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paolo

L'età avanza e perciò la lascio perdere ,coniugato con figlio ,milite assolto ,laurea in fisica + corsi post ,vita lavorativa intensa e a tipologia variabile dall'insegnante(breve) all'autonomo con passaggi in mutinazionali .
Interessi personali in elettronica ed informatica .

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  • Primo articolo martedì 08 Agosto 2010
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Ultimi commenti

  • Di paolo (---.---.---.197) 29 agosto 2013 16:37

     Il rapporto KiKK è stato smentito dall’indagine ministeriale del governo tedesco ,che le ho citato , che ne ha circostanziato i limiti . Altri paesi ,non solo l’Italia come Danimarca ,Norvegia e perfino Malta ,notoriamente non nuclearizzati hanno indici di leucemia infantile superiore a quelli fortemente nuclearizzati .

    - Non ho mai sottovalutato i rischi legati al Radon , ma mi dispiace non è sufficiente a spiegare la differenza tra Italia e Germania o Francia ,ovviamente se fosse vero il rapporto KiKK .Delle due l’una (prova del nove) .Tenga conto che in Francia ci sono una sessantina di centrali e in Germania quasi una cinquantina , molte in prossimità di centri altamente urbanizzati.

    - Non mi sono assolutamente permesso nè di affermare e neppure di ipotizzare che lei fosse associabile a lobby , mi dica dove l’ha letto ,non mi risulta . Lei esprime libere opinioni esattamente come il sottoscritto .Quindi la cortesia è salva.

    - Solare ed eolico non sono confrontabili in termini di "fattore di carico"con il nucleare .Siamo in rapporti improponibili . Anche con le ultime tecnologie nel fotovoltaico( multigiunzione a concentrazione (anche prendendo i dati Spectrolab) la produzione è per sua natura discontinua . Ammesso un dato super " ottimistico " di 6 mq per produrre un KW di potenza nominale ,occorrono 6 milioni di mq di pannelli per produrre 1Gw equivalente nucleare . Potenza puntuale e non continua a differenza del nucleare .Dove li mette? Questo è il primo impatto-ambiente ,poi ci sono gli smaltimenti tutt’altro che indolori ,oltre alla produzione (altro impatto ),manutenzioni ecc.. .
    Un campo di calcio = 70 x100 = 7.000 mq . Occorerebbero poco meno di 1000 campi di calcio per 1 GW .
    I punti deboli del nucleare sono altri ,soprattutto la fonte e relativo trattamento e lo smaltimento delle scorie , ma se non fosse stato conveniente non si sarebbe diffuso cosi’ rapidamente da 60 anni a questa parte.

  • Di paolo (---.---.---.197) 29 agosto 2013 11:30

    Stessa considerazione fatta nel commentare la prima parte di questo "report" .
    Valida la ricostruzione storico -giornalistica , molto criticabile la parte che riguarda gli aspetti tecnici e realativa analisi dei rischi e delle conseguenze .

    Nella molta letteratura demagogica ,soprattutto da lobby antinucleariste legate alle fonti rinnovabili , si sono spesi argomenti di forte impatto populistico ma totalmente destituiti di fondamento .

    Prendo ad esempio il famoso studio epidemiologico KlKK tedesco sul rapporto tra radiazioni ionizzanti nei perimetri urbani attorno alle centrali nucleari tedesche e i casi di leucemia , in specie quella infantile (sotto i 5 anni) .Grande clamore ,ovviamente ben sfruttato da chi ha interessi contrapposti al nucleare , ma poi studio totalmente sconfessato dai controlli condotti dalla Commissione Nazionale sulla radioprotezione tedesca ,connessa al Ministero dell’Ambiente tedesco . In sostanza una vera e propria bufala .

    Basti dire che il paese a più alta incidenza di leucemie infantili è proprio l’Italia che è totalmente denuclearizzata ,con molto distanziate Francia e Germania paesi ad alta densità di elettronucleare , anche in prossimità di importanti centri urbani .

    Attenzione ,non sto dicendo che le radiazioni ionizzanti sono inocue ,tutt’altro i rischi sono reali e vanno tenuti in debito conto , sto dicendo che in termini di conseguenze epidemiologiche , ad oggi l’elettronucleare è quello a minor impatto ambientale . Lo dicono i dati a livello mondiale , se rapportato ai danni causati dalla combustione dei fossili ,con particolare riferimento al carbone che prospetta rischi elevati anche in termini di emissione di radionuclidi prodotti dalla combustione . E volendo fare una scala integrativa dei rischi produttivi ,quelli legati alle produzioni di sostanze chimiche (i cui tempi di decadimento sono praticamente infiniti ) .

    Concludendo ,nessuna produzione industriale , che sia energetica o di prodotto , è a impatto zero , bisogna sempre fare i conti con l’impatto sull’ambiente e sulla salute , ma basandosi su dati obiettivi e non fandonie disseminate ad arte .

