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Renzo Riva

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  • Primo articolo mercoledì 12 Dicembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 18 settembre 2010 15:11
    Renzo Riva

    Fintanto che uno/a trova che il gioco vale la candela gioca.
    Il che mi fa supporre che i precari hanno ancora tante candele e considerato che vogliono ancora, ed ogni anno, rigiocare la stessa partita, anche se con un mazzo di carte diverso, significa...

    Renzo Riva
    P.L.I. F-VG
    Energia e Ambiente
    e
    C.I.R.N. F-VG
    (Comitato Italiano Rilancio Nucleare)

    Via Avilla, 12/1
    33030 Buja - UD
    [email protected]
    +39.349.3464656

    ============================================================

    Sabato 11.12.2004
    Sezione lettere de "Il Gazzettino" del Fiuli, pagina XVI

    UDINE
    Troppa gente
    alle dipendenze
    dello Stato

    Bisogna ridurre il personale in esubero nell’amministrazione pubblica, per 
    liberare le risorse necessarie al finanziamento delle politiche per la 
    riduzione dell’insostenibile pressione fiscale, per la ricerca e lo sviluppo. 
    Bloccare il turnover quale toccasana per conseguire i risultati sopraddetti è 
    velleitario e propagandistico. Il fattore "tempo" è sfavorevole, perché la 
    dinamica del turnover è troppo lenta nel produrre i benefici ricercati, poiché 
    i risultati si conseguiranno solo nel lungo termine. Inoltre le necessità di 
    reperire le nuove professionalità sconsiglia quella che potrebbe configurarsi 
    come una nuova rigidità nel mercato del lavoro.
    Ricordo che durante il governo dei sinistri "Prodi-D’Alema-Amato", l’apparato 
    alle dipendenze statali fu sfoltito di 290.000 unità, alla chetichella, senza 
    contrasti sindacali, perché le stesse unità furono poste sul groppone del 
    contribuente, lavoratore o detentore di capitali; nella migliore continuità 
    dell’Iri di Prodiana memoria, con prepensionamenti e incentivi. Si doveva 
    invece licenziare e dare un reddito minimo di sussistenza, come normalmente 
    assicurano molti Stati nostri competitori, europei o extra-europei e taluni 
    anche senza corrispondere alcunché.
    Invece, fino ad oggi, questo governo ha assunto circa 119.000 unità 
    d’impiegati statali (non so se lavoratori). L’industria privata non assistita, 
    che compete nel mercato mondiale, sarebbe fuori mercato qualora applicasse la 
    ricetta statale.
    Ripeto: chiunque sia al governo dovrà tagliare le spese improduttive per 
    liberare risorse finanziarie, indispensabili per l’innovazione dei nuovi 
    processi produttivi e la ricerca, i soli che possano permettere la competizione 
    nel mercato internazionale e che potranno coadiuvare politiche di riduzione 
    della pressione fiscale. Invece si continua nel vecchio malvezzo 
    dell’assistenzialismo ad attività fuori mercato, con costi grandemente maggiori 
    delle politiche di sussistenza per chi sarà interessato dalla chiusura delle 
    stesse. E intanto il mercato del vero lavoro langue; quello assistito prospera, 
    compreso l’intra- e l’extra-comunitario.
    Un appunto alle sofferenze industriali del nostro Friuli.
    Le odierne vicende delle cartiera Burgo di Tolmezzo ed Ermolli di Moggio 
    Udinese, che operano fuori mercato. In Finlandia sono prodotte bobine di carta 
    con un fronte di 11,60 metri (hanno materia prima, acqua a volontà, centrali 
    nucleari). E giù a far finta di finanziare depuratori che poi non sono 
    realizzati; una maniera surrettizia di finanziare i livelli occupazionali. 
    Altro per l’ex-Manifattura di Gemona.
    Ricordiamo ancora i nomi: Cumini? Comello? Patriarca? Dilapidarono miliardi di 
    Lire d’intervento pubblico, per poi chiudere. E poi ci vengono a dire che serve 
    importare manodopera! Facendo mente alla Zona Industriale di Osoppo, dicono 
    niente le esperienze industriali dei gruppi Pittini e Fantoni? Nel "Gruppo 
    Pittini" nell’ anno 1973 si producevano circa 180.000 tonnellate di vergella; 
    nell’anno 1979 circa 360.000 tonnellate, con circa 1500 unità lavorative; 
    nell’anno 1989 circa 700.000 tonnellate con circa 1100 unità lavorative; oggi 
    anno 2004 circa 1.000.000 tonnellate con circa 700 addetti. Per non dire di 
    tutte le piccole aziende che operano senza particolari aiuti.
    Nell’apparato statale invece, nonostante "pensionati baby", scivolamenti, svii 
    e deragliamenti, procedure informatizzate ed altre diavolerie moderne, 
    prosperano i "lavori socialmente in-utili". Sempre per la nota teoria: e poi 
    chi vota chi?
    Renzo Riva
    Buia

