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GeriSteve

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Depistaggio politico

Depistaggio politico

16 Giu. 2016 | GeriSteve  




Ultimi commenti

  • Di GeriSteve (---.---.---.183) 9 marzo 2015 23:41

    INDUISMO, CASTE E GENERE

    Qui, in realtà, di commenti io non ne ho visti molti.

    Ne vorrei fare uno io: è ovvio che il fatto e la reazione al fatto sono stati emblematici, e che oggi la cosa più importante è quella di seguire la via della rivoluzione sociale e sessuale, ma vale anche la pena di domandarsi il "perchè così è".

    Io non sono un conoscitore dell’India e neanche un filosofo delle religioni, ma un’occhiata alla origine ed essenza dell’induismo io ce la darei: i mass media hanno associato

    l’induismo a Ghandi e al pacifismo, ma non mi sembra proprio giusto.

    Prima ancora della studentessa stuprata nell’autobus, che l’induismo non è proprio emancipazione e pacifismo credo che lo potessero testimoniare le tante spose-vedove bruciate vive sulla pira del marito morto.

    L’induismo è stato artificialmente costruito dai brahamini, i sacerdoti del dio brahama, cioè del dio degli arii conquistatori dell’india (con un po’ di approssimazione geografica). Shiva e Visnù manco lo conoscevano, ma sono stati forzati nella loro trimurti (Brahama. Shiva e Visnù).

    La straordinaria forza dell’induismo è stata quella di avere costruito una giustificazione -accettatissima!- alle differenze sociali: se tu nasci in una casta bassa, non è colpa di chi ti ha fregato i posti migliori: E’ COLPA TUA, perchè non sei stato abbastanza buono nella tua vita precedente; però, se subisci senza disturbare, hai buone probabilità di progredire, ma in una vita successiva.

    Questa credenza ha dato una stabilità plurimillenaria all’induismo: niente lotta di classe- caste.

    Già, ma c’è un aspetto di cui non ho mai sentito parlare: non è che -per caso o per religione- se nasci femmina è ancora COLPA TUA, che non sei stato bravo nella tua vita precedente?

    La donna che esce la sera vuole accorciare troppo la sua conquista di un ruolo superiore: secondo l’induismo essa deve essere buona e obbediente, e forse così - ma SOLTANTO dopo essere morta- forse, avrà il privilegio di ri-nascere maschio.

    Ripeto: non ho studiato, ma mi sa tanto che è proprio così.

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.183) 9 marzo 2015 23:03

    Confesso di avere soltanto scorso l’articolo, senza leggerlo con attenzione.

    Non è per disprezzo, è perchè io sono già d’accordo con l’autore.

    C’è però un punto di disaccordo: io direi mooolto più ad alta voce che : una politica monetaria e finanziaria fatta da uno stato è cosa ben diversa da una pseudopolitica monetaria fatta da una BCE che non ha dietro uno stato.

    Sono in molti a dire che " l’euro è stato fatto male ".
    Io dico che invece è stato gravissimo fare l’euro senza una Europa dietro. Recentemente ho sentito che anche l’italiano più europeista di tutti : Altiero Spinelli, diceva esattamente la stessa cosa.

    E allora quali poteri ci hanno fatto credere che questa Europa così fallimentare fosse cosa buona e progressiva?

    Prendiamo un esempio indiscutibile: quella scemenza dell’accordo di Shengen. Ma come è possibile concordare una libera circolazione interna delle persone senza un controllo europeo (quindi : NON nazionale ) delle frontiere?

    Prendiamo un altro esmpio più grave: come non rendersi conto che garantire in Europa la libera circolazione di ogni merce consentita da uno stato significhi abbassare paurosamente -al livello più basso possibile!!- il livello di controllo??

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.183) 9 marzo 2015 02:21

    Lunghissimo articolo, denso di informazioni anche interessanti, ma che trascura il fatto fondamentale che tutti i servizi segreti formalmente combattono i traffici di droga, di armi e di terrorismi, ma che in realtà li gestiscono, o meglio: ciascuno ne gestisce una parte, in accordo o in concorrenza con altri servizi.

