Malalai Maiwand, uccisa per fare Giornalismo e salvare il Diritto umano alla vita

par Doriana Goracci
venerdì 11 dicembre 2020

Noi in Italia non ne sapevamo niente di Malala Malalai Maiwand, me compresa, notissima giornalista radiotelevisiva e attivista per i diritti umani in Afghanistan, e invece ecco la notizia a Radio3 Mondo del suo atroce assassinio, mentre andava nella redazione di Enikass Radio e TV a Jalabad, con il suo autista Mohammad Tahir: sono stati crivellati di colpi da mostri internazionali che conosciamo in parte come ISIS, nelle loro rivendicazioni di massacri umani. E' la decima vittima del giornalismo in Afghanistan,nel solo 2020.

Dalla macchina che la portava al lavoro è passata alla bara. In un video di ieri ci si chiede Perché Malala Maiwand è stata presa di mira? Già, perchè lei afghana, giornalista, donna?

 Malala Maiwand, era particolarmente impegnata sul fronte dei diritti delle donne e dei bambini nel suo Paese, e aveva già cinque anni fa perso la madre, storica attivista per i diritti umani, uccisa da uomini armati, a tutt'oggi ignoti. L'Isis ha riferito che «i soldati del Califfato» hanno preso di mira la giornalista perché era «vicina al regime di Kabul».

Nai, organizzazione di sostegno al settore dei media in Afghanistan ha dichiarato: «Con l'uccisione di Malala Maiwand, si restringe ulteriormente il terreno di lavoro per le giornaliste che rischiano di non potere più svolgere la propria attività come prima» A novembre altri due giornalisti avevano perso la vita in due attacchi: il 33enne Mohammad Ilyas Dayee di Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), morto nell'esplosione di un ordigno collocato sulla sua auto, e Yama Siawash, noto presentatore di Tolonews Tv, assassinato con un'autobomba a Kabul.

I negoziati di pace a Doha tra il governo e i talebani, vanno avanti così ,tra attentati a giornalisti, esponenti politici, religiosi e attivisti per i diritti umani. In un articolo e video della BBC ci si chiede Is peace with the Taliban possible? Ed è  Lyse Doucet, capo corrispondente internazionale della BBC a parlarne,un anno fa.Una donna,giornalista. Era maggio del 2019 quando scrissi "Mena Mangal, giornalista, una mattina sulla porta di casa a Kabul"

E' passato poco più di un anno e mi ritrovo a scrivere di un'altra giovane donna e giornalista, uccisa, e non è primavera ma dicembre, una mattina gelata e un obbligo chiedere protezione nazionale e internazionale per le donne che esistono e resistono,armate solo di tanto coraggio e determinazione nel comunicare.Ricordatevi che le piccole donne in tutte il mondo, crescono e diventano grandi Donne.

Doriana Goracci

n.b. Malalai di Maiwandè anche conosciuta come "The Afghan Jeanne d'Arc" e come "The Afghan Molly Pitcher"" nel mondo occidentale. Ci sono molte scuole, ospedali e altre istituzioni che portano il suo nome in Afghanistan. La sua storia è raccontata nei libri di testo della scuola afghana. L'attivista pakistano-pashtun per i diritti delle donne Malala Yousafzai e l'attivista-politico afghano Malalai Joya prendono il nome da Malalai di Maiwand.

 

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