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Doriana Goracci

Doriana Goracci

Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo, usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia.

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  • Primo articolo giovedì 08 Agosto 2009
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Ultimi commenti

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.158) 13 dicembre 2020 09:59
    Doriana Goracci
    lui l’ha fatto, è un giornalista, con la G maiuscola,in memoria di Giulio Regeni su
    la Repubblica
    : "Caro direttore, domani lunedì 14 dicembre, andrò all’Ambasciata di Francia per restituire le insegne della Legion d’onore a suo tempo conferitemi. Un gesto nello stesso grave e puramente simbolico, potrei dire sentimentale. Sento di doverlo fare per il profondo legame culturale e affettivo che mi lega alla Francia, terra d’origine della mia famiglia. .." Corrado Augias ha deciso di restituire le insegne della Legion d’Onore in seguito alla presentazione di questa stessa decorazione al presidente egiziano Abdel Fatah Al Sissi durante la sua visita a Parigi pochi giorni fa. "Non condivido questo onore con un capo di Stato che si è oggettivamente reso complice di criminali" ha scritto Augias in una lettera all’ambasciatore di Francia a Roma, riferendosi all’assassinio di Giulio Regeni come "una ferita sanguinosa" per gli italiani. "Mi sarei aspettato dal presidente Macron un gesto di comprensione se non di fratellanza, in nome dell’Europa che - insieme - ci sforziamo tanto di costruire". Condivido il testo in francese: "Monsieur l’Ambassadeur, je vous rends les insignes de la Légion d’honneur. Quand elle me fut accordée, le geste m’émut profondément. Ça donnait une sorte de consécration à mon amour pour la France, pour sa culture. J’ai toujours considéré votre pays comme une sœur aînée de l’Italie et comme ma seconde patrie, j’y ai vécu longtemps, je compte bien continuer à le faire. En juin 1940, mon père souffrit jusqu’aux larmes de l’agression de l’Italie fasciste contre une France déjà presque vaincue.
    Je vous remets donc ces enseignes avec douleur, j’étais fier de montrer le ruban rouge à la boutonnière de ma veste. Mais je ne partage pas cet honneur avec un chef d’État qui s’est fait objectivement complice de criminels.
    L’assassinat de Giulio Regeni représente pour nous, les Italiens, une blessure sanglante, un affront, et j’aurais attendu de la part du Président Macron un geste de compréhension sinon de fraternité, au nom de l’Europe que - ensemble - nous essayons si durement de construire.
    Je ne veux pas vous paraître trop naïf. Je connais bien les mécanismes des affaires et de la diplomatie - mais je sais aussi qu’il y a une mesure et que, comme l’écrit le poète latin Horatio : Sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum.
    Je crois que dans ce cas, la mesure du juste a été bien dépassée, voire outragée.
    Avec mes regrets les plus profonds".
    Corrado Augias
  • Di Doriana Goracci (---.---.---.254) 12 dicembre 2020 17:56
    Doriana Goracci
    vado per punti a risponderti Guido e ti ringrazio molto del commento che significa attenzione.
    "Oriana Fallaci aveva ben descritto il mostro." mi scrivi, e certo che aveva previsto molti orrori, non ci voleva molto, ogni guerra ne emette a raffica fino alla strage finale, se mai abbia una fine la guerra. Poi scrivi "La stupidità occidentale non lo ha combattuto efficacemente." pensi davvero che bisognasse essere più duri ? Io ho l’impressione che ci abbiano mangiato in molti con la guerra...poi da ultimo riporti " In Europa l’illuminismo è stato un miracolo della storia" (Voltaire elogio della ragione)" Durerà?" Voltaire era dotato di tanta ironia che a me pare mancasse nella Fallaci, lui era anticlericale e laico , che non era la Fallaci, inoltre era un autore di favole che non era la Fallaci...Cosa durerà? La pace? La guerra? Io credo che la Fallaci fu devastata dall’impossibilità dell’ essere madre e dalla mancanza di una relazione stabile che potesse ridarle serenità, persa del tutto negli ultimi anni della sua vita. Ricordo bene quando andai a Firenze nel 2002 e i suoi proclami...contro chi manifestava: "La Fallaci pubblicò una lettera aperta sul Corriere della Sera, nella quale chiese ai fiorentini di listare la città a lutto al passare dei manifestanti.Il corteo dei no-global non passò per le vie del centro storico (solo la manifestazione inaugurale si tenne in piazza Santa Croce) e si risolse senza incidenti di rilievo."
    Dopo il 2001, si disse favorevole all’intervento militare in Afghanistan. Abbiamo visto che frutti può dare l’odio e il pregiudizio.Oggi se fosse viva sarebbe una star, immagino chi potrebbe amarla senza confini e riserve.Scusa se sono andata un po’ troppo in la’.
  • Di Doriana Goracci (---.---.---.196) 10 dicembre 2020 20:53
    Doriana Goracci
    ultime notizie 10 dicembre Ansa: "Nessuno avrebbe pensato di arrivare dove siamo oggi. Oggi è una tappa importante per la democrazia italiana e per l’Egitto.Niente ci ferma. La nostra lotta di famiglia è diventata una lotta di civilità per i diritti umani, che è come se agisse Giulio. Giulio è diventato uno specchio che riverbera in tutto il mondo come vengono violati i diritti umani in Egitto ogni giorno". Lo ha detto in conferenza stampa alla Camera Paola Regeni, madre di Giulio nel giorno in cui la Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta sulla morte del ricercatore italiano. I Pm hanno emesso avvisi di chiusura indagini, che precedono la richiesta di processo, per 4 appartenenti ai servizi segreti egiziani. Le accuse variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Nell’atto di chiusura delle indagini i pm parlano di sevizie durate giorni che causarono a Giulio Regeni acute sofferenze fisiche messe in atto anche attraverso oggetti roventi, calci, pugni, lame e bastoni.

