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Attilio Runello

Giornalista pubblicista dal 1995 ha collaborato negli anni novanta con le pagine culturali di Avvenire, Eco di Bergamo, e con le riviste Millelibri, Vita e Pensiero.
Dal 2008 si occupa di moda per testate online e ha un suo blog "Fashionrunways" con molte visite.
Per Agoravox scrive di attualità.
Collabora anche con Freeskipper, corrierepl, sololibri.net

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  • Primo articolo venerdì 11 Novembre 2019
  • Moderatore da sabato 11 Novembre 2019
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Ultimi commenti

  • Di Attilio Runello (---.---.---.190) 26 marzo 2024 15:26

    Grazie per il suo intervento. Conferma la tesi delio articolo. La difficoltà dell’area di sinistra, molto variegata, a stringere alleanze fra le tante componenti. In politica ci vogliono i principi, i programmi, la visione. Ma poi ci vuole tanto realismo e se si governa con altri si fanno compromessi. Il governo Draghi cadde per un inceneritore. Esistono in tutta Europa e non sono alternativi alla differenziata. Il governo giallorosso cadde per il Mes. Renzi lo voleva e i 5 stelle no. Era un prestito di trenta miliardi per la sanità in epoca COVID. E non si poteva fare un compromesso?

  • Di Attilio Runello (---.---.---.97) 17 marzo 2024 19:47

    Purtroppo non si tiene mai abbastanza presente che più della metà degli stati che fanno parte delle Nazioni Unite non sono reali democrazie. Anche fra i paesi democratico diversi hanno situazioni interne che richiedono il pugno duro. Parte del territorio colombiano è in mano ai narcotrafficanti. Quello che succede ad Haiti è sotto gli occhi di tutti. Molti paesi africani non hanno il controllo del territorio per intero. Boko Haram imperversa E non solo loro. Se assumiamo un atteggiamento massimalista per cui: con le dittature non si tratta, ai paesi in guerra non vendiamo armi, rifiutiamo rapporti con i paesi che non applicano i diritti umani, ecc ci isoliamo e ci tagliamo fuori dai due terzi del mondo. Diritti umani? L’omosessualità in quasi tutti i paesi africani, in quelli mussulmani è un reato punito con la prigione. Chiudiamo le ambasciate dappertutto? Ci vuole un sano realismo nel gestire i rapporti internazionali. Tutti i governi recenti hanno proclamato europeismo e atlantismo. Compreso Draghi. Atlantismo vuol dire schierarsi con gli Stati Uniti. Poi quando lo facciamo come in Ucraina allora piovono le critiche.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.153) 17 marzo 2024 19:23

    Purtroppo le situazioni in Ucraina e in Israele non sono facili da gestire. Le soluzioni proposte nell’articolo ( riconoscimento dello stato palestinese) ci renderebbero difficili i rapporti con Israele - come già sono difficili quelli con la Russia) e non fermerebbero l’operazione militare israeliana nella striscia. Non credo che a monte ci sia una strategia precisa da parte dell’Unione. Si prendomo le decisioni quando si presentano i problemi. Di solito li si prende insieme agli alleati. Nessuno è contento delle sanzioni alla Russia, del non prendere più il gas dalla Russia. Si è cercato per anni negli incontri di Minsk di trovare soluzioni diplomatiche Nessuno è contento dell’operazione militare di Israele a Gaza. Anche gli Stati Uniti hanno cercato di fare pressione sul governo israeliano per farli desistere. La situazione creatasi nel mar Rosso è una conseguenza da cui noi ancora una volta ne subiamo le conseguenze. La rotta di Suez avvantaggia molto i porti italiani. Se i mercantili circumnavigano l’Africa i porti italiani sono tagliati fuori. Negli ultimi venti anni le operazioni militari che ci hanno coinvolto sono tante Ma non abbiamo partecipato sempre attivamente a tutte Per esempio nella lotta all’Isis - della cui pericolosità ci siamo dimenticati - abbiamo avuto un ruolo di basso profilo. In Afghanistan la lotta a Bin Laden la hanno portata avanti gli americani. La sua sconfitta ha fatto cessare gli attacchi terroristici in Europa e in America. Ce li siamo dimenticati? Gli Houthi sono insorti contro il governo legittimo. Una alleanza araba li combatte da anni. E noi non volevamo vendere le armi ai paesi coinvolti in questo conflitto ( movimento 5 stelle).

  • Di Attilio Runello (---.---.---.43) 28 gennaio 2024 15:06

    Bisogna però aggiungere che l’Italia dagli anni Settanta ha firmato un trattato di non proliferazione delle armi nucleari, cui hanno aderito la maggior parte degli stati. Grazie a questo trattato oggi nel mondo i detentori di armi nucleari sono meno di dieci. Inoltre da anni fra Stati Uniti e Federazione Russa è in corso un accordo - per il momento sospeso a causa del conflitto in Ucraina - per una riduzione progressiva delle testate nucleari. Infatti questi paesi sono gli unici a possederne migliaia. Inoltre si è fatto di tutto con gli strumenti delle sanzioni per non farle arrivare ad altri: Iran. Trump ebbe due colloqui con il.leader della Corea del Nord per fargli interrompere ulteriori esperimenti nucleari. Gli accordi hanno un valore solo a fronte di una volontà politica di metterli in atto. Per quanto riguarda l’affermazione di settanta conflitti in corso oggi bisogna sottolineare che la stragrande maggioranza sono conflitti a bassa intensità, cioè con poche decine di vittime ogni anno. Come per esempio quello fra India e Pakistan.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.7) 8 gennaio 2024 04:06

    Il British Columbia, territorio interessato alla realizzazione della pipeline, fa parte del Canada. Ha una superficie tre volte superiore all’Italia con una popolazione di quattro milioni di abitanti, minore di quella della Sicilia. È come se i Siciliani si opponessero a un progetto che riguardi Italia, Francia e Spagna. Ammesso che tutti i quattro milioni siano contrari. Ma probabilmente non è così. Dal sito dell’azienda apprendiamo che sono stati appaltati contratti alle aziende locali per oltre un miliardo e mezzo. Hanno creato venticinquemila posti di lavoro. Hanno offerto alle venti comunità di nativi di condividere il percorso e soprattutto una partecipazione agli utili attraverso una partecipazione all’azionariato. Venti comunità di nativi - non sappiamo quanti abitanti rappresentano, un milione? - non possono considerarsi proprietari di un territorio grande tre volte l’Italia. Anche in Italia c’erano persone contrarie al Tap, gasdotto che ci porta in casa il gas dall’azerbaijan. Per fortuna lo abbiamo fatto. Senza e senza il gas russo saremmo rimasti al freddo nelle nostre case. C’è spazio per tutti.

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