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paolo

L'età avanza e perciò la lascio perdere ,coniugato con figlio ,milite assolto ,laurea in fisica + corsi post ,vita lavorativa intensa e a tipologia variabile dall'insegnante(breve) all'autonomo con passaggi in mutinazionali .
Interessi personali in elettronica ed informatica .

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  • Primo articolo martedì 08 Agosto 2010
  • Moderatore da martedì 11 Novembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di paolo (---.---.---.134) 11 novembre 2012 19:15

    @ 123(199)

    Sui giudizi espressi su Di Pietro nella gestione delle casse del partito non mi associo per mancanza di prove ,semmai i limiti appurati di Di Pietro sono altri .

    Effettivamente mi era sfuggita la questione più importante che ponevi ,ovvero se un servizio televisivo "costruito" ad hoc può bastare a distruggere un partito .
    Rispondo che nel caso dell’IDV ,come nel caso del PDL ,e cosi’ potrebbe essere per il M5S ,anche se quest’ultimo ha una struttutra organizzativa diversa,indubbiamente si . E’ il limite dei partiti a forte connotazione personalistica . Se tagli la testa il corpo muore .

    Tu dici che l’IDV era in via di estinzione per mancanza del presupposto del contendere (Silvio). Verissimo , ma siccome questo paese è ancora in una fase di emergenza civile ed istituzionale , anche senza il cavaliere nero tutte le questioni di legalità sono ancora in essere .

    Indubbiamente ,qualora questo paese imboccasse una via di "normalità civile ed istituzionale" ,l’IDV perderebbe il suo ruolo ed anche il suo appeal . In effeti la sua crisi di consensi è iniziata con il governo Monti ,malgrado i contorcimenti di Di Pietro .
    Tuttavia rimane la questione di chi e perché ha tentato di accelerare questo processo . Io credo che la risposta vada cercata a sinistra ,probabilmente nel PD , magari targato Renzi.

  • Di paolo (---.---.---.134) 11 novembre 2012 18:54

    @ 23 : Alla questione principale ,confesso che mi era effettivamente sfuggita ,rispondo semplicemente cosi’ :

    Se il partito è di tipo tradizionale ,ovvero con radici storico culturali ,sociali o ideologiche ,sicuramente un articolo fazioso non può determinarne il crollo , al massimo far perdere una parte di consensi ,spesso poco determinante perché il rimpiazzo sarebbe possibile.
    Ma nel caso dell’IDV , come nel caso del PDL e come potrebbe essere per il M5S ,ossia partiti a forte connotazione personalistica distruggere l’immagine del leader può bastare e come a distruggere il partito .Il caso PDL ,anche se si tratta di autodistruzione dell’immagine ,è emblematico .Stessa cosa ,anche se con diversità strutturali ,rischia il M5S .

    A lungo termine , se il paese imboccasse una linea di "normalità " civile e istituzionale , hai assolutamente ragione nel dire che l’IDV non avrebbe più ragion d’essere , essendo nel frattempo venuto meno l’oggetto del contendere , ma noi non siamo ancora arrivati a questa fase e quindi mi rimane il dubbio di chi e perché ha voluto tentare di accelerare il processo naturale .Penso che la spiegazione andrebbe cercata a sinistra ,per essere più precisi nel PD .

    Però il rischio ,quando si fanno operazioni di killeraggio mediatico di questo tipo è quello di ottenere risultati devastanti nell’immediato ma che possono , a medio- lungo termine , diventare un boomerang qualora D i Pietro riuscisse a dimostrare la sua assoluta onestà .
    Resta quindi da capire se chi l’ha congeniata ha calcolato i tempi giusti in vista delle prossime elezioni.
     

  • Di paolo (---.---.---.134) 11 novembre 2012 12:01

    Evidentemente xxx.199 confonde il possedere un patrimonio con il commettere reati , a meno che ovviamente non ritenga che il fatto di possedere un patrimonio sia già di per se un reato ,nel qual caso gli suggerisco di trasferirsi in Corea del Nord .

    Se si giustifica lo sputtanamento di chi ci sta antipatico ,costruendo un servizio televisivo chiaramente fuorviante , allora è tutto chiaro ,siamo al metodo Sallusti .

    La questione è se il patrimonio di Di Pietro ,che sicuramente ha commesso errori nella gestione del partito (inevitabili vista la forte personalizzazione) è di origine lecita oppure no ,non l’entità del patrimonio .
    Sandro ,che come il sottoscritto non ci sta a farsi prendere per il culo dalla prima Gabbanelli di turno ,ha verificato la strumentalità del servizio . Il punto quindi è stabilire .
    1) Se le proprietà di Di Pietro sono di origine lecita .
    2) Se non ha commesso atti eticamente riprovevoli (ancorché non penalmente rilevanti) .

    Faccio notare che Di Pietro guadagna di suo molto bene ,la moglie è ricca ,i figli lavorano e Di Pietro ha raggrannellato già 2 milioni di euro per cause di diffamazione ( solo con questi 5 o 6 appartamenti te li compri se non sei in luoghi top ) . Euro che probabilmente saranno destinati ad aumentare .Se investe in proprietà immobiliari anziche sputtanarseli a donne ,saranno fattacci suoi o no ?
    La domanda da porsi è :chi ha avuto interesse a demolire mediaticamente l’immagine di Di Pietro , e perché proprio ora ? .

  • Di paolo (---.---.---.134) 9 novembre 2012 09:49

    Bravissimo Sandro ,stavo anch’io ricostruendo la situazione immobiliare e tra particelle e sub particelle chi non ha un minimo di dimestichezza è facile che si perda .
    E’ proprio come dici ,Report ha preso una topica allucinante e viene il sospetto che non sia del tutto innocente .

    Mettere in conto di un politico anche le proprietà derivanti da assi ereditari (suo e della moglie non moglie) è una cretinata di cui qualcuno dovrà rispondere ,per non parlare dei criteri di computo dei frazionamenti .

    Fossi Di Pietro chiederei i danni a Report (leggi Gabbanelli) perché in conseguenza di quel servizio non solo la sua reputazione è piombata a zero ma anche l’IDV si sta sciogliendo ,quindi danno personale e danno politico.Siamo quasi a livello Sallusti.

    Cose da pazzi !!

  • Di paolo (---.---.---.134) 8 novembre 2012 16:03

    Il problema di fondo è prima etico e poi di cultura giuridica .In Italia se vieni condannato in 1° grado sei innocente fino a prova contaria (ossia fino al termine dei due passi successivi per arrivare a sentenza definitiva ,ossia alle calende greche se non addirittura in prescrizione come nei casi di chi sappiamo).Nei casi di ricorsi poi quasi sempre , a prescindere dalla conferma della sentenza di colpevolezza ,assistiamo a riduzioni della pena a volte sconcertanti .

    Nei paesi più civili se vieni condannato in 1° grado sei colpevole fino a prova contraria (quindi a meno di assoluzione nel caso di ricorso) .Se poi ricorri e ti viene confermata la condanna ,generalmente ti affibbiano un aggravio di pena.
    Come dire che nel paese alla rovescia (leggi Italia) basterebbe adottare questi stessi principi e tutto si risoverebbe da solo .

    Ma è del tutto evidente che la nostra classe politica malavitosa non ha alcun interesse ad adottare criteri di questo genere e sono pure riusciti ,grazie a media cointeressati che fanno da sponda , a convincere gli italiani che il nostro "ipergarantismo " è una perla giuridica e di democrazia . Cioè ,per dirla in altri termini , ne andiamo pure fieri .

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