Cara Collega,
mi sembra di cogliere nelle sue
parole una sorta di frustrazione derivante da anni di lavoro insoddisfacente.
Il fatto di aver insegnato, dopo una breve esperienza nella Scuola Media, sempre
nel Liceo Scientifico non mi ha impedito di avere una visione globale della
situazione scolastica in quanto non sono vissuto in una torre d’avorio, ma ho
avuto contatti continui con colleghi di altre realtà.
Mi preme però ricordare che la
scelta della scuola in cui insegnare è condizionata non solo dalla
disponibilità dei posti, ma anche dall’impegno che la tipologia scolastica
richiede. Molti docenti preferiscono indirizzi tecnici o professionali perché lo
spessore qualitativo della proposta didattica è contenuto rispetto a quello dei
Licei. C’è chi, pur di avere la scuola vicino a casa, è disposto a sacrificare
la qualità del proprio lavoro e misurarsi con realtà ritenute, a torto o a
ragione, più convenienti. Per quanto mi riguarda ho insegnato 20 anni nel Liceo
Scientifico di Adria (scuola che all’epoca era di buon livello) pur abitando a
Rovigo (facevo il pendolare). Al Liceo
Scientifico di Rovigo sono arrivato quando la disponibilità del posto me l’ha
consentito. Se mi fosse andato bene qualsiasi tipo di scuola, subordinando la
passione per un lavoro di qualità a una presunta comodità, sarei potuto
approdare in città molto tempo prima.
La scuola non è formata soltanto
da precari privi della certezza del domani, ma soprattutto da docenti di ruolo che
in buona misura possono programmare il proprio lavoro pur scontrandosi con la
miopia di certi dirigenti o con l’insipienza di certi ministri.
Sono profondamente conscio che la
realtà scolatica del Nord è diversa da quella del Sud e delle Isole, ma rimango
comunque convinto che, di là dalle difficoltà e dagli impedimenti esterni, ognuno
sia in buona misura artefice delle proprie fortune (come ho già avuto modo di
dire in risposta al suo primo commento).
Negli ultimi dieci anni la mancanza di concorsi ha accentuato i problemi
del precariato per cui molti docenti si sono trovati nelle condizioni di
cambiare istituto ogni anno senza avere la possibilità di impostare un lavoro
veramente formativo ed efficace. Quando però le condizioni lavorative erano più
favorevoli è stata soprattutto la mancanza di professionalità a far sì che molti
insegnanti non siano riusciti a dare concretezza al proprio impegno lavorativo.
Le auguro buona fortuna e le porgo i più cordiali saluti.
Giovanni Astolfi