Il M5S e la difficile arte della mediazione politica

par Giovanni Pulvino
giovedì 10 dicembre 2020

Tra defezioni, dissensi sulla linea politica e ripicche interne, nel M5s cresce il malessere di deputati e senatori, ma poi vota compatto sul Mes

Foto dal ilblogdellestelle.it del 10 aprile 2020

Il M5s è contrario al Mes, ma vota compatto o quasi sulla risoluzione proposta dalla maggioranza. I grillini sono così, irriducibili nei propositi, ma pronti alla mediazione quando si devono prendere decisioni importanti.

La politica è l’arte del compromesso’ scriveva Franz Liszt. I partiti, oltre a rappresentare gli interessi e gli ideali delle varie categorie sociali, dovrebbero avere il compito di colmare la distanza che c’è tra governati e governanti e non limitarsi a sottolineare i vizi degli avversari.

Uno dei punti di forza della propaganda grillina è stata ed è la mancanza di una precisa identità ideologica. ‘Non esistono più una Destra e una Sinistra, ripetono continuamente leader e sostenitori. Per mantenere l’unità degli aderenti si minimizza il fatto che il M5s ha elettori che hanno una provenienza ideologia composita, cioè progressista, moderata e conservatrice.

La compattezza del Movimento è fondata sull'antipolitica. Essa è solida se il partito è all'opposizione, ma tende a sgretolarsi quando è chiamato a governare. Quando si devono prendere decisioni che incidono nella sfera economica delle diverse categorie sociali torna ad emergere la ‘vecchia’ distinzione tra politiche di Sinistra e di Destra. Il ‘cortocircuito’ tra le diverse ‘anime’ del Movimento è, quindi, inevitabile. Ed è questo quello che sta avvenendo.

Poi ci sono motivazioni per così dire ‘materiali’, come la questione dei rimborsi e della decurtazione dello stipendio. A tale proposito basta citare quanto sosteneva già negli anni Sessanta, l’allora segretario del Partito Socialista Italiano, Pietro Nenni: ‘In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano’. Ancora oggi è così. Si rassegnino, quindi, i sostenitori grillini, perché non bastano le buone intenzioni per impedire che ci siano parlamentari, governatori, sindaci o semplici consiglieri comunali, anche tra i pentastellati, che utilizzano la politica per fare i propri interessi anziché quelli dei cittadini.

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