    Ai tempi di Fukushima , mi sono speso molto proprio su questo blog , per contrastare forme di qualunquismo terroristico e argomentazioni prive di ogni conoscenza tecnica . Allora individui che avrebbero fatto meglio a dedicarsi ad argomenti meno impegnativi , mi accusarono di cinismo e di filo nuclearismo legato ad interessi personali (lungi da me ). Questi signori (non cito i nomi ma chiunque può rintracciarli su questo blog) prospettarono una ecatombe di morti entro il primo anno dal disastro ,pesci a due teste ecc... . Ad oggi i morti accertati sono quelli prodotti dal terremoto ,dallo tsunami e dal crollo della diga .Di morti per radiazioni ,chiedo di smentirmi perché non ho un aggiornamento continuo , al momento credo uno solo ,il famoso eroe delle pompe , e sono passati oltre due anni .

  • Di paolo (---.---.---.197) 29 agosto 2013 07:29

    Pienamente d’accordo , con due osservazioni . La prima è che ,usando come ciclo combustibile fissibile ,il Torio -232 8in arrichimento oper assorbomento di neutrone termico( lento )ad Uranio 233anzichè Uranio -235 o Plutonio-239 , si sarebbero in gran parte risolti sia i problemi di reperimento dell’approvigionamento (è almeno 10 volte più abbondante) ,sia quello delle scorie radioattive da vetrificare e stoccare in appositi siti (problema n.1 della lotta antinuclearista) .Il ciclo di autofertilizzazione del torio produce scorie minime (almeno di un fattore 10 ) ,meno radiotossiche (di svariati fattori ) e con tempi di decadenza nettamente inferiori (dell’ordine dei 300 anni anziche millenni o decine ecc...) .

    Era la strada suggerita da Rubbia . Fine anche di questa ,poi dopo Fukushima e i servizi di Pio d’Emilia su SKY ,figuriamoci .........

    Altra ipotesi energetica il termico solare nel deserto del Sahara (sempre Rubbia) ,progetto che presenta problemi geopolitici legati alla stabilità di quell’area del mondo che appaiono ,al momento ,insuperabili . Quindi stop anche per quello .

    Fotovoltaico ed eolico ,quasi alla saturazione e con "fattori di carico " troppo bassi ,idroelettrico saturato ,maree con turbine immerse da divenire per tipologia costiera e densità di popolazione ,geotermico unica alternativa sensata alla combustione dei fossili.

    Io punterei più sul risparmio energetico che mi sembra ,al momento ,la strada più praticabile.
    ciao

  • Di paolo (---.---.---.197) 28 agosto 2013 19:19

     Quello che volevo dire xxx.57 è che l’Italia era in pole position per quanto cocerne sia la parte teorica di fisica nucleare che le tecnologie sperimentali di ingegneria termo nucleare . Al danno del gap energetico si è aggiunto quello tecnologico industriale . E se pure i primi brevetti erano USA , non c’era alcuna barriera teorica che impedisse una produzione nostrana ,anche nell’arrichimento dell’uranio (già in funzione con siti pilota ). E’ macata la volontà politica ,la lungimiranza dei governanti e poi ,dopo Chernobyl , c’è stata l’ondata demagogica alimentata ad arte . Questa è la realtà.

    Le suggerisco di soprassedere alla speranza di sviluppi applicativi della scoperta del bosone di Higgs ( o particella di Dio come malamente chiamata) .La scoperta sperimentale ha colmato una lacuna teorica del Modello standard e senz’altro ha aperto speculazioni su nuovi scenari di fisica delle particelle , ma da qui a parlare di ...ecc. ce ne corre .

    Piuttosto la fusione nucleare ,tra pochi decenni potrebbe essere la strada da perseguire . Bisogna vedere come ci arriva l’Italia .

  • Di paolo (---.---.---.197) 28 agosto 2013 12:08

    caro Emiliano


    Non contesto la ricostruzione storico politica dell’elettronucleare in italia , a parte la costante ripetitiva che l’interesse era legato agli USA allora e al nucleare francese ai nostri giorni che non mi sento di condividere .
    L’interesse di avviare una produzione di energia attraverso il nucleare era e sarebbe stata nostra ,non solo strategico ma in termini di rendimento energetico . Avendolo castrato (unici al mondo come dice Cesarezac) ci ha privato di un know- how tecnologico che era di primissimo livello , che di applicazioni industriali(Ansaldo nucleare ecc.. ) .Sostanzialmente oltre ad avere compromesso la convenienza energetica per tutto il comparto industriale energivoro ,penalizzando le nostre imprese sui mercati ,abbiamo sperperato migliaia di miliardi in opere rimaste incompiute o non entrate in funzione,compreso bonifiche successive , e abbiamo perso una leadership di conoscenze tecnologiche industriali di assoluto valore.

    Ha prevalso (come al solito)la demagogia e la mancanza di pianificazioni energetiche (la SEN di Monti cerca di rimediare a squilibri e speculazioni sulle fonti rinnovabili -in primis fotovoltaico ) e il risultato è sotto gli occhi di tutti .Mancanza di competitività per costi eccessivi dell’energia (oltre il 30% della media europea) e aumento combustione dei fossili (specialmente carbone)alla faccia del protocollo (sottoscritto )di Kyoto .
    L’alternativa al nucleare a tutt’oggi è soltanto la combustione dei fossili in termini di "fattore di carico " (unico indicatore valido) ,consumiamo nucleare di importazione avendo rischi immutati (francese,svizzero ,sloveno) e oggi ci troviamo di fronte ad una insorgente e sempre maggiore insofferenza di fronte alle rinnovabili (solare ed eolico)in termini di impatto sul territorio.

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