    Teste, vidi Giulio ammanettato e con segni tortura - "Ho visto Giulio ammanettato a terra con segni di tortura sul torace". E’ il racconto fornito da uno dei cinque testimoni sentiti dai magistrati di Roma nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni. La sua testimonianza è stata citata oggi dal pm Sergio Colaiocco nel corso dell’audizione davanti alla commissione di inchiesta sulla morte del giovane ricercatore italiano. Ho lavorato per 15 anni nella sede della National Security dove Giulio è stato ucciso - ha raccontato il testimone -. E’ una villa che risale ai tempi di Nasser, poi sfruttata dagli organi investigativi. Al primo piano della struttura c’è la stanza 13 dove vengono portati gli stranieri sospettati di avere tramato contro la sicurezza nazionale. Il 28 o 29 gennaio ho visto Regeni in quella stanza con ufficiali e agenti. C’erano catene di ferro con cui legavano le persone, lui era mezzo nudo e aveva sul torace segni di tortura e parlava in italiano. Delirava, era molto magro. Era sdraiato a terra con il viso riverso, ammanettato. Dietro schiena aveva dei segni, anche se sono passati anni ricordo quella scena. L’ho riconosciuto alcuni giorni dopo da foto sui giornali e ho capito che era lui".

    Mamma Regeni, Commissione chiarisca su zone grigie in Italia - "Chiediamo alla Commissione di inchiesta di fare chiarezza sulle responsabilità italiane, ci riferiamo a tutte quelle zone grigie.. Cosa è successo nei Palazzi italiani da quel 25 gennaio al 3 febbraio. Come mai Giulio, un cittadino italiano, non è stato salvato in un Paese che era amico e che continua ad essere amico?". Lo ha detto Paola Regeni, madre di Giulio, aggiungendo che "altrimenti tutti gli italiani che vanno all’estero possono ben dire di non sentirsi sicuri". "La stampa ’buona’ lavori sull’Egitto, racconti l’Egitto, così aiutiamo anche popolo egiziano. Fate giornalismo investigativo, chiedete ai politici ’cosa state facendo?’, "presidente Conte che sta facendo per la verità su Giulio? E il ministro degli Esteri Di Maio? I rapporti bilaterali con l’Egitto sono divenuti sempre più un’amicizia".

