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Rocco Di Rella

Laureato in Economia – Animato da passione civile – Attento a cogliere lo sviluppo storico degli eventi – Allergico alla militanza politica

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  • Primo articolo martedì 01 Gennaio 2009
  • Moderatore da venerdì 08 Agosto 2009
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Ultimi commenti

  • Di Rocco Di Rella (---.---.---.103) 11 dicembre 2016 09:39
    Rocco Di Rella

    Meno male che li capisce tutti lei i principi fondanti della democrazia! Per governo stabile è da intendersi quello che esercitano i sindaci dal 1993. Non è certo una dittatura e non è nemmeno una melmosa palude come quella attuale e benedetta dalle stupidaggini della trimurti Onida-Rodotà-Zagrebelsky.

  • Di Rocco Di Rella (---.---.---.26) 23 ottobre 2015 21:46
    Rocco Di Rella

    Gentile Dottor Borrello, lei sottolinea un problema di cui la classe politica vuole occuparsi molto poco. Ha messo in evidenza la lentezza con cui si sta tentando d’introdurre il reato di omicidio stradale e ha dato un numero: 3.721 morti in in Italia a causa d’incidenti stradali nel 2013. Nello stesso anno gli omicidi volontari sono stati 502 (in costante calo da decenni!). La politica e l’informazione si occupano pochissimo della prima categoria di morti e tantissimo della seconda categoria. Stamattina ascoltavo alla radio un signore, eccitato dai tanti che ci marciano e ci mangiano sui problemi di ordine pubblico, che invocava il diritto di potersi difendere come negli Stati Uniti. Questo poveraccio non si rendeva conto d’invocare un rimedio peggiore del male. Del più grave problema dei decessi stradali si occupano in pochi, perché non conviene farlo e non conviene sfidare gli interessi che andrebbero colpiti. La prima misura da adottare sarebbe l’obbligo del limitatore di velocità su tutti gli autoveicoli. Non l’adottano perché verrebbero colpite le case automobilistiche. E’ più facile prendersela con qualche povero disadattato che commette un omicidio che con potentissimi colossi industriali!

  • Di Rocco Di Rella (---.---.---.26) 23 ottobre 2015 20:30
    Rocco Di Rella

    Caro Basile, la sua è un’ironia esorcizzante. Con la sