Milazzo (ME) - Inspiegabili licenziamenti nell’area del porto
par Foti Rodrigo
lunedì 7 luglio 2025
Al giorno d’oggi il settore legato alle attività marittime è in fase di forte espansione; ma nel contesto milazzese pare stia vivendo antiteticamente una fase caotica, poiché, se da un lato si assiste alla realizzazione di infrastrutture in grado di garantire ulteriori approdi, specialmente per le petroliere e quei natanti adibiti ai servizi funzionali alla raffineria, dall’altro vi è una massiccia campagna di licenziamenti, di cui alcuni senza una giusta causa, né un giustificato motivo, una situazione incresciosa, salita alla ribalta con le denunce di Sergio Lopresti e di Ivano Cuciti, ex lavoratori appartenenti alla società “Mare pulito”, la quale ha deciso improvvisamente di porre termine al loro rapporto professionale.
Sintomatica è la testimonianza di Sergio Lopresti, licenziato insieme ad altro personale marittimo il 31 gennaio 2023 con l’accuso di aver usufruito dell’esonero contributivo senza che gli spettasse con inoltre l’imporgli la restituzione delle somme indebitamente riconosciute. “Tale periodo di lavoro a tempo indeterminato pregresso non risulta nell’estratto conto contributivo, poiché non è mai stato svolto da me, ad eccezione di qualche imbarco durante il periodo scolastico sulla barca da pesca di mio padre, come testimoniabile dal medesimo documento. – ha commentato Lopresti – In data 13.02.2023, prot. 9496, ho ricevuto dalla Capitaneria di Porto di Milazzo una raccomandata con argomento la cessazione del contratto a tempo indeterminato; per di più ha esortato a presentarmi da loro per regolarizzare lo sbarco ex art. 342 del Codice della Navigazione per volontà dell’armatore. Mi oppongo a questo licenziamento ed a questa raccomandata di sbarco, mandando la p.e.c. alla stessa Capitaneria il 24.02.2023 con oggetto la cessazione contratto a tempo indeterminato. La stessa è inviata a CompaMare Catania, MariCoGeCap, Ispettorato del Lavoro, Organizzazione Internazionale del lavoro, Direzione generale per la vigilanza sulle autorità di sistema portuale, trasporto marittimo e per vie d’acqua interne, dove erano scritte alcune motivazioni, per cui io non avrei dovuto fare lo sbarco, nonostante il mio licenziamento fosse illegittimo, perché non vi era sentenza di un Giudice, che attestasse la mia colpevolezza per i fatti denunciati dal mio armatore, essendoci anche una sentenza di Cassazione limitante lo sbarco da parte dell’armatore. Di tale giudizio della Cassazione sono stato informato dal Sig. Gennaro Bottiglieri del sindacato ORSA; inoltre ho fatto presente che la società Mare Pulito attualmente non aveva un contratto attivo, come testimonia la disdetta presentata alla U.I.L. Trasporti in data 31.08.2022 con oggetto la disdetta del contratto aziendale del 20.03.2003 e accordi successivi della società Mare Pulito s.r.l. di Milazzo. Benché io abbia allegato il giorno dello sbarco la nota dell’avvocato d’impugnazione del licenziamento, poiché illegittimo, avallato dalla comunicazione UNILAV, dove la società mi inquadra con il CCNL di categoria fra i 135 dipendenti delle imprese, che attendono alle operazioni portuali ai magazzini e silos per addetti alle compagnie portuali, nonostante io svolgessi un servizio h24 imbarcato a libretto sul rimorchiatore facente servizio antinquinamento sotto le 150 tonnellate. Alla luce dell’inquadramento non marittimo, ma di personale a terra, mi viene il dubbio che questa convenzione non sia regolare, poiché il datore di lavoro Marco Aurelio Giamboi e l’Agenzia marittima Laquidara, curante le pratiche di sbarco imbarco e trasbordi, in effetti abbia truffato me e anche possibilmente la Capitaneria. In una nota dell’INPS, dopo una mia richiesta di contributi versati di lavoro marittimo, apprendo la reiezione della domanda di estratto conto marittimi, poiché non risultano periodi di lavoro marittimo ed i pescatori associati in cooperativa non sono riconosciuti come categoria di marittimi ai fini pensionistici; ma come assicurati all’A.G.O. Alla luce di quanto esplicato, io sono la persona danneggiata, licenziato da quasi un anno e non avendo ancora ricevuto le varie spettanze economiche per una vecchia sospensione illegittima di 4 mesi, dove è stato accertato dal medico competente del lavoro che fosse illegittima e tutte le varie spettanze di differenza pecuniarie e contributive del CCNL di categoria di marittimi sotto le 151 tonnellate rispetto al CCNL di lavoratori portuali e silos. Mi viene anche da pensare come possa la società ancora lavorare inquadrando i dipendenti in modo non consono”. Ivano Cuciti ha lavorato presso la ditta “Mare Pulito” s.r.l. dal 2018 a luglio 2022, data di un incomprensibile licenziamento per avere denunciato alla Capitaneria un’avaria di bordo, dapprima come giovanotto e dal 2020 come Comandante ed ex r.l.s. (dal gennaio al marzo 2022). “In qualità di comandante sono stato minacciato dapprima telefonicamente e successivamente con una nota p.e.c. nel luglio 2022, accusato di non applicare il regolamento di sicurezza, previsto a bordo, in tutto per aver segnalato quanto previsto dal Codice della Navigazione alla Capitaneria. – è la dolorosa testimonianza di Cuciti – Dopo la denuncia di evento straordinario la ditta mi ha trasbordato per non essere presente nella visita dell’ente RINA. Con sentenza del giugno 2024 il giudice del lavoro aveva annullato il licenziamento, poiché ritorsivo, nullo ed illegittimo (con obbligo di reintegra a tutt’oggi non rispettata), mentre in appello è venuta meno la ritorsione, ma rimane l’obbligo al reintegro a tutt’oggi non eseguita. La società ha iniziato ad avere atti persecutori nei confronti delle persone iscritte al sindacato, le quali chiedevano i propri diritti, ovvero applicare il C.C.N.L. di categoria marittimi e non quello di operaio metalmeccanico con inquadramento previdenziale (confezionamento prodotti servizi per l’agricoltura, fotografia aerea). A ciò si aggiunga l’introduzione obbligatoria del registro orario di lavoro a bordo, avvenuto nel novembre 2021, quando l’obbligo sussisteva già a partire dall’anno 2005. Il rispetto delle normative riguardanti la sicurezza sul lavoro non sono garantite (ad esempio, il lavoro notturno non dichiarato e retribuito, i riposi compensativi mai retribuiti, ecc.). Insieme a Sergio Lopresti abbiamo denunciato il tutto alle autorità competenti (Capitaneria di porto di Milazzo, Ispettorato del Lavoro Messina, Direzione marittima di Catania, Comando generale della Capitaneria di porto, INPS, INAIL) a mezzo p.e.c. senza tuttavia aver avuto alcun riscontro. Oltre a ciò, la ditta non ha mai aperto alcuna posizione assicurativa della navigazione dei nostri confronti”. Essi hanno infine lanciato un appello a tutti quegli operatori portuali, vittime di angherie e di illiceità affinché denuncino quegli atteggiamenti e decisioni avversi alla normativa vigente e conseguano il riconoscimento di quei diritti e quella retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del proprio lavoro, a garantire loro un’esistenza libera e dignitosa, consacrata dall’articolo 36 della Costituzione della Repubblica italiana.
Foti Rodrigo