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Renzo Riva

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  • Primo articolo mercoledì 12 Dicembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di Renzo Riva (---.---.---.220) 5 settembre 2011 01:13
    Renzo Riva

    http://www.youtube.com/watch?v=oC92...

    Non solo Nouriel Rubini ma anche Eugenio Benetazzo.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.9) 3 settembre 2011 00:30
    Renzo Riva

    http://www.agoravox.it/Italia-2011-...

    Peggio di un’azienda statale è solo un’azienda monopolista.

    Perché ci siano quelli che rivendicano il diritto al lavoro
    abbisogna ci siano altri a cui corre l’obbligo del dovere di darlo.

    Ecco dove sta l’incongruenza e l’effetto placebo di questi articoli 1 e 4 della carta.

    Seguire i miei commenti precedenti sull’argomento al seguente collegamento:
    http://www.agoravox.it/Alcoa-di-Por...

  • Di Renzo Riva (---.---.---.9) 3 settembre 2011 00:26
    Renzo Riva


    Ti sbagli

    di Francesco Piccinini (xxx.xxx.xxx.123) 17 febbraio 2010 10:58

    Be’ se non sbaglio per una normativa europea anche le centrali nucelari potranno avere solo 25 anni di vita dopodiché devono essere smantellate e sotterrate in un sarcofago a migliaia di metri sottoterra.


  • Di Renzo Riva (---.---.---.213) 1 settembre 2011 18:56
    Renzo Riva

    Pubblicato come lettera su

    Il Gazzettino

    24 settembre 2006

    Fascicolo di Udine

    Pagina XVII (PN 21)

    Una società migliore
    a tutti i giovani
    compete combattere

    Alcune considerazioni per tratteggiare la protervia della politica sindacale per mantene­re posizioni di rendita, nonché degli stessi pensionati che han­no conquistato con le famose "lotte" i privilegi che le giovani generazioni stanno pagando, taglieggiati nel proprio reddito dalla scelte politico-sindacali che impone loro tasse e contri­buti che depauperano di oltre il 50% il totale del lavoro da loro prodotto.
    Dico questo special­mente ai pensionati che hanno promosso e partecipato dome­nica 10 settembre alle 11 pres­so la Piazza di Madonna alla 10a festa dei pensionati; "anzia­ni e non" avevano pure avuto l’ardire di scrivere sul volanti­no e le locandine esposte nei locali pubblici.
    Ciò è stato pro­mosso dalle organizzazioni sin­dacali dei pensionati spi/cgil, fnp/cisl e uilp/uil in collabora­zione con i comuni Buja, Arte-gna, Bordano, Forgaria, Gemona, Montenars, Osoppo, Trasaghis.
    Ciò ha raccolto pertanto una platea a disposizione delle autorità che hanno potuto fare la passerella di rito per acqui­sirne il consenso, quasi in for­ma cooperativa.
    Lo sanno i pensionati attuali che i giovani d’oggi pagano esosi contributi e tasse per mantenere i loro pri­vilegi e le rendite di posizione? Che sono frutto delle insane politiche concorsuali di tutti i partiti e sindacati e che hanno permesso nel pubblico impie­go: al genere femminile pensio­namenti con 14 anni 6 mesi ed 1 giorno di contributi; pensio­namenti per ambo i generi con 19 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi, e solo nel pubblico impiego; come è notorio per un lavoro altamente usurante.
    Si sono posti quindi sul groppone dei contribuenti, pertanto an­che dei lavoratori non dipen­denti, assieme ai privilegiati del parastato.
    Non capisco come un lavoratore dipendente delle acciaierie, dell’edilizia ed in genere di tutti i lavori gravo­si possano continuare a mante­nere questa "classe" sindacale attraverso il pagamento delle trattenute sindacali automati­che in busta paga e sul tratta­mento pensionistico; che sia frutto della sindrome di Stoc­colma?
    Ai giovani competerebbe di lottare come fecero D’Alema e tanti suoi compagni in gioventù, mettendo a ferro e fuoco l’Italia negli anni 70, "guadagnandosi" lui in tal modo anche un appartamento Inps in piazza Navona, pagato con i contributi dei lavoratori.
    Gli incendiari di ieri sono gli stessi che oggi pretendono di fare i pompieri; in puro stile bipartisan, col concorso di tutti i partecipanti al desco della spesa pubblica.
    Oggi, i sinistri pacifondai, i no-global dei co­siddetti centri sociali, alcune associazioni Onlus, altre Ong (Organizzazioni non governati­ve) sono mantenuti ad arte dal­le amministrazioni pubbliche fiancheggiatrici, con lauti con­tributi pubblici e con il silente assenso delle gerarchle cattoliche.
    Permettono ai sinistri il diversivo del Libano che cade a fagiolo per distogliere l’atten­zione dell’opinione pubblica dall’invasione islamica dell’Ita­lia che hanno favorito e dai problemi energetici, e come conseguenza economici, che at­tanagliano il Paese.
    Beati i pensionati se ce la faranno a morire prima di co­noscere e sperimentare le con­seguenze della loro operosa vi­ta.
    La meritocrazia vorrebbe che ognuno abbia in conse­guenza di quanto ha dato.
    Ma di questi tempi anche la giusti­zia è impegnata altrove: sul fronte dell’obbligatorietà dell’ azione penale; per le malversa­zioni sindacali e amministrati­ve del personale politico non c’è tempo.