    ===========================================

    Venerdì 21.04.2006
    Sezione lettere de "Il Gazzettino" del Fiuli, pagina XVI

    Manifatturiero
    e consumi
    energetici

    I costì impropri (oggigiorno denominati dalla sinistra “cuneo fiscale”) dell’
    inefficienza statale che si riversano sul sistema delle imprese private hanno 
    ormai raggiunto un livello insostenibile e non più compensabile da alcun 
    sistema, bastone e carota, di finanziamenti ad hoc, in ogni caso riservato solo 
    ad un ramo della platea dell’industria, quella assistita. 
    Per la restante platea solo tasse, costi impropri e balzelli di vario genere 
    uniti a procedure burocratiche defatiganti. Per quanto riguarda l’Alto Friuli, 
    Pittini e Fantoni stanno subendo contraccolpi a causa, oltre che dei costi 
    impropri, dei costi italiani dell’energia.
    Se il costo dell’energia fosse stato pari a quello francese (59 reattori 
    nucleari) la Manifattura di Gemona, ora chiusa, pur con difficoltà poteva 
    ancora operare e mantenere in attività le sue maestranze. In Italia assisteremo 
    ad una moria del manifatturiero, direttamente proporzionale ai consumi 
    energetici richiesti per le varie produzioni; unico settore che può mantenere 
    ed eventualmente dare occupazione aggiuntiva, nonché offrire sul mercato 
    internazionale prodotti, perché siamo e restiamo comunque un Paese 
    trasformatore di materie prime, per la maggior parte di provenienza estera.
    Da tutto questo discende che la priorità odierna per l’industria 
    manifatturiera italiana è, in assoluto, il costo dell’energia per le sue varie 
    fonti: nucleare, petrolio, gas, ecc. Ma a monte di tutto sta la questione dei 
    costi della macchina statale che “rebus sic stantibus” (stando così le cose), 
    qualora non fosse profondamente riformata vanificherebbe anche il ricorso alla 
    fonte nucleare che sarebbe gravato da accise e tasse, al pari del petrolio.
    L’ultimo responso elettorale ha delineato due Italie, quella del Nord di 
    centro-destra locomotiva dell’economia e di produzione della maggior parte, 
    80%, del PIL (Prodotto Interno Lordo) e quella del Centro e Meridione 
    dissipatrice dello stesso.
    Si tratta di capire se i capitani d’industria friulana vogliono mantenere le 
    prerogative loro proprie imprenditoriali oppure trasformarsi in esecutori di 
    piani poliennali calati dal centro.
    Craxi stava per compiere le riforme liberalsocialiste di cui il Paese aveva ed 
    ha tuttora necessità, fu bloccato ed annichilito da un gruppo di interessi 
    finanziari e politici che perseguivano l’oligarchia di gruppi dominanti, quali 
    Mediobanca e ex-PCI.
    A Berlusconi va dato il merito d’essersi opposto a questo disegno, nonostante 
    tutte le mancanze che possono essergli attribuite.
    A noi di Socialisti 2005 la consapevolezza di aver contribuito all’
    affermazione di Forza Italia attraverso la candidatura del nostro Segretario 
    Regionale Lauretta Iuretig che, sotto il suo simbolo, ha corso alle provinciali 
    nel collegio di Reana del Rojale ed alle comunali di Latisana con Micaela 
    Sette, ottenedo un buon risultato personale in entrambe le consultazioni.
    Renzo Riva
    Buja (Ud)
    Referente
    per l’Alt(r)o Friùli
    Socialisti 2005

