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Renzo Riva

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  • Primo articolo mercoledì 12 Dicembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di Renzo Riva (---.---.---.208) 7 agosto 2012 22:08
    Renzo Riva

    Forse per togliere un competitore sul mercato
  • Di Renzo Riva (---.---.---.208) 7 agosto 2012 22:05
    Renzo Riva

    Noto che si continua a menare il can per l’aia

    ed a fare i finocchi col culo degli altri.

    Mandi
  • Di Renzo Riva (---.---.---.208) 7 agosto 2012 22:02
    Renzo Riva

    Utilizza argomenti inconsistenti ed un pietismo becero e fa leva sul sentimentalismo un tanto al kilogrammo.

    Gli inidonei sono inidonei e basta.

    Pertanto si dovranno impiegare in mansioni appropriate alle loro condizioni ed ovviamente, non potranno pretendere compensi altro che previsti nelle nuove mansioni assegnate.

    La debolezza c’entra come i cavoli a merenda a meno che per debolezza non intenda instabilità emotiva ed incapacità relazionale che altro sono.

    Platone ne aveva scritto già ai suoi tempi sull’organizzazione sociale e del lavoro.

    Una legislazione appropriata, che sulla carta già esiste ma col tempo lascia il tempo che trova, dovrebbe tutelare la persona naturalmente svantaggiata, per nascita o perché acquisita, 
    ma che viene disattesa in barba ai proclami tribunizi di tutto l’arco, costituzionale ed incostituzionale, con buona pace di chi periodicamente solleva i polveroni mediatici.

    Homo homini lupus
    .
  • Di Renzo Riva (---.---.---.241) 1 agosto 2012 20:46
    Renzo Riva

    Ecco la risposta di Indro Montanelli a una lettrice del Corriere della Sera

    Montanelli Indro

    Pagina 29

    (30 dicembre 1995) - Corriere della Sera

    http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/30/Viaggiai_sul_carrozzone _degli_zingari_co_0_95123012229.shtml

    Caro Montanelli,
    Le faccio una domanda di attualita’ .
    Come possono vivere nella societa’ industriale moderna, gli zingari, nomadi, unico popolo del mondo che vuol vivere senza lavorare?

    Anna Lora Turre, Trieste

    Cara Signora,
    Non lo so.
    Ma la sua domanda e’ piu’ che legittima perche’ le nostre societa’ potranno convertire al lavoro qualunque comunita’ od etnia meno quella degli zingari.
    Glielo dice uno che gli zingari li conosce abbastanza bene essendo uno dei rarissimi estranei che sia stato una volta ammesso a viaggiare su uno dei loro carrozzoni, quando erano tirati dai cavalli.
    Questo avvenne nella primavera del ’ 39 . pensi un po’ ., quando mi trovavo in Albania, dove conobbi un ebreo greco del Cairo, del cui fratello ero stato compagno di scuola a Parigi, e che faceva di mestiere l’ impresario di violinisti tzigani andando a scoprirne i talenti nella loro randage tribu’ .
    Facendomi passare per suo assistente, ottenne un posto anche per me in una carovana in viaggio da Corizza in Albania a Salonicco attraverso Macedonia e Tessaglia.
    Questa "lunga marcia", che mi forni’ materia per un reportage a puntate sull’ edizione pomeridiana del Corriere, duro’ quaranta giorni, e non le dico in che condizioni arrivai alla meta: smagrito di parecchi chili (e nemmeno allora avevo da buttarne via) perche’ non potevo mettere in bocca gl’ intrugli che mangiavano loro in un sudiciume inenarrabile, e pieno di cimici, pulci e pidocchi, insomma ridotto in tale stato che all’ albergo si rifiutavano di accogliermi, e dovette intervenire il nostro Consolato per trovarmi un letto.
    In quel viaggio imparai, sulla vita degli zingari, varie cose, ma soprattutto una: l’ inutilita’ di spiegargli il motivo per cui eravamo continuamente inseguiti, spesso a schioppettate, dai contadini e pastori del posto, e che era uno solo: il furto.
    Rubavano tutto quello che trovavano per strada: agnelli, galline, farina, attrezzi sicche’ varie volte rischiai di morire anch’ io come ladro di polli.
    Ma non si rendevano conto di cio’ che facevano perche’ il concetto di "proprieta’ " non e’ mai entrato nei loro cervelli, tanto e’ vero che negli stessi carrozzoni tutto era di tutti, anche le donne e i figli.
    In questo erano molto simili agl’ indiani del Nord America, quando i pionieri gli offrivano qualcosa per comprare qualche pezzo di terra.
    Non capivano cosa significasse "comprare" perche’ per loro la terra non era di nessuno, cioe’ era dei bisonti che ognuno era libero di cacciare.
    Quindi, cara signora, la sua domanda e’ del tutto pertinente. E’ assolutamente impossibile istillare negli zingari il concetto di proprieta’ e quindi educarli al lavoro come mezzo per conquistarsela.
    Ma temo che sia altrettanto impossibile far capire tutto questo ai nostri pietisti, religiosi e laici, che farneticano di "integrarli".
  • Di Renzo Riva (---.---.---.11) 31 luglio 2012 17:56
    Renzo Riva