    Renzo Riva
    Buja

    Mi permetto di cannibalizzare un bel concetto espresso da

    di Damiano Mazzotti (xxx.xxx.xxx.159) 20 giugno 2010 10:41

    La realtà è che l’80 per cento dei vecchi che sono in pensione più o meno anticipata, ricevono un compenso altamente immeritato e ingiustificato...

    Ma fino ad oggi comanda la casta dei vecchi che si raccomandano tra di loro e si fanno le leggi su misuraa fino a quando l’Italia farà la fine dell’Argentina e allora anche loro dovranno ridursi le pensioni... O meglio i nuovi governanti più giovani capiranno che dovranno ridurre gli emolumenti di questi parassiti per continuare a far funzionare un paese...

    Con pensioni anticipate nel pubblico, con pensioni ridotte e assunzione di giovani che costano meno e lavorano di più e meglio (perchè più istruiti e flessibili), ne godrebbe anche il funzionamento degli apparati e della burocrazia di Stato... e i conti pubblici: i giovani neoassunti costano molto meno...

  • Di Renzo Riva (---.---.---.213) 1 settembre 2011 18:39
    Renzo Riva

    Phastidio e perché non...

    Si devono licenziare subito 500.000 dipendenti pubblici inutili
    e con gli altri servono solo per votare la casta.

    La Germania ha delocalizzato in Cina
    l’equivalente di 5 milioni di posti di lavoro ergo...




    http://www.agoravox.it/Ma-i-precari...

    Venerdì 21.04.2006
    Sezione lettere de "Il Gazzettino" del Fiuli, pagina XVI

    Manifatturiero
    e consumi
    energetici

    I costì impropri (oggigiorno denominati dalla sinistra “cuneo fiscale”) dell’
    inefficienza statale che si riversano sul sistema delle imprese private hanno 
    ormai raggiunto un livello insostenibile e non più compensabile da alcun 
    sistema, bastone e carota, di finanziamenti ad hoc, in ogni caso riservato solo 
    ad un ramo della platea dell’industria, quella assistita. 
    Per la restante platea solo tasse, costi impropri e balzelli di vario genere 
    uniti a procedure burocratiche defatiganti. Per quanto riguarda l’Alto Friuli, 
    Pittini e Fantoni stanno subendo contraccolpi a causa, oltre che dei costi 
    impropri, dei costi italiani dell’energia.
    Se il costo dell’energia fosse stato pari a quello francese (59 reattori 
    nucleari) la Manifattura di Gemona, ora chiusa, pur con difficoltà poteva 
    ancora operare e mantenere in attività le sue maestranze. In Italia assisteremo 
    ad una moria del manifatturiero, direttamente proporzionale ai consumi 
    energetici richiesti per le varie produzioni; unico settore che può mantenere 
    ed eventualmente dare occupazione aggiuntiva, nonché offrire sul mercato 
    internazionale prodotti, perché siamo e restiamo comunque un Paese 
    trasformatore di materie prime, per la maggior parte di provenienza estera.
    Da tutto questo discende che la priorità odierna per l’industria 
    manifatturiera italiana è, in assoluto, il costo dell’energia per le sue varie 
    fonti: nucleare, petrolio, gas, ecc. Ma a monte di tutto sta la questione dei 
    costi della macchina statale che “rebus sic stantibus” (stando così le cose), 
    qualora non fosse profondamente riformata vanificherebbe anche il ricorso alla 
    fonte nucleare che sarebbe gravato da accise e tasse, al pari del petrolio.
    L’ultimo responso elettorale ha delineato due Italie, quella del Nord di 
    centro-destra locomotiva dell’economia e di produzione della maggior parte, 
    80%, del PIL (Prodotto Interno Lordo) e quella del Centro e Meridione 
    dissipatrice dello stesso.
    Si tratta di capire se i capitani d’industria friulana vogliono mantenere le 
    prerogative loro proprie imprenditoriali oppure trasformarsi in esecutori di 
    piani poliennali calati dal centro.
    Craxi stava per compiere le riforme liberalsocialiste di cui il Paese aveva ed 
    ha tuttora necessità, fu bloccato ed annichilito da un gruppo di interessi 
    finanziari e politici che perseguivano l’oligarchia di gruppi dominanti, quali 
    Mediobanca e ex-PCI.
    A Berlusconi va dato il merito d’essersi opposto a questo disegno, nonostante 
    tutte le mancanze che possono essergli attribuite.
    A noi di Socialisti 2005 la consapevolezza di aver contribuito all’
    affermazione di Forza Italia attraverso la candidatura del nostro Segretario 
    Regionale Lauretta Iuretig che, sotto il suo simbolo, ha corso alle provinciali 
    nel collegio di Reana del Rojale ed alle comunali di Latisana con Micaela 
    Sette, ottenedo un buon risultato personale in entrambe le consultazioni.
    Renzo Riva
    Buja (Ud)
    Referente
    per l’Alt(r)o Friùli
    Socialisti 2005

