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Renzo Riva

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Ultimi commenti

  • Di Renzo Riva (---.---.---.73) 18 marzo 2011 21:27
    Renzo Riva

    Laureata in materie umanistiche?
    Se laureata si vede.

    Per malasanità in Italia muoiono 35.000 persone.
    Del pari, lei signora Diana, non s’affidi alla sanità disponibile; vada dai maghi e dalle fattucchiere e s’affidi alle medicine alternative.
    Non si rende forse conto, e poi perché dovrebbe, di quante cose e servizi utilizza nella sua giornata che dipendono dalla professionalità e serietà di chi con la sua opera le rende il vivere quotidiano meno problematico: si ricorda, oppure le sovvengono alla memoria, i racconti di fine ottocento e prima metà del novecento dei suoi avi? Su quanto fosse dura la vita e con quali ristettezze, quando alla fine era un problema mettere insieme un pranzo con la cena?
    Vede cara signora Diana,
    io mi considero un fortunato per essere nato nell’anno 1949 ed aver potuto accedere all’istruzione ed ai mezzi tecnologici che il progresso scientifico metteva a disposizione. Fortunato anche perché la mia generazione ha avuto opportunità che prima ed oggi non saranno più date se non con molta parsimonia.
    Lei comunque, data la sua giovane età, sarà senz’altro messa nella condizione di sperimentare il ritorno al passato quando tutto veniva mosso dall’energia del Sole se a questa fonte energetica s’affiderà.
    Si goda i frutti del suo progresso/regresso.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 12 marzo 2011 13:49
    Renzo Riva

    Consumi elettrici

    Giappone 1’130 TWh anno
    Germania 640 TWh anno
    Italia 340 TWh anno

    Fukushima richiama ad una pesante responsabilità.

    Le future filiere da installare in Italia dovranno caratterizzarsi per elevata sicurezza passiva

     

     (Roma 10 marzo 2011 ) - Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn) rompe il silenzio che sinora ha, giustamente in mancanza di dati oggettivi certi, caratterizzato la componente che è impegnata per la ripartenza del nucleare in Italia e dirama un suo primo commento sul disastro di Fukushima, con l’intenzione anche di fare sentire una voce diversa da quella dominante e strumentale degli antinucleari.

    «Quanto sta avvenendo nel sito di Fukushima - afferma l’ingegner Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn) - pone un serio problema di scelta degli eventuali reattori nucleari da installare in Italia, di cui sinora si è poco, se non affatto, parlato. Una grande responsabilità grava ora sulla costituenda Agenzia per la Sicurezza Nucleare, che dovrà vagliare le diverse opzioni sotto il profilo della sicurezza passiva che ciascuna di esse è in grado di garantire, non lasciandosi condizionare da sia pur legittimi interessi industriali e finanziari dei diversi potenziali attori».

    «I problemi per le unità ad acqua bollente installate in quel sito giapponese - prosegue il Segretario del Cirn - si sono posti proprio perché i sistemi di asportazione del calore residuo non erano di tipo passivo e, al venir meno dell’erogazione della rete e dei generatori diesel di emergenza, che sembra siano stati danneggiati dall’onda di maremoto, non è stato possibile asportare in altro modo il calore residuo, che è sfuggito al controllo anche perché il sottosistema a corrente continua alimentato da batterie di limitata autonomia non era in grado di adempiere alla funzione adeguatamente, in quanto sembra concepito per il tamponamento momentaneo di una mancanza di corrente alternata».

    «Peggio
     incalza l’ingegner Giorgio Prinzi, - dalle prime frammentarie notizie che ci giungono in lingua inglese, sembra che alla stessa centrale diesel fossero asservite più unità, in contrasto con una delle regole di sicurezza che prevede la ridondanza e la duplicazione dei sistemi critici. Certo la macchina danneggiata era alquanto vecchiotta, essendo divenuta critica per la prima volta nel 1971, e i criteri di sicurezza in base ai quali era stata realizzata ormai decisamente obsoleti. Sono però proprio queste considerazioni che ci fanno a gran voce richiedere il massimo impegno di coloro che dovranno decidere, in base ad criteri avanzati criteri di sicurezza, le future filiere da installare in Italia. Su questo auspichiamo che si apra il dibattito, al quale gli ambientalisti potrebbero contribuire con una visione critica e costruttiva, sempre che riescano a liberarsi dei loro preconcetti ideologici e del loro furore antinucleare che anche in questo frangente caratterizza le loro dichiarazioni a caldo».

