Giappone, al peggio non c’è mai fine

par Alfredo d’Ecclesia
giovedì 12 maggio 2011

Continuano ad arrivare brutte notizie, nonostante il silenzio che si è creato su questa vicenda. Intanto c’è da dire che per motivi di sicurezza è stata chiusa la centrale Hamaoka, essendo costruita in una delle zone più sismiche del paese. La centrale è stata chiusa anche per le pressioni del Premier giapponese Naoto Kan nonostante i grossi problemi energetici che ha in questo momento il Giappone,e la messa in sicurezza potrebbe durare almeno 2 anni. A tal proposito il Presidente Akihisa Mizuno della Chubu Electric Power Co, società che gestisce la centale di Hamaoka, ha dichiarato: "Interrompendo l'attività dell'impianto di Hamaoka, generiamo grossi disagi a breve termine non solo a chi vive nella zona, ma anche a molti altri soggetti, inclusi clienti e azionisti".
Ora a parte il disastro nucleare, si preannuncia un altro grave disastro ambientale, anche questo poi non è soltanto locale o regionale ma riguarda l’intero mondo.
Ai 143 milioni di detriti e di plastica che sono presenti nei mari del mondo, bisogna aggiungere tutti quelli che sono stati trascinati in mare dallo tsunami che si è abbattuto sulle coste giapponesi.
Ora immaginiamo rifiuti e plastica presenti in 420km quadrati, nessuno sa il quantitativo, ma possiamo immaginare che sia enorme.
Ora la plastica sarà frantumata e spezzettata dalle onde, sarà mangiata dai pesci piccoli, che a loro volta saranno mangiati dai pesci grandi e alla fine entreranno nelle nostre tavole.
Questi danni attualmente nessuno è in grado di calcolarli, mentre l’Università delle Hawaii è riuscita a calcolare la direzione di questa enorme massa di detriti e rifiuti.
Ma il Giappone è anche onore, il Premier Naoto Kan ha annunciato di rinunciare al suo stipendio da Primo Ministro e ai suoi benefit dichiarando: ”Continuerò a percepire la retribuzione che mi spetta come membro del parlamento ma non quella da primo ministro, né altri bonus”. Ha poi aggiunto: ”Come la compagnia elettrica Tepco, l'esecutivo giapponese ha una grande responsabilità in questa crisi. Il Paese abbandonerà il piano per incrementare la quota di energia derivata dal nucleare al 50% dall'attuale 30%. Il l Giappone ha adesso bisogno di ripartire da zero nelle politiche energetiche di lungo termine, dopo la crisi di Fukushima".

Leggi l'articolo completo e i commenti