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 18 settembre 2010 14:58
    Renzo Riva

    Per come sono state concepite, stipendifici ad persona", le varie "città della scienza" non possono e non avranno futuro.
    Altro è la ricerca.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 18 settembre 2010 14:55
    Renzo Riva

    4) Concordo con l’idea del mix energetico ma con il fotovoltaico che abbia un ruolo importante e non marginalissimo.

    Pia illusione

  • Di Renzo Riva (---.---.---.96) 16 settembre 2010 23:55
    Renzo Riva

    Peccato che l’intervento precedente non sia stato firmato.

    Faccio mio quanto già scritto dall’anonimo.
    Renzo Riva
  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 11 settembre 2010 19:03
    Renzo Riva

    COMUNICATO STAMPA

    Solo inchiodando gli ignoranti alle loro “amenità” si può sconfiggere la disinformazione. Il Cirn rifiuta sterili posizioni aventiniane.

    Il Sottosegretario Guido Bertolaso e il Professor Enzo Boschi insorgono contro le idiozie di quei moderni stregoni che trovano cassa di risonanza in certa nostrana stampa incompetente ed ideologizzata, che propala solo talebana disinformazione. La soluzione non è però quella aventiniana dell’oscuramento della corretta informazione istituzionale, ma quella di replicare e controbattere con ogni mezzo questo deprecabile atteggiamento che attraverso la diffusione di notizie false, tendenziosamente spacciate per scienza alternativa o per informazione non allineata tanto danno hanno causato e causano all’Italia.

     

     (Roma 11 settembre 2010 ) - Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare prende atto con soddisfazione che anche a livello istituzionale comincia ad esserci insofferenza per il modo con cui degli incompetenti ideologizzati, ma con l’etichetta di giornalista, diffondono idiozie spesso anche strumentali in materia di informazione scientifica.

    Ci riferiamo alla presa di posizione del Sottosegretario Guido Bertolaso e del Professor Enzo Boschi riguardo alle immaginifiche, ma false, argomentazioni di improvvisati cultori della materia, amplificate da una irresponsabile stampa incompetente ed ideologizzata, che hanno portato ad un tale grado di manipolazione dell’opinione pubblica che persino la Magistratura ne è stata influenzata, con la conseguenza che ha aperto un fascicolo per la mancata previsione del terremoto del 6 aprile 2009 , invece di indagare per verificare se sussistesse l’ipotesi della fattispecie della diffusione di notizie false, tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico oltre che tali da ingenerare ingiustificato allarme nella popolazione, dal momento che l’impossibilità di prevedere i terremoti è un assunto scientifico incontrovertibile. Anche i cosiddetti “segni premonitori” risultano infatti tali solo a posteriori, nel senso che molto spesso vengono riscontrati senza che faccia seguito alcun fenomeno neppure di lieve entità. In altre circostanze i fenomeni catastrofici si verificano senza che si sia verificato nessuno di quei segnali non correttamente definiti premonitori.

    Non a caso anche il terremoto del 6 aprile 2009 è stato previsto a posteriori dal momento che l’allarme spurio era stato dato per una diversa località, non per quella dove poi si è effettivamente verificato. È infatti ipotizzabile che i più elevati livelli di radon che sarebbero stati riscontrati fossero dovuti ad effetto strizione (spremitura) nel particolare sito a seguito di un precedente effetto sismico locale, piuttosto che a reali segni di un futuro evento, per giunta in altro sito. Quisquiglie. È il sole che gira intorno alla terra. In base a questa verità di fede Galileo venne condannato.