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.183) 9 marzo 2015 02:05

    Il commento precedente appare "stonato" con l’articolo, ma in realtà a me sembra molto pertinente.

    Quando si citano Anna Kulishoff o Rosa Luxemburg (la Iotti io la lascerei stare) oppure le fasi più rampanti del femminismo, si citano periodi in cui c’era una forte aspettativa dell’ampliamento dei diritti del cittadino, sia individuali che collettivi. Era giusto e logico che in quell’ampliamento le donne volessero recuperare i loro svantaggi, come la mancanza di diritto di voto politico.

    Oggi invece quei diritti di tutti i cittadini (maschi o femmine) sono attacccati o svuotati dal potere finanziario globale, da quelli locali e da caste di politicanti corrotti e inamovibili.

    In questi contesti la possibilità di progressione sociale delle donne in forma meritocratica e paritaria è sempre più difficile e meno credibile, mentre appare più praticabile la progressione basata sull’attraenza sessuale: veline, prostitute, amanti o mogli di ricchi o potenti privilegiati; proprio l’opposto dell’essere piuttosto che apparire e dell’emancipazione femminile.

    In Italia poi, la crisi economica spinge molti giovani a rinunciare a metter su famiglia, umiliando così le naturali e legittime aspirazioni di paternità e -ancor più- di maternità.

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.183) 9 marzo 2015 01:28

    Stati confederati non-nazionali? una via mediorientale?

     

     

    Articolo molto interessante, ma nel titolo leggo che "i curdi hanno la soluzione".


    Io capisco che i curdi e in particolare il leader di questo partito curdo si preoccupano di autogestire il territorio che controllano e di opporsi all’Isis senza porsi adesso il problema istituzionale.


    Credo anche che facciano bene a fare così, ma francamente io non la vedo come " la soluzione ". 


    Questo partito diventerà lo stato (o la nazione)? Oppure gestirà quello stato insieme ad altri partiti? E allora quella gestione collegiale avrà delle regole di gestione e quindi sarà un qualche stato-nazione, o no?


    La mia impressione è che ci sia, almeno abbozzata, una strategia di lungo termine: costruire una o più comunità locali piccole e poi vedere come confederarsi in qualcosa di più grande con chi è disposto a rispettare questo schema. Lo schema sembra bello, ma non lo vedo funzionale: di fatto ci si può confederare soltanto con i confinanti, altrimenti si ha uno stato con dei buchi, poi se le "comunità" hanno regole o qualità di vita troppo diverse è inevitabile che si creino conflitti interni.


    Mi sembra che nel mondo ci siano soltanto due esempi di confederazioni funzionanti: gli Usa e la Svizzera.
    Negli Usa la cosa funziona perchè c’è gran ricchezza di territorio e di risorse, e comunque la politica economica, la difesa dei confini, l’esercito e la politica estera sono in mano al governo federale, e  sempre più poteri vi si accentrano. Nella Svizzera c’è la gran ricchezza delle banche con i soldi di tutto il mondo di cui beneficiano gli svizzeri che, in cambio di quel benessere e di una efficiente autogestione locale delegano completamente il loro governo al potere bancario. Ad esempio, il golpe di Pinochet è stato fortemente sostenuto dal governo, che però non ne ha mai neanche informato gli svizzeri.


    La Germania è una confederazione, ma con tanta omogeneità da somigliare ad uno stato classico: le leggi sono nazionali, la polizia e la giustizia pure; lo stato aiuta i lender poveri (ovviamente con i soldi di quelli ricchi).


    Anche l’URSS era una confederazione, lo era anche la Yugoslavia, credo che lo fosse il Pakistan-Bangladesh, lo era la Cecoslovacchia, ma hanno avuto le loro difficoltà. Perfino il minuscolo Belgio rischia la secessione.


    Paradossalmente, i poteri forti della globalizzazione sarebbero molto contenti di non essere intralciati da stati-nazioni di tipo classico; anche per questo, io la soluzione curda non la vedo.


    GeriSteve

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