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Il “Made in Italy”? Spesso è una truffa. Viva l’onestà dei cinesi!

Di Geri Steve (---.---.---.133) 6 gennaio 2012 11:22

La sintesi dell’articolo mi sembra essere: la qualita’ e’ morta, tanto vale spendere il meno possibile.

Forse, come azione individuale del consumatore, potrebbe essere la scelta giusta.

Ma io, saro’ fuori moda, credo che esistano ancora la politica e le leggi e che debbano cotrollare il mercato. Non sarebbe difficile imporre una etichettatura piu’ valida che informi il consumatore in modo piu’ dettagliato: oggi si puo’ definire come prodotto italiano un prodotto che sostanzialmente in Italia e’ soltanto introdotto nel commercio.

Se io compero animali nati e allevati all’estero, li macello e confeziono in Italia, posso poi venderne la carne come "prodotto italiano": sono truffe legalizzate, ma le leggi possono e devono essere cambiate e con i dovuti controlli possono e devono diventare efficaci.

Questi sono gli obiettivi politici del cittadino, che non coincidono con l’ottimizzazione di scelta del singolo consumatore, l’unico argomento a cui e’ dedicato questo articolo.


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