    Meglio Paracelso che essere come te un paraculo.


    Devo dire al partigiano della divisione lepre che oltretutto mantiene l’anonimato,
    che sarei felice chiudessero tutte le attività produttive italiane e non solo l’ILVA di Taranto.

    Vedrebbe l’anonimo innescarsi subito la danza dei tarantolari tarantini.

    Sono basito alla lettura dello sciopero dichiarato per tutto il Gruppo ILVA di 4 ore dove non riesco ancora ad intravedere la controparte; il che mi fa dire che a capo delle organizzazioni sindacali siano delle persone deficienti e soprattutto mistificatrici della realtà: confidano nella cretineria di chi rappresentano.
    Ma dove sta l’emergenza?

    L’ITALIA È MALATA
    Che assurdità fermare l’Ilva per i veleni di quindici anni fa
    Vendola è un doppiogiochista:
    sta con gli operai e coi pm, ma è colpa sua e della sua giunta se la fabbrica è stata sigillata.

    Non esiste nessun allarme diossina
    e la bonifica non serve ovvero serve solo a Vendola ed ai Verdastri che sono stati già ricompensati da un governo d’imbelli e reggicorda.
    Per ora, il governo sedicente tecnico li ha gratificati con 336 milioni,
    ma il racket del pizzo politico-sindacale non s’accontenta mai.
    Il presidente dei Verdastri ha subito messo le mani avanti lamentando che 336 milioni sono una risorsa «irrisoria», e Vendola gli ha fatto subito eco chiarendo «sono solo l’apertura di un ciclo che avrà risorse molto più cospicue».

    AVETE CAPITO L’ANTIFONA?
    Vogliono mettersi a carico del resto d’Italia.

    Questi oggi si coprono solo di ridicolo plaudendo la magistratura e,
    allo stesso tempo, solidarizzando con gli operai.

    Operai che però li manderanno a raccogliere le margherite
    di fronte al pericolo di perdere il lavoro che, sembra,
    al sindacato interessa affatto.

    Il sindacato avrebbe dovuto scagliarsi contro Vendola ed i politici regionali che,
    ad onta delle norme internazionali al riguardo dei limiti degli inquinanti in atmosfera e non,
    che si vantavano di avere fissato i limiti più restrittivi al mondo sulle emissioni di diossina, prevedendo, nel caso di superamento, proprio l’arresto degli impianti.

    Se c’è allora un vero colpevole per il provvedimento della magistratura
    è proprio la Regione Puglia con Vendola & C.

    Il sindacato pertanto dovrebbe denunciare alla magistratura i responsabili del procurato allarme e della chiusura dei reparti che tali limiti hanno imposto.

    Ma come detto all’inizio la deficienza e la correità nell’acquiescenza loro li spingerà al demagogico sciopero dichiarato di 4 ore in tutto il gruppo ILVA.
    .

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