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Renzo Riva

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  • Primo articolo mercoledì 12 Dicembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di Renzo Riva (---.---.---.250) 15 maggio 2011 02:10
    Renzo Riva

    Cara Roberta,
    Grazie per l’opportunità che mi dai nel riportare qualcosa da me scritto e pubblicato da

    Il Gazzettino
    Mercoledì 4 Febbraio 2009

    Fascicolo del Friuli

    COMMENTI E LETTERE

    Pagina XII (UD12)

     

    Mutui
    prima casa
    e carriera politica

    Chi ha fatto carriera politica promuovendo cause contro le banche che non concedevano i mutui prima casa agli ispanici e afroamericani?
    Purtroppo chi diede l’appiglio per tali cause fu Bill Clinton che negli anni ’90 fece una legge per promuovere l’acquisto della prima casa per diminuire la pressione raz­ziale della parte più emarginata e che stava montando nella so­cietà statunitense.
    Dapprima le banche non concedevano i mutui perché la maggior parte dei richiedenti non appartenevano alla categoria "prime" ma "subprime" perché già protestati. Un "avvocato" si fece paladino delle aspirazioni degli ispanici e afroamericani promuovendo cause contro le banche in virtù della legge voluta Clinton aggiungendoci pure l’accusa di discriminazione razziale.
    I giudici dei tribunali sistematicamente condannarono le banche che dovettero pagare anche dei risarcimenti oltre alla concessione del mutuo. La continuazione ora la conoscete: Stati Uniti in bancarotta e l’avvocato Obama Barak presidente.

    Renzo Riva
    Buja

    Pare che Tremonti stia preparando il default del sistema Italia come accadde nel 2008 negli Usa.
    Che dalla farsa si passi alla tragedia?

  • Di Renzo Riva (---.---.---.55) 12 maggio 2011 19:20
    Renzo Riva

    Da "il Giornale" di Mercoledì 11 Maggio 2011

    La Parola ai lettori

    Pagina 38

    «ENERGIA NUCLEARE/1

    I giapponesi hanno fiducia nella tecnica

    Il premier giapponese Naoto Kan ha espresso la fedeltà al nucleare confermando l’intenzione di mantenere e sviluppare il programma nazionale per l’energia atomica. Ricordo che il Giappone ha ancora 49 reattori nucleari in servizio (escludendo i 6 danneggiati a Fukushima). Conoscendo molto bene il Paese del Sol Levante, ciò non mi meraviglia. Infatti non esiste soltanto una «ideologia contro il nucleare», ma anche l’ideologia a favore, e i giapponesi ne sono il massimo esempio. Dopo l’incidente di Fukushima nessuna autorità politica ha messo in discussione il piano nucleare. Come è possibile tutto ciò? Per quale motivo il popolo giapponese non si ribella e non chiede la chiusura di tutte le centrali nucleari? La risposta è semplice e disarmante: i giapponesi credono nella tecnologia. Fin dal XIX secolo sono stati educati a fidarsi della tecnica considerata come una risorsa eccezionale. Il motto che riassume questo concetto è «wakon yosai», spirito giapponese e tecnica occidentale. Così accanto alle virtù tramandate dagli antichi samurai, come la disciplina e il coraggio, i giapponesi hanno aggiunto la fiducia nella tecnica. Credo che un po’ di questa fiducia nella tecnica potrebbe essere utile anche a noi italiani.

    Cristiano Martorella e-mail

    «ENERGIA NUCLEARE/2

    Sei buone ragioni per dire di sì

    Facciamo il punto sulla tragedia giapponese in relazione agli impianti nucleari. 1) II fortissimo terremoto non ha creato danni gravi e pericolosi agli abitanti vicini agli impianti nucleari. 2) Le conseguenze più gravi sono dovute allo tsunami di imprevedibili proporzioni che ha reso inutilizzabili gli impianti di raffreddamento di emergenza. 3) Pensare all’abbandono del nucleare è sconsigliabile qualora si voglia avere una disponibilità continua nelle 24 ore dell’energia elettrica. 4) Sostituire il nucleare con energie alternative come l’eolico o il solare, con le conoscenze attuali non è pensabile in termini economici e di inquinamento ambientale. 5) Le località in cui forse in un futuro lontano si potrebbero rendere economici i sistemi di generazione di energia come il solare o l’eolico sono in Medioriente, date le disponibilità di sole e di vento, per cui si creerebbero grossi problemi di costi di trasporto dell’energia prodotta, che ci renderebbero ancora schiavi dei popoli arabi. 6) II Giappone ha confermato di voler continuare a produrre energia con il nucleare.

