La pace si allontana... Putin diserta Istanbul e la diplomazia fa cilecca

par Gregorio Scribano
lunedì 19 maggio 2025

Il tanto atteso incontro ad Istanbul tra Zelensky e Putin, che avrebbe potuto rappresentare una svolta decisiva nel conflitto non avrà luogo.

La decisione del presidente russo di disertare l'incontro, delegando una delegazione di basso rango, segna un nuovo capitolo di incertezze e delusioni diplomatiche. Una mossa che non solo evidenzia l'incertezza delle reali intenzioni di Mosca, ma getta anche una pesante ombra sulla possibilità di una risoluzione pacifica del conflitto.

Putin non vuole la pace, vuole la guerra. Putin si siederà al tavolo delle trattative solo quando avrà conquistato tutta l'Ucraina che ha in mente!

Quella che doveva essere una riunione cruciale per tentare di mettere fine ad una guerra che ha già mietuto migliaia di vite, ha visto il Cremlino compiere un passo indietro clamoroso. La scelta di Putin di non partecipare personalmente non è una semplice omissione formale, ma un gesto simbolico che segnala il continuo disinteresse della Russia nei confronti di una diplomazia che non possa piegarsi ai suoi interessi geopolitici. La presenza di una delegazione russa di basso profilo, invece di un confronto diretto tra Putin e Zelensky, non fa che rinforzare l'idea che il Cremlino non sia interessato a una vera trattativa, quanto piuttosto ad una continua espansione territoriale.

Le parole di Mosca, da sempre dichiaratamente favorevoli alla “pace”, sembrano ormai in netta contraddizione con le azioni sul campo. Mentre Putin diserta il tavolo dei negoziati, la Russia sta preparando una nuova offensiva per allargare il proprio controllo sull’Ucraina orientale. Fonti statunitensi riportano che Mosca starebbe radunando le proprie forze per intensificare l'assalto, con l’obiettivo di guadagnare nuovo terreno fino a raggiungere la periferia di Kiev. È chiaro che, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali, la priorità russa rimane quella di consolidare una posizione di forza sul campo piuttosto che negoziare una pace duratura.

Da parte sua, Zelensky non ha tardato a criticare la mossa di Putin, definendo l'assenza del presidente russo a Istanbul come una "farsa". Una provocazione che dimostra, secondo il leader ucraino, il rifiuto di Mosca di affrontare direttamente le questioni cruciali del conflitto. In risposta, il Cremlino ha lanciato un attacco personale contro Zelensky, definendolo un "clown" e un "fallito", un insulto che accentua l'escalation verbale tra i due leader. Insulti e provocazioni che non fanno che rendere ancora più difficile l'apertura di un canale di dialogo proficuo.

In questo contesto, la diplomazia internazionale sembra vacillare. Le dichiarazioni da parte delle potenze occidentali e gli appelli alla pace vengono sistematicamente ignorati o respinti con arroganza dal Cremlino, il quale preferisce rispondere con la forza e con azioni che suggeriscono la volontà di non fermarsi finché non avrà ottenuto il massimo possibile. I segnali che arrivano da Mosca sono chiari: la guerra continua, la pace è ancora lontana, e la comunità internazionale si trova a fronteggiare un muro di indifferenza e ostinazione.

Il rifiuto di Putin di partecipare al vertice di Istanbul segna una nuova sconfitta per la diplomazia internazionale, già messa a dura prova dagli sviluppi degli ultimi mesi. Mentre il conflitto in Ucraina continua a consumarsi, l'orizzonte rimane cupo e il futuro incerto. La pace, che sembrava così vicina, appare ora ancora più lontana, intrappolata tra le ambizioni imperialiste di Mosca e la determinazione dell'Ucraina a difendere la propria sovranità. Senza un vero impegno per il dialogo, la guerra continua a dominare, e con essa, l'incubo di un conflitto che potrebbe durare ben oltre le aspettative iniziali.

Foto Wikimedia


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