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Fabio Della Pergola

Fabio Della Pergola

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Ultimi commenti

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 12 dicembre 2014 13:39
    Fabio Della Pergola

    Non credevo che ci fosse bisogno di rispondere a un commento così.

    Il gruppo di genitori che chiedono... non rappresentano lo stato, è ovvio; ma il preside sì. E ha fatto benissimo a rifiutare una manifestazione religiosa di parte (per quanto maggioritaria) in un edificio istituzionale. Se il gruppo di genitori avesse chiesto di porre il crocefisso nelle aule (cosa che succede quando qualcuno si attiva per impedirne la rimozione) e il preside avesse acconsentito, avremmo (come abbiamo) edifici pubblici contrassegnati con il simbolo di una identità religiosa di parte. Che è esattamente quello che avviene, avendo lo Stato e buona parte dell’opinione pubblica, compresa quella dei commentatori qui presenti, abdicato all’idea di laicità super partes delle istituzioni. Contribuendo così a confondendere le idee tra diritti privati (da rispettare sempre) e doveri istituzionali di imparzialità (che non dovrebbero essere mai violati).

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 12 dicembre 2014 00:23
    Fabio Della Pergola

    Come al solito lei gioca con le parole come se fossero birilli, tanto per farsi tornare tutto. Lo "stato può escludere...può includere"....ma di che parla ?! "ogni cittadino può, se vuole, manifestare pubblicamente"..... e chi glielo impedisce, al cittadino, di manifestare quello che gli pare ? Ma qui si parla di spazi istituzionali e di quello che praticano le istituzioni dello Stato.

    In Italia c’è il crocefisso perfino nelle aule di tribunale, e si pretende che nelle scuole si faccia il presepe e la televisione di stato non dà spazio, se non a notte fonda, a protestanti ed ebrei. Ma zero alle ragioni degli atei o a chi si oppone al dilagare petulante di ogni papa. Provi lei a mettere una menorah o un versetto del Corano accanto al crocefisso in un’aula istituzionale e poi si ride.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 dicembre 2014 02:22
    Fabio Della Pergola

    Quando poi si abdica al concetto di laicità dello Stato, come accade in Italia, i risultati si vedono qui http://www.agoravox.it/Religioni-in... La televisione di Stato riserva quasi il 100% alla religione cattolica e non concede "nessuno spazio dedicato alle opinioni atee e agnostiche"..."le tematiche ‘atee’, ‘agnostiche’ o ‘razionaliste’” - appartengono a un ambito culturale talmente vasto da non poter essere ricondotte ad alcuno specifico soggetto: “Appaiono riassorbite nell’insieme degli argomenti non religiosi trattati dalla stessa Rai nella sua articolata programmazione”...il che suona come una emerita presa in giro: se vuoi dire in televisione i motivi dell’ateismo non lo puoi fare. Le tue tematiche sono "assorbite" in chissà cosa...partite di pallone ? fiction ? film ? documentari sulla natura ?

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 dicembre 2014 02:16
    Fabio Della Pergola

    Quando non si capisce la differenza tra "luogo pubblico" e "istituzione pubblica" ogni discorso è vano. Così come è vano sottolineare la differenza fra i diritti individuali di esprimere la propria identità umana, ma anche quella di appartenenza etnica e religiosa, se si vuole, e il dovere dello Stato di mantenersi laicamente neutrale rispetto alle diverse convinzioni religiose, proprio perché afferma (o dovrebbe affermare) la religiosità come espressione personale e individuale, non come identità istituzionale (dal momento che non siamo una teocrazia). La differenza è tutta qui.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 10 dicembre 2014 09:46
    Fabio Della Pergola

    C’è un errore di fondo in quest’ultimo commento e lo dico senza voler fare alcuna polemica. In fondo è una questione di cui si parla da tempo e nessuno muore se c’è un presepe o se invece non viene fatto.
    Ma l’errore di fondo mi pare significativo. Qui la questione, secondo me, prescinde dal problema immigrazione (o almeno possiamo mettere fra parentesi la sensibilità o meno degli immigratri che possono essere cristiani, come i sudamericani o i filippini, islamici, induisti, atei o altro). Il problema è di chi è l’identità nazionale di questo paese. Quando ci si chiede «perché NOI, QUI, dovremmo modificare le nostre abitudini...» di quale "noi" si parla ? Ebbene leggiamo che «l’Italia è abitata in gran parte da italiani...» eccetera. Si sta cioè parlando di una maggioranza, non di tutti i cittadini.

    Questa logica è comprensibile se si parla di un partito, perfino di un governo (anche se non dovrebbe essere così), ma MAI si può pensare che uno Stato possa essere lo stato di una maggioranza: lo Stato è e deve essere lo Stato di TUTTI. E le istituzioni repubblicane sono tali se sono istituzioni di TUTTI.

    In questo paese vivono minoranze - pensiamo agli ebrei che sono qui da secoli prima di Cristo, pensiamo agli atei che sono una minoranza non insignificante, pensiamo ai buddisti o di altre forme minori - che sono ITALIANI, non immigranti. E che hanno versato sangue, quando è stato loro richiesto, per FARE questa nazione. Vogliamo ricordarci di quell’ufficiale di artiglieria cui fu chiesto di sparare il primo colpo contro Porta Pia per "fare" l’Italia ? Era ebreo, perché il Papa aveva minacciato la scomunica per chi avesse iniziato a sparare contro le mura di Roma.

    Vogliamo pensare ai morti durante le guerre o ai partigiani ? Non c’erano atei fra loro ? non c’erano ebrei ? E quindi da dove viene fuori quest’idea che una parte, per quanto maggioritaria, degli italiani si sarebbe approppriata dell’identità nazionale ? Chi l’ha deciso ? E quando ? Dove sta scritto che l’identità della Repubblica è cristiana, quando ha essa stessa rinunciato ad avere una "religione nazionale" ?
     
    Quindi se la "gran parte di italiani" vogliono "tenere i crocefissi dove gli pare e il presepe lo fanno se ne hanno voglia" e mangiare quello che vogliono eccetera... nessuno glielo impedisce, né mai - MAI - nessuno gliel’ha impedito. Ma lo fanno a casa loro, non negli spazi pubblici, cioè nelle case di tutti. Oppure all’aperto dove ciascuno fa quello che vuole, se rispetta le disposizioni di legge.

    Le case dello Stato non sono case SOLO loro, invece. Lo Stato è casa di tutti e deve rispettare tutti. Anche quegli italiani (e non sono pochi) che nelle tradizioni religiose della maggioranza non si riconoscono. Poi, ma solo POI, c’è anche la questione degli immigrati. So benissimo che le cose non stanno così in realtà, e che i crocefissi stanno ovunque perché la magistratura non è d’accordo con questa impostazione, ma così la vedo io e non mi pare di offendere nessuno. Casomai l’idea che la maggioranza si sia appropriata dell’identità nazionale potrebbe offendere me, perché mi fa sentire ospite a casa altrui, quando invece questa è casa MIA. Ma di questo sembra che non importi niente a nessuno. Sono solo una minoranza.

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