Debito pubblico 2016: 2218 miliardi. Grazie, Europa
Disoccupazione nel 1999: 11%
Disoccupazione nel 2017: 11,7% . Grazie, Europa
Povertà
incidenza
di povertà relativa individuale (% di persone che vivono in famiglie in
povertà relativa sui residenti)
Nel 1999: 11,2
Nel 2016: 14
Più interessanti i dati di povertà assoluta, ma l’ISTAT li fornisce dal 2005
incidenza
di povertà assoluta individuale (% di persone che vivono in famiglie in
povertà assoluta sui residenti)
Nel 2005: 3,3
Nel 2016: 7,9
Grazie, Europa.
Visto che li ho sottomano aggiungo i dati sulla crescita del PIL (indice di sviluppo economico)
1999: 2,5
2016: 0,9 Grazie, Europa.
Per evitare di infierire evito di citare i dati sulla produzione industriale, che chiunque può trovare. Mi limito a far notare che secondo me chi a Bruxelles ha pianificato questi risultati non può essere così assurdamente stupido. Questi risultati mi appaiono, almeno in parte, voluti.
Pur condividendo parecchi punti dell’analisi di Giannuli, la penso in modo esattamente opposto per quanto riguarda il risultato globale. Il motivo lo spiega Juncker che era preoccupato della governabilità dell’Italia. Preoccupazioni condivise anche da altri, come Giannuli.
Il problema è che con la parola "governabilità" Juncker intende l’obbedienza del governo italiano a direttive scritte esternamente all’Italia. Ecco, io credo che buona parte del disastro italiano sia stata prodotta da quelli che lavoravano per l’Europa, gli USA, le banche, i mercati (che poi sono sempre le banche) invece che per l’Italia e il popolo italiano. Adesso arriva una fase in cui sarà difficile eseguire pedissequamente gli ordini di Bruxelles e altre cupole mafiose.
E qui si apre qualche spazio per l’Italia, o almeno si dà respiro a nuove forze che si potrebbero preparare a servire l’Italia invece che la Merkel, Obama (o lady Clinton), o Juncker, o Netanyahu, Erdogan,...
Vorrei aggiungere qualche indicazione per gli adulti.
Secondo me la regola principale da fornire a chi vota è: "Quando perdi, non perdere la lezione". E quindi l’elezione non si esaurisce assolutamente nel voto, vanno seguiti i risultati, sia nell’immediato che nel tempo.
Ci sono molte lezioni da apprendere in questo modo, spesso lezioni impreviste.
Quanta fatica tocca fare: non solo se mi intervistano dovrò mentire sulle mie intenzioni di voto, ma anche su quelle dei miei conoscenti.
Ma non sarebbe più semplice riconoscere che i sondaggi servono soprattutto a chi li paga?
Condivido la frase: "Mi hanno insegnato che si è prossimi alla dittatura quando la narrazione politico-culturale inizia a negare l’evidenza fattuale."
E quindi resto estasiato nel vedere che gli infiniti fallimenti di quel consorzio di banche che molti chiamano pomposamente "Europa" vengano negati sostenendo che la dose di veleno non è stata sufficiente.
L’Europa ci ha imposto politiche deflattive che hanno fatto crescere il debito pubblico, la disoccupazione, la miseria. Invito chiunque avesse dubbi a fare una ricerca per vedere quanto valevano questi indicatori nel 1999 e quanto sono adesso.
I giornali sono pieni di gente fatta a pezzi, di famiglie che si scannano, di criminali ignoti che uccidono vecchietti, ma soprattutto di incidenti mortali, perché la macchina Italia è stata sabotata da quelli che lavorano per l’Europa.
Di Rella dice che la criminalità è diminuita. Allora spiegasse cosa è successo nella stampa, perché i giornali sono pieni di crimini violenti.
E l’Europa nel frattempo continua a distruggere come un Golem impazzito, la Grecia è devastata, Cipro pure, l’Italia si avvia sulla stessa strada.
Potevamo fare la fine della Svizzera, ma gli europeisti vogliono che finiamo come la Grecia.
E ritorno alla frase iniziale: solo quando la dittatura è vicina alla sua realizzazione si possono raccontare impunemente balle così colossali.
Ma sostiene Pereira che chi è deciso a resistere un modo per combattere la dittatura lo trova sempre, fosse pure nei necrologi o nei commenti di un blog.