    «Non vi sono altre soluzione praticabili - conclude il Segretario del Cirn Giorgio Prinzi - L’energia nucleare è una scelta obbligata. Si tratta di affrontare il problema con razionalità. Sempre nello stessa prefettura di Fukushima il sisma ha causato il crollo di una diga, ma la notizia è quasi passata sotto silenzio, perché l’attenzione è focalizzata solo sulle installazioni nucleari».

     

    PER SCARICARE DOCUMENTAZIONE TECNICA DEL CIRN

    collegarsi alla pagina web

    http://www.giorgioprinzi.it/nucleare/audiovisivifonti/energia.htm

    (sua visualizzazione completa solo con browser Explorer)

     

    RECAPITI CIRN

    Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare

    06.7049.6222 
      339.12.67.704

    [email protected]

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 10 marzo 2011 13:50
    Renzo Riva

    Ecco il testo dell’articolo pubblicato il giorno 9 Marzo 2011
    sul Messaggero Veneto del gruppo L’Espresso-La Repubblica

    Leggete i tre ultimi capoverso e ditemi se non sarebbe da castrarli.
    Senonché loro stessi si danno la zappa sui piedi con i due capoversi precedenti dove sembra dicano:
    "PECCATO CHE IL NUCLEARE COSTI COSI’ POCO" e ciò vuol dire riconoscere che le alternative sono COSTOSE e buone solo se avessimo miliardi da buttar via regalandoli alla mafia degli ecologisti, la mafia verde...

    CRISI PETROLIFERA
    NUCLEARE INEVITABILE
    di FRANCO A. GRASSINI

    Altri paesi produttori di petrolio, Kuwait, Emirati e Nigeria, si uniscono all’Arabia Saudita facendo sapere che accresceranno la produzione per compensare la perdita di quella libica e, soprattutto, per spegnere il fuoco dei prezzi in salita.
    Contemporaneamente, per altro, alla pompa la benzina ha toccato limiti che da tempo non si ricordavano.
    Segno, quest’ultimo, di un potere quasi monopolistico da parte delle compagnie che approfittano dei disordini in Libia per migliorare i loro margini più di quello che sarebbe consentito in un mercato concorrenziale, ma anche, al tempo stesso, indice di tendenze inflazionistiche, già alimentate dai rialzi nei prodotti agricoli e di altre materie prime, che possono avere pesanti conseguenze su almeno due piani.
    Su quello dei consumi interni che, con ogni probabilità, saranno compressi dato che la domanda di benzina risente meno di altri beni, almeno nel breve periodo, di aumenti del prezzo e, quindi, impone altre rinunce.
    Su quello monetario perché ridurrà notevolmente i dubbi della Banca Centrale Europea sui tempi di aumento dei tassi d’interesse, che quasi certamente avrà luogo in aprile, un paio di mesi prima di quanto si pensava. È vero, in termini reali gli interessi sono quasi negativi, ma un loro rialzo, anche moderatissimo, influisce sulle decisioni d’investimento.
    E il rialzo contribuisce anche a una riduzione della domanda complessiva, già depressa per quanto riguarda i consumi. In altri termini le già modestissime forze della ripresa rischiano di indebolirsi ulteriormente e lasciarci più a lungo in una fase statica.
    Nasce, a tal punto, la domanda sull’evitabilità degli aumenti della benzina e su quello che questo ci insegna perii futuro. Sul potere oligopolistico dell’Opec poco o nulla può fare un singolo Stato, forse nemmeno l’Unione europea.
    Anche le compagnie petrolifere sono difficilmente attaccabili dati gli enormi investimenti che sarebbero necessari.
    Tale potere, tuttavia, potrebbe, in Italia, essere ridotto arrivando a tagliare il legame tra i produttori di carburanti e la distribuzione degli stessi, sempre che quest’ultima venisse liberalizzata.
    Qualche centesimo di meno sul prezzo della benzina sarebbe possibile.
    La sete di dividendi del Tesoro da parte dell’Eni e la forza politica della corporazione dei distributori non lasciano molte speranze in tale campo.
    La questione del prezzo del petrolio, tuttavia, si riallaccia a tutta la politica energetica.
    Soprattutto in un’ottica di lungo periodo quando la crescente domanda, in particolare da parte dei paesi che continuiamo a chiamare emergenti anche se sono più che crésciuti, rischia di far aumentare ulteriormente i prezzi.
    Se nulla possiamo fare per contrastare la disponibilità di petrolio da parte dell’Opec e del gas da parte di Russia e altri produttori, molto potremmo fare per contenere la domanda. Non si deve dimenticare che siamo il paese europeo maggiormente dipendente dall’estero per i consumi di energia.