    «La responsabilità pregressa di questo stato di cose - afferma Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare - è anche e soprattutto di noi tecnici, in particolare di quelli che, occupando posizioni “delicate” di rilievo, sono più attenti alle sottigliezze diplomatiche ed agli equilibrismi nelle prese di posizioni in modo da non mettere a repentaglio il loro spesso anche ben remunerato incarico, e per questo evitano dichiarazioni chiare, nette ed inequivocabili. Saranno pure ingegneri o uomini di scienza, ma se serve a salvaguardare la poltrona divengono anche loro sostenitori del “creativo” concetto di convergenza delle rette parallele».

    «Per queste ragioni - prosegue il Segretario del Cirn - rifiutiamo l’ipotesi di uno sciopero bianco dell’informazione primaria e, al contrario, fortemente reclamiamo un’azione di contrasto con tutti i mezzi possibili all’informazione spazzatura, al pontificare di maghi e stregoni ai quali in passato abbiamo in senso collettivo lasciato campo libero, non contrastandoli adeguatamente. L’incompetenza degli operatori dell’informazione ha solo reso parossistica questa nostra vigliacca “diplomazia”, ai cui effetti devastanti oggi è difficile porre riparo».

    Certo, la quasi totalità dei giornalisti professionisti non ha preparazione tecnica e scientifica, ma certe idiozie che anche in questi giorni leggiamo in cronaca presuppongono una intenzionale confezione da parte di esperti in materia. Si ha l’impressione che vengano confezionate ad arte da persone esperte sia nella materia trattata che in manipolazione dell’informazione in modo da renderle allettanti per ideologizzati incompetenti, disposti ad accettarle acriticamente come verità di fede e farne oggetto, in quanto tali, di evangelizzazione delle masse.

    Oggi però vogliamo porre l’enfasi sulla responsabilità dell’informazione primaria a monte e in questo spirito segnaliamo un lancio Ansa (http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rinnovabili/2010/09/ 08/visualizza_new.html_1785319424.html) in cui le grandezze specifiche e le relative unità di misura sono correttamente citate. Non volevamo crederci. Una imperfezione nello scrivere “Mwp” (megawatt di picco) in luogo di “MWp” perché i simboli che indicano grandezze derivanti da nome proprio (Watt) vanno per convenzione riportati in maiuscolo, anche se la singola grandezza scritta per esteso (watt) ha l’iniziale minuscola. Il cronista che ha commesso l’errore non sarà certo stato ammonito per questo (ammesso che qualcuno in redazione se ne sia accorto), semmai sarà stato licenziato in tronco perché indegno dell’ignoranza generalizzata tra i suoi colleghi che in genere scrivono in materia facendo confusione tra chilowatt e chilowattora. Scusateci, non siamo riusciti a frenarci dalla battuta.

    Renzo Riva, Referente Cirn per il Friuli Venezia Giulia, segnala, attraverso comunicazioni interne, una lettera a firma del professor Carlo Cerofolini, pubblicata giorno 7 settembre a pagina 27 del quotidiano “Libero” e un dibattito telematico (http://www.lavoce.info/commenti/281...) a commento di un articolo

    http://www.lavoce.info/articoli/-en...

    a firma di Giorgio Ragazzi sulla bufala delle fonti di energia cosiddette rinnovabili. Notiamo più volte la firma di Rinaldo Sorgenti, che riteniamo essere il Vicepresidente di Assocarboni, molto attivo nel difficilissimo sforzo di diffondere corretta informazione.

    Anche per questi motivi abbiamo proposto e sosteniamo come candidato alla Presidenza della costituenda Agenzia per la Sicurezza Nucleare l’ingegnere Marino Mazzini, Full Professor of Nuclear Safety Department of Mechanical, Nuclear and Production Engineering University of Pisa, che, oltre avere competenza e professionalità notevoli, ha il pregio di “cantarla per le rime” a chi se lo merita. Naturalmente anche lui viene considerato dalla stampa ideologizzata un eretico, almeno da ignorare e passare sotto silenzio visto che la condanna al rogo non può essergli comminata dal momento che la pena di morte è stata abolita e, soprattutto, perché la pratica sarebbe altamente inquinante. E se poi il professor Mazzini, vista la sua attività, fosse anche pericolosamente radioattivo? Meglio allora stargli e tenerlo alla larga.

