Speranza di vita e disperazione pensionistica

par Phastidio
martedì 20 maggio 2025

Il declino demografico italiano si aggrava. L'aumento della speranza di vita al pensionamento richiede il rinvio delle uscite. La politica si oppone alla realtà ma il conto lo pagheranno i "beneficiari" perché le alternative sono peggiori.

Ad aprile, Istat ha presentato il rapporto sugli indicatori demografici italiani nel 2024. Un rosario di brutte notizie, non esattamente inattese, ma il cui dettaglio si abbatte brutalmente su un paese che definire morente non appare esagerato.

Nel 2024 le nascite si attestano a quota 370 mila, in calo del 2,6 per cento sull’anno precedente. Calano anche i decessi (651 mila), il 3,1 per cento in meno sul 2023, dato più in linea con i livelli pre-pandemici che con quelli del triennio 2020-22. Il saldo naturale, ovvero la differenza tra nascite e decessi, è quindi ancora fortemente negativo (-281 mila unità).

Per quanto riguarda la dinamica migratoria, a livello “lordo” si registra un forte aumento delle emigrazioni per l’estero: sono 191 mila (+20,5 per cento sul 2023), delle quali ben 156 mila riguardano cittadini italiani che espatriano (+36,5 per cento). Tuttavia, il saldo migratorio netto sale da +261 mila nel 2022 a +274 mila nel 2023. La popolazione residente straniera è in crescita: 5 milioni e 308 mila individui al 1° gennaio 2024, +166 mila sull’anno precedente. Aumentano i neo-cittadini italiani: sono 217 mila le acquisizioni della cittadinanza italiana concesse a cittadini stranieri residenti in Italia, superato il precedente massimo di 214 mila raggiunto nel 2023.

L’era glaciale demografica

Questi sono i bullet point di dettaglio: con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526 mila bambini contro i 370 mila del 2024. Si segnala una rilevante crescita della speranza di vita: per il complesso della popolazione residente, la speranza di vita alla nascita è pari a 83,4 anni, quasi 5 mesi in più rispetto al 2023. La dimensione media delle famiglie scende in 20 anni da 2,6 componenti agli attuali 2,2 (media 2023-2024). Natalità in discesa, mortalità in forte calo: sei neonati e 11 decessi per 1.000 abitanti. Il calo demografico più sensibile si registra nei comuni delle aree interne del Mezzogiorno: circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente con riduzione della popolazione in quattro comuni su cinque.

Questa dinamica demografica è in continuità, secondo Istat, con quella dei recenti anni post-pandemici:

Insieme a un calo contenuto della popolazione residente, che peraltro continua a invecchiare, alla conferma di una dinamica naturale fortemente negativa, i cui effetti vengono attenuati da una dinamica migratoria più che positiva, e alla progressiva contrazione della dimensione media delle famiglie, il 2024 aggiunge elementi la cui portata va sottolineata. Tra questi, il minimo storico di fecondità, la speranza di vita che supera i livelli pre-pandemici, l’aumento degli espatri di cittadini italiani, il nuovo massimo di acquisizioni della cittadinanza italiana a cui si affianca comunque l’importante crescita della popolazione straniera residente.

Speranza di vita, miraggio pensioni

Veniamo all’aumento della speranza di vita, che ci conduce direttamente al tema delle pensioni: la speranza di vita alla nascita nel 2024 è stimata in 81,4 anni per gli uomini
e in 85,5 anni per le donne (+0,4 in decimi di anno), valori che per la prima volta si lasciano alle spalle la falce del Covid, superando quelli del 2019. La speranza di vita dopo i 65 anni arriva a 21,2 anni: 19,8 per gli uomini e 22,6 per le donne.

Secondo la legge in vigore, ogni due anni i requisiti per il pensionamento vengono adeguati alle aspettative di vita. Dal 2027 ciò dovrebbe determinare un innalzamento di tre mesi dei requisiti pensionistici. Per il biennio 2027-28 si dovrebbe pertanto andare in pensione all’età di 67 anni e tre mesi per la vecchiaia, oppure 43 anni e un mese (un anno in meno per le donne) per le anticipate.