    Papà Regeni: ’Via l’ambasciatore, è servito solo per interessi’ -Da quando nel 2017 è stato rinviato l’ambasciatore italiano durante il governo Gentiloni "uno degli scopi era la ricerca di verità e giustizia per nostro figlio Giulio. Purtroppo questo punto è stato messo in secondo piano dando priorità alla normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Egitto e a sviluppare i reciproci interessi in campo economico, finanziario e militare, vedi la recente vendita delle fregate, e nel turismo, evitando di affrontare qualsiasi scontro. L’atteggiamento dell’ambasciatore Cantini è una chiara dimostrazione di tutto ciò". Lo ha detto Claudio Regeni chiedendo di "richiamare in Italia l’ambasciatore". "I diritti umani non sono negoziabili con petrolio, armi e soldi. E questo ce lo dimostra la famiglia Regeni. Vorremo la stessa fermezza e abnegazione da parte di chi ci governa, affinché dimostrino che la giustizia non è barattabile. Questo è un punto di partenza, ci sono voluti cinque anni". Lo ha detto in conferenza stampa alla Camera l’avvocato Alessandra Ballarin, legale della famiglia Regeni.
    Chiesta l’archiviazione per una quinta persona, sempre 007 del Cairo. A rischiare il processo sono il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Quest’ultimo indagato, oltre al sequestro di persona pluriaggravato contestato a tutti, è accusato di lesioni personali aggravate (essendo stato introdotto il reato di tortura solo nel luglio del 2017) e l’omicidio del ricercatore friulano. Chiesta l’archiviazione invece per Mahmoud Najem. "Per quest’ultimo - spiega una nota della Procura di Roma - non sono stati raccolti elementi sufficienti, allo stato, a sostenere l’accusa in giudizio".
  • Di Doriana Goracci (---.---.---.196) 10 dicembre 2020 20:41
    Doriana Goracci

    ho casa riscaldata, eppure leggendoti ora ho sentito certi brividi...non so come ce la faccia Conte. Un abbraccio a te e a Enzo, allego quanto ha scritto poco fa sulla sua pagina facebook https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/photos/a.385574775257827/1123548721 460425/

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.99) 9 dicembre 2020 07:46
    Doriana Goracci

    A distanza di 5 anni, oggi 9 dicembre 2020 ho cercato notizie in merito alla sorte di

    Ashraf Fayadh. Le ultime che ho trovato anche nella stampa internazionale sono datate ottobre 2019:"Al momento Fayadh è in carcere nella città di Abha e sta scontando la pena ricevendo le 800 frustate a più riprese.“Epicrisi” è la sua seconda raccolta di versi pubblicata in Italia da Di Felice Edizioni nel 2019."

    Ricordo che Ashraf Fayadh, è un poeta di origine palestinese nato in Arabia Saudita, è stato processato nel 2014 nel suo paese natale per aver scritto e pubblicato a Beirut nel 2008, la raccolta di poesie “Instructions Within”, pubblicata in Italia con il titolo: “Le istruzioni sono all’interno”, subito ritirata dalla circolazione. 

    Per i tribunali sauditi le poesie Ashraf che commentano questioni sociali del mondo arabo, come l’esilio, l’amore, la situazione dei profughi, non possono e non devono essere lette. Per questo Ashraf nell’estate del 2014 è stato condannato a morte per il reato di apostasia e per la diffusione di idee blasfeme contro la religione e il profeta. Poi, grazie a una grande campagna internazionale a suo sostegno e molta solidarietà da parte dell’opinione pubblica, le autorità hanno commutato la pena per Ashraf in 8 anni di reclusione e 800 frustate.

    Al momento Fayadh è in carcere nella città di Abha e sta scontando la pena ricevendo le 800 frustate a più riprese.
    http://poesia.blog.rainews.it/2019/10/resta-in-carcere-il-poeta-ashraf-fayadh-che-era-stato-condannato-a-morte-per-apostasia-da-un-tribunale-saudita/


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