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Concordato: un’intesa da annullare

Di (---.---.---.20) 6 luglio 2013 17:31

La mia personale opinione è che non si tratta tanto di abolire una cosa o riformarne un’altra: occorre ripensare il sodalizio sociale nella sua interezza a partire dai suoi stessi fondamenti, perché molti aspetti della vita collettiva non sono singoli e isolati compartimenti stagni, ma realtà interconnesse, strettamente correlate ed interdipendenti; esattamente come avviene in un organismo vivente, che non è un mero agglomerato di elementi chimici (un po’ di minerali, un po’ di composti organici e un po’ d’acqua per riempire il tutto), ma un insieme armoniosamente organizzato e sottomesso a precise e severe leggi, che stabiliscono l’ordine necessario alla realizzazione del suo scopo ultimo: la Vita.

Premesso ciò, non me ne vogliano gli amici credenti se, da credente a mia volta, mi dichiaro sostanzialmente d’accordo con quanto espresso in questo articolo, ma non me ne vogliano neanche l’Autore e gli amici non credenti se mi permetto di muovere qualche specifica obiezione.

L’Autore si interroga, giustamente, su quale principio o motivo ci sia perché uno Stato debba stabilire accordi con associazioni private. E aggiungerei: perché la ricerca contro il cancro (come tanti altri possibili esempi) deve dipendere dal "buon cuore" del cittadino (che poi dovrebbe "scegliere" chi salvare, tra un malato ed un emarginato, posto che preferire l’uno implica automaticamente sacrificare l’altro), mentre il finanziamento di attività editoriali, culturali e via dicendo (che per quanto nobili anch’esse non sono certo altrettanto importanti), è invece obbligatorio senza nessuna possibilità di discussione?

Condivido quanto esposto sul Concordato, però mi permetterei di osservare che oltre agli interessi contingenti delle "camicie nere", esso aveva anche una ragione storica, perché nei secoli precedenti il potere "religioso" coincideva con quello politico e questo avveniva in una società in cui il Cristianesimo era diventato, ormai, parte integrante dell’identità culturale del popolo; ma anche una ragione sociale, direi quasi "umanitaria", perché se da una parte poteva rappresentare un interesse della Chiesa Cattolica a conservare una "fetta di potere", dall’altra questo costituiva anche un tentativo di non consegnare il potere stesso completamente ed esclusivamente nelle mani del solo regime fascista, che ormai era impossibile contrastare direttamente.

Per quanto riguarda, invece l’8x1000, il 5x1000 et similia, ritengo che si tratti, sì, di una scandalosa truffa, ma non solo per la parte non espressa, bensì nella sua interezza: primo, perché stabilire una facoltà di scelta in un contesto di obbligo è semplicemente una contraddizione in termini; secondo, perché i soldi della parte non espressa appartengono ai cittadini e non allo Stato, quindi nelle loro tasche dovrebbero tornare, anzi, restare, giacché la non preferenza dovrebbe consentire anche la scelta di NON versare; scelta che invece non è contemplata e questo, a mio avviso, costituisce una violazione di un diritto (sebbene "solo" morale"), perché se tale versamento non è dovuto allo Stato, non si capisce a che titolo esso rientri tra le imposte; viceversa, se dovuto allo Stato, allora da questo dovrebbe essere amministrato, direttamente e non da enti privati, per le stesse finalità sociali che lo giustificano. In teoria (e nelle intenzioni) potrebbe essere una soluzione che permette di sopperire alle carenze dello Stato lasciando che organizzazioni esterne se ne accollino l’onere logistico ed operativo; e in parte credo che sia anche così. Ma in pratica è diventato anche un comodo pretesto per lo Stato, per venire meno a buona parte dei suoi doveri e delle sue responsabilità, soprattutto riguardo al disagio sociale, che finisce per essere maliziosamente reinterpretato come una sorta di "calamità naturale", anziché riconosciuto come la conseguenza diretta della malagestione della Cosa Pubblica.

Per non parlare delle migliaia di enti, fondazioni e associazioni varie, tra le quali a fianco di molte indiscutibilmente meritorie, ve ne sono anche molte altre completamente fasulle, costituite al solo scopo di permettere ad una schiera di falliti di proclamarsi "Presidenti" di qualcosa e di campare da parassiti intascando immeritati proventi, e la cui "nobile" finalità nominale è solo una copertura. Male ha fatto, a mio modesto parere, la Chiesa Cattolica ad accettare un tale ignobile, "diabolico" meccanismo (che ormai rischia anche di ritorcersi contro la sua stessa immagine pubblica), e male sta facendo l’UAAR a ricalcarne le impronte, fornendogliene a sua volta un ulteriore avallo.

In conclusione preferirei che il tutto fosse radicalmente sostituito da un nuovo assetto dello Stato, che lo veda laico ed imparziale, pur ammettendo (perché no?) di offrire ai cittadini la possibilità di effettuare versamenti volontari tramite l’Agenzia delle Entrate, purché rigorosamente extrafiscali.

Manny


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