    «Da noi - commenta sarcasticamente l’ingegner Giusto Buroni del Cirn Lombardia - si cerca invece un oncologo da mettere alla testa dell’Agenzia per curare il cancro che “gli esperti” prevedono verrà agli Italiani al solo sentir pronunciare la parola “nucleare”».

    Bene, anzi male. Perché male, peggio malissimo? Perché la stampa sanfedista, quella che si comporta come i giudici del Santo Uffizio e che condanna per verità ideologica quanti esprimono opinioni diverse da quelle talebane ecoambientaliste, censura e discrimina, contro ogni regola deontologica e contro i principi stessi di una stampa libera e democratica in presunta difesa dei quali assistiamo a frequenti “imbavagliamenti” di protesta, al contrario non si vergogna di a sua volta sistematicamente imbavagliare gli eretici, quei “cani infedeli” che giudicano le rinnovabili un cancro da estirpare al più presto perché pernicioso per il sistema elettrico e per la sopravvivenza di una sana economia. Avviene pertanto che mentre vengono riprese le frottole di Ermete Realacci che definisce una frottola il benefico influsso sul costo finale del chilowattora ottenibile con la ripartenza del nucleare, passerà sotto silenzio - almeno così ha fatto sino ad oggi - le repliche di chi, come noi, contesta queste affermazioni accreditate dalla stampa ideologizzata.

    «Ermete Realacci e quanti riportano la sue dichiarazioni - sostiene l’ingegner Giorgio Prinzi - fingono di ignorare, ma fuori dalla realtà come sono potrebbero ignorarlo davvero, che il cancro delle tanto decantate fonti alternative trova brodo di coltura solo sulle generosissime regalie che gravano in bolletta, tanto che per accaparrarsele si sarebbero in taluni casi, come ipotizzato dalla Magistratura, mossi persino interessi mafiosi e piduisti. Ed ancora, sempre in bolletta paghiamo i costi dell’abortita opzione nucleare, che non avendo prodotto e non avendo come da norma accantonato il capitale necessario ai costi finali, ora grava anch’esso in modo spurio ed aggiuntivo sul costo in bolletta già pesantemente penalizzato dal cancro delle rinnovabili. La responsabilità dei Realacci ed ecoambientalisti vari è gigantesca, ma la stampa ideologizzata che li sostiene finge di non accorgersene. Vergogna! Ma ne saranno capaci?»

    Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare coglie l’occasione per richiamare quanti, come “Fare Ambiente” e il suo Presidente Vincenzo Pepe, assumono posizioni “diplomatiche”, e, fingendo di ignorare che le fonti alternative sono un cancro per il sistema, affermano che esse possono convivere con le altre opzioni, nucleare compresa di cui peraltro si dicono e sembrano convinti sostenitori. Certo, il professor Pepe ha in questo modo sforato il bavaglio della stampa ideologizzata, come avvenuto in un’altra recente occasione in cui ha approvato, sia pure con illusione di portarla su posizioni filonucleare, un’azione di Green Peace presso una piattaforma petrolifera nell’Artico. La nostra coerente posizione, il non strizzare compiacenti l’occhio a Green Peace e a consimilari sodalizi ci relega invece alla morte civile. Certa stampa non ci riprende. Semplicemente ci ignora.

    «Caro professor Pepe - puntualizza il Segretario del Cirn
     in questo modo e con questo illusorio approccio “diplomatico” si fa solo il gioco degli ecoambientalisti antinucleari. Le posizioni possibiliste, che non evidenziano il danno che le rinnovabili provocano, traggono in inganno la già manipolata e disorientata opinione pubblica, che è stata turlupinata e crede in esse. Per noi, invece, chiunque si schieri contro la ripartenza del nucleare è un pericoloso demagogo con cui non è assolutamente possibile avere nulla da spartire, neppure come approccio diplomatico, che alla prova dei fatti si traduce in arrendevolezza. Pazienza, continueremo a subire il “democratico” bavaglio impostoci. A Lei complimenti per avere in questo modo avuto spazio in cronaca».


    RECAPITI CIRN

    Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare

    06.7049.6222 
      339.12.67.704

    [email protected]


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