    ============================================================

    Sabato 11.12.2004
    Sezione lettere de "Il Gazzettino" del Fiuli, pagina XVI

    UDINE
    Troppa gente
    alle dipendenze
    dello Stato

    Bisogna ridurre il personale in esubero nell’amministrazione pubblica, per 
    liberare le risorse necessarie al finanziamento delle politiche per la 
    riduzione dell’insostenibile pressione fiscale, per la ricerca e lo sviluppo. 
    Bloccare il turnover quale toccasana per conseguire i risultati sopraddetti è 
    velleitario e propagandistico. Il fattore "tempo" è sfavorevole, perché la 
    dinamica del turnover è troppo lenta nel produrre i benefici ricercati, poiché 
    i risultati si conseguiranno solo nel lungo termine. Inoltre le necessità di 
    reperire le nuove professionalità sconsiglia quella che potrebbe configurarsi 
    come una nuova rigidità nel mercato del lavoro.
    Ricordo che durante il governo dei sinistri "Prodi-D’Alema-Amato", l’apparato 
    alle dipendenze statali fu sfoltito di 290.000 unità, alla chetichella, senza 
    contrasti sindacali, perché le stesse unità furono poste sul groppone del 
    contribuente, lavoratore o detentore di capitali; nella migliore continuità 
    dell’Iri di Prodiana memoria, con prepensionamenti e incentivi. Si doveva 
    invece licenziare e dare un reddito minimo di sussistenza, come normalmente 
    assicurano molti Stati nostri competitori, europei o extra-europei e taluni 
    anche senza corrispondere alcunché.
    Invece, fino ad oggi, questo governo ha assunto circa 119.000 unità 
    d’impiegati statali (non so se lavoratori). L’industria privata non assistita, 
    che compete nel mercato mondiale, sarebbe fuori mercato qualora applicasse la 
    ricetta statale.
    Ripeto: chiunque sia al governo dovrà tagliare le spese improduttive per 
    liberare risorse finanziarie, indispensabili per l’innovazione dei nuovi 
    processi produttivi e la ricerca, i soli che possano permettere la competizione 
    nel mercato internazionale e che potranno coadiuvare politiche di riduzione 
    della pressione fiscale. Invece si continua nel vecchio malvezzo 
    dell’assistenzialismo ad attività fuori mercato, con costi grandemente maggiori 
    delle politiche di sussistenza per chi sarà interessato dalla chiusura delle 
    stesse. E intanto il mercato del vero lavoro langue; quello assistito prospera, 
    compreso l’intra- e l’extra-comunitario.
    Un appunto alle sofferenze industriali del nostro Friuli.
    Le odierne vicende delle cartiera Burgo di Tolmezzo ed Ermolli di Moggio 
    Udinese, che operano fuori mercato. In Finlandia sono prodotte bobine di carta 
    con un fronte di 11,60 metri (hanno materia prima, acqua a volontà, centrali 
    nucleari). E giù a far finta di finanziare depuratori che poi non sono 
    realizzati; una maniera surrettizia di finanziare i livelli occupazionali. 
    Altro per l’ex-Manifattura di Gemona.
    Ricordiamo ancora i nomi: Cumini? Comello? Patriarca? Dilapidarono miliardi di 
    Lire d’intervento pubblico, per poi chiudere. E poi ci vengono a dire che serve 
    importare manodopera! Facendo mente alla Zona Industriale di Osoppo, dicono 
    niente le esperienze industriali dei gruppi Pittini e Fantoni? Nel "Gruppo 
    Pittini" nell’ anno 1973 si producevano circa 180.000 tonnellate di vergella; 
    nell’anno 1979 circa 360.000 tonnellate, con circa 1500 unità lavorative; 
    nell’anno 1989 circa 700.000 tonnellate con circa 1100 unità lavorative; oggi 
    anno 2004 circa 1.000.000 tonnellate con circa 700 addetti. Per non dire di 
    tutte le piccole aziende che operano senza particolari aiuti.
    Nell’apparato statale invece, nonostante "pensionati baby", scivolamenti, svii 
    e deragliamenti, procedure informatizzate ed altre diavolerie moderne, 
    prosperano i "lavori socialmente in-utili". Sempre per la nota teoria: e poi 
    chi vota chi?
    Renzo Riva
    Buia


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