    Oltre l’80%, rispetto a una media europea di circa il 50%. Le energie alternative sono l’unica soluzione.
    Ed è necessario riconoscere, anche se ci può dispiacere, che quella atomica è la meno costosa e maggiormente controllabile.

    In questo ambito, da parte del nostro governo, si sono sentite molte promesse cui non è seguito alcun fatto concreto.
    Certo è difficile vincere i timori, molto spesso infondati, degli interessi locali.
    L’aumento del prezzo della benzina e la palese impopolarità dello stesso dovrebbero spingere il governo a trovare nell’opinione pubblica il necessario supporto, ma è molto, molto dubbio che un governo come quello che abbiamo, concentrato sulla quotidiana sopravvivenza, possa avere il coraggio di guardare lontano.

    http://www.opinione.it/view_journal.php?file=09032011.opinione.pag10.c.pdf

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 9 marzo 2011 19:33
    Renzo Riva

    All’ultimo intervento anonimo rispondo:


    Chi è colpa de suo mal ... con quel che segue

    CRISI PETROLIFERA
    NUCLEARE INEVITABILE
    di FRANCO A. GRASSINI

    Questi, occhiello e titolo, sono stati oggi pubblicati con un corposo articolo in evidenza sulla prima pagina del Messaggero Veneto di Udine del Gruppo L’Espresso-La Repubblica di Carlo De Benedetti.

    Aspettiamoci che fra poco diranno pure che loro, si erano, anzi sono stati sempre a favore dell’elettronucleare.

    La chicca alla fine dell’articolo che imputa al governo Berlusconi di aver suscitato mille attese sul nucleare ma che da un po’ di tempo è in stallo e che al riguardo nessuna novità avanza.

    Rimango senza parole; fra poco accadrà che i sempre stati favorevoli al nucleare dal referendum del 1987 verranno additati come residui fossili non più legati ali tempi moderni attuali.
    Una pore e semplice operazione di modernariato politico sinistrato sinistrese.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 9 marzo 2011 19:25
    Renzo Riva
    CRISI PETROLIFERA
    NUCLEARE INEVITABILE
    di FRANCO A. GRASSINI

    Questi, occhiello e titolo, sono stati oggi pubblicati con un corposo articolo in evidenza sulla prima pagina del Messaggero Veneto di Udine del Gruppo L’Espresso-La Repubblica di Carlo De Benedetti.

    Aspettiamoci che fra poco diranno pure che loro, si erano, anzi sono stati sempre a favore dell’elettronucleare.

    La chicca alla fine dell’articolo che imputa al governo Berlusconi di aver suscitato mille attese sul nucleare ma che da un po’ di tempo è in stallo e che al riguardo nessuna novità avanza.

    Rimango senza parole; fra poco accadrà che i sempre stati favorevoli al nucleare dal referendum del 1987 verranno additati come residui fossili non più legati ali tempi moderni attuali.
    Una pore e semplice operazione di modernariato politico sinistrato sinistrese.


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