La cosa eccezionale è che
chiunque poteva candidarsi, ad eccezione di coloro che avevano
precedenti penali, quindi anche uno studente, un disoccupato, un
avvocato, un artigiano potevano rappresentare gli interessi del popolo
islandese (e non solo una piccola fetta di plutocrati, tecnocrati e
politici). Un grande gesto di democrazia radicale. Ricordiamoci però che
loro sono 300mila, noi più di 50 milioni solo in Italia. Non
dimentichiamo nemmeno che "tanti niente uccisero un asino" e che quindi
possiamo trarre dei preziosi insegnamenti da questa esperienza per
implementare un modello democratico più vicino agli interessi delle
persone a poco a poco,città per città, provincia per provincia. Tutto
questo forse ci permetterà di riprenderci le redini di quello che ormai è
L’Impero Europeo.