L’esito demografico era talmente scontato che Inps già a gennaio lo aveva incorporato negli applicativi usati dai patronati per le simulazioni. La Cgil aveva segnalato l’anomalia, levata di scudi dell’universo mondo e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a promettere che la politica avrebbe guardato il problema e trovato soluzioni. Anche perché abbiamo scoperto che l’aumento “mobile” dell’età pensionabile produce gli immancabili esodati, uno dei prodotti tipici italiani. In questo caso, tutte le persone che hanno lasciato il lavoro per effetto di contratti di espansione, isopensione o intervento di fondi bilaterali di solidarietà. 

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Parliamo di questo aumento di tre mesi dei requisiti pensionistici. Ma anche di quelli a venire, in base alle proiezioni demografiche della Ragioneria Generale dello Stato: secondo cui, nei prossimi quattro bienni potrebbero scattare altrettanti trimestri di innalzamento dei requisiti, per un totale di un anno. Nei calcoli della Cgil, sterilizzare il primo di questi aumenti costerebbe ben 4 miliardi l’anno. E dopo?

La Lega, che insegue il miraggio di smantellare la legge Fornero e quindi la demografia messaggera della realtà, ha subito iniziato a martellare sull’esigenza imprescindibile della sterilizzazione, e lo ha fatto col sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Ma anche altre forze di opposizione hanno avviato l’abituale cacerolazo, al grido di fate presto. E presto seguiranno richieste di patrimoniale e tassazione degli extraprofitti permanenti, per poter adeguare le pensioni e impedire che la demografia faccia il suo corso.

âââââââE qui, solite considerazioni: quale è il costo opportunità di quattro miliardi di euro, cioè gli impieghi alternativi di questo importo? Poi, potremmo anche fare le abituali considerazioni sull’impatto che una forza lavoro sempre più anziana ha sulla produttività aziendale e sull’adozione delle nuove tecnologie. Ancora, dovremmo guardarci dai soliti piagnistei su “gente che resta al lavoro fino a ottant’anni, signora mia”, che rischiano di riaprire il costoso libro dei lavori usuranti, che è praticamente il jolly che serve per esentare quote crescenti di persone, di solito tra quelle che soffrono meno logoramento psicofisico ma con rilevante logoramento per i contribuenti rimasti a pagare tutte le tasse.

Una copertura “endogena”

Ma non toccherò questi aspetti. Piuttosto, mi preme ribadire che le fonti di copertura di simili manovre sono e restano interamente dentro le dinamiche della spesa pensionistica. Basta un intervento sulle finestre di uscita, un ricalcolo interamente contributivo delle uscite (anche se la coorte dei retributivi puri e misti va esaurendosi), modifiche ai criteri di rivalutazione delle pensioni o all’importo minimo dell’assegno che consente l’uscita, per produrre i risparmi desiderati.

Iniquo? Lo è la demografia, e il principio di realtà. Il governo Meloni si è già esercitato in queste forme di copertura e per fortuna, visto che l’alternativa sarebbe stato un aumento di pressione fiscale a meno di incidere su altre voci di spesa, non è chiaro quali. Quindi è verosimile, o meglio fortemente auspicabile, che anche questa volta, per evitare che l’anno elettorale 2027 sia punteggiato da pianti greci sulle pensioni, si “attinga” a questo pozzo.

Tutto molto temporaneo e altrettanto posticcio, se non cambia la demografia. Che, come noto, opera anche da freno alla crescita economica, se non compensata da incrementi di produttività che continuano a non vedersi. Ma tant’è. Sullo sfondo, restano altri problemi legati al tema: su tutti, l’erosione della sostenibilità del debito in presenza di demografia avversa e insufficiente crescita della produttività. 

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Ma, come noto, la demografia avversa è un processo lento e scava in profondità. Tanto più insidioso perché resta fuori dall’arco temporale elettivo (pun intended) della politica: la legislatura. Nel breve, meglio strepitare che “smonteremo la legge Fornero” e poi far pagare il conto ai pensionati, presenti e soprattutto futuri. Perché, credetemi, le alternative sono molto peggio. Il paese divora se stesso: credo di averlo già segnalato più volte, da molti anni.

(Immagine creata con WordPress AI)


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