Pearl Harbour, golfo di Tonkino...) dimostra invece che questi conflitti vengono anche -ma non solo!- provocati dall’interno per rafforzare il potere interno e/o per giustificare la propria politica estera.
    Per questo, in Egitto ho forti difficoltà a credere all’una o all’altra "campana" e a farmi un parere "mio" su cosa stia accadendo.
    GeriSteve

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