    Enrico Magneti Cisano Bergamasco (Bergamo)

  • Di Renzo Riva (---.---.---.244) 11 maggio 2011 14:00
    Renzo Riva

    Il Gazzettino
    Mercoleedì 27 Febbraio 2008
    Fascicolo NordEst
    LA PAROLA AI LETTORI
    Pagina 12 (PG 12)

    Il caso Thyssen e
    le responsabilità
    del sindacato

    I giornali dicono che alla Thyssen-Krupp di Torino sono state formalizzate cinque posizioni di dirigenti per omicidio colposo.
    Per me è stata omessa un’altra posizione: quella del sindacalista presente al fatto che non ha esercitato il suo "potere" di far sospendere (non scioperare) il lavoro per mancanza delle condizioni minime di sicurezza.
    Era in suo potere ed era suo "dovere" esercitare tale prerogativa.
    Non l’ha fatto.
    È responsabile al pari d’altri delle morti indaco e non bianche; morte bianca è una parola che va riservata solo per le morti in culla.
    Ovviamente c’è anche la correità delle strutture sindacali esterne che hanno siglato accordi inerenti quella realtà "produttiva a perdere" sulla pelle dei lavoratori.
    Invece Veltroni che fa?
    Lo candida al parlamento.
    Che sia per dargli l’immunità?
    In questo caso l’obbligatorietà dell’azione penale ha fatto cilecca.

    Renzo Riva
    Buja(Ud)

    Non contenti a Torino hanno condannato uno dei cinque per omicidio volontario e dolo.

    Da "Il Mattino"
    Venerdì 15 Aprile 2011

    Rogo Thyssen, fu omicidio volontario:
    condannati tutti i dirigenti dell’azienda

    L’amministratore delegato Herald Espenhahn condannato
    a 16 anni di reclusione. Nell’incendio morirono 7 operai.

    TORINO - La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssenkrupp. L’amministratore delegato dell’azienda, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione.

    Condannati tutti i dirigenti. Gli altri cinque dirigenti del processo per il rogo alla Thyssenkrupp sono stati condannati dalla Corte di Assise di Torino per cooperazione in omicidio colposo. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri; a dieci anni e dieci mesi di reclusione è stato condannato Daniele Moroni. Alla lettura del dispositivo, un parente delle vittime ha avuto un leggero malore. Portato fuori dall’aula, è stato soccorso dagli operatori della Croce Verde e del 118.

    Fiom: sentenza importante, resta il dolore. «Hanno avuto ragione le famiglie, hanno avuto ragione i lavoratori della Thyssen, abbiamo avuto ragione noi ad avere fiducia nella magistratura torinese». È il commento di Giorgio Airaudo, della Fiom. «Quando il lavoratore viene ferito o muore sul lavoro - osserva Airaudo - non è mai un caso, c’è sempre una responsabilità. È una sentenza importante, che farà scuola in Italia e in Europa. Resta il dolore per chi ha perso la vita e per chi non ha più i propri affetti. La nostra solidarietà sarà sempre insufficiente».


    Un commento:
    Legittima suspicione
    Il processo non doveva essere fatto a Torino.
    Era un destino segnato.
    L’omicidio volontario è assurdo e cadrà nella maggiore serenità
    dei successivi gradi di giudizio.

    http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=145725&sez=ITALIA


  • Di Renzo Riva (---.---.---.244) 11 maggio 2011 13:56
    Renzo Riva

    ,
    eh eh eh...Mazzetta! Ride bene chi ride per ultimo.

    http://www.opinione.it/articolo.php?arg=1&art=101315

    .

  • Di Renzo Riva (---.---.---.39) 8 maggio 2011 18:39
    Renzo Riva

    Bene fa la Thyssen-Krupp a lasciare Terni al suo destino di essere chiusa anche perché altrimenti avrebbe dovuto chiuderla lei, come era già nelle intenzioni palesate alcuni anni fa ed a pochi anni dalla sua acquisizione.
    I famosi lamierini speciali li farà in altri suoi stabilimenti.
    Spero che la rilevino i cinesi e non i russi così le maestranze ternane sentiranno altra musica che al confronto Mister Marscionne è una melodia.
    Andate a chiedere ai tessili di Prato che non possono neanche più lavorare nelle fabbriche comprate dai cinesi.
    I tempi sono maturi per lo scoppio delle contraddizioni troppo a lungo coltivate.

    Il Gazzettino
    Mercoleedì 27 Febbraio 2008
    Fascicolo NordEst
    LA PAROLA AI LETTORI
    Pagina 12 (PG 12)

    Il caso Thyssen e
    le responsabilità
    del sindacato

    I giornali dicono che alla Thyssen-Krupp di Torino sono state formalizzate cinque posizioni di dirigenti per omicidio colposo.
    Per me è stata omessa un’altra posizione: quella del sindacalista presente al fatto che non ha esercitato il suo "potere" di far sospendere (non scioperare) il lavoro per mancanza delle condizioni minime di sicurezza.
    Era in suo potere ed era suo "dovere" esercitare tale prerogativa.
    Non l’ha fatto.
    È responsabile al pari d’altri delle morti indaco e non bianche; morte bianca è una parola che va riservata solo per le morti in culla.
    Ovviamente c’è anche la correità delle strutture sindacali esterne che hanno siglato accordi inerenti quella realtà "produttiva a perdere" sulla pelle dei lavoratori.
    Invece Veltroni che fa?
    Lo candida al parlamento.
    Che sia per dargli l’immunità?
    In questo caso l’obbligatorietà dell’azione penale ha fatto cilecca.

    Renzo Riva
    Buja(Ud)

    Non contenti a Torino hanno condannato uno dei cinque per omicidio volontario e dolo.

    Da "Il Mattino"
    Venerdì 15 Aprile 2011

    Rogo Thyssen, fu omicidio volontario:
    condannati tutti i dirigenti dell’azienda

    L’amministratore delegato Herald Espenhahn condannato
    a 16 anni di reclusione. Nell’incendio morirono 7 operai.

    TORINO - La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssenkrupp. L’amministratore delegato dell’azienda, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione.

    Condannati tutti i dirigenti. Gli altri cinque dirigenti del processo per il rogo alla Thyssenkrupp sono stati condannati dalla Corte di Assise di Torino per cooperazione in omicidio colposo. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri; a dieci anni e dieci mesi di reclusione è stato condannato Daniele Moroni. Alla lettura del dispositivo, un parente delle vittime ha avuto un leggero malore. Portato fuori dall’aula, è stato soccorso dagli operatori della Croce Verde e del 118.

    Fiom: sentenza importante, resta il dolore. «Hanno avuto ragione le famiglie, hanno avuto ragione i lavoratori della Thyssen, abbiamo avuto ragione noi ad avere fiducia nella magistratura torinese». È il commento di Giorgio Airaudo, della Fiom. «Quando il lavoratore viene ferito o muore sul lavoro - osserva Airaudo - non è mai un caso, c’è sempre una responsabilità. È una sentenza importante, che farà scuola in Italia e in Europa. Resta il dolore per chi ha perso la vita e per chi non ha più i propri affetti. La nostra solidarietà sarà sempre insufficiente».


    Un commento:
    Legittima suspicione
    Il processo non doveva essere fatto a Torino.
    Era un destino segnato.
    L’omicidio volontario è assurdo e cadrà nella maggiore serenità
    dei successivi gradi di giudizio.

    http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=145725&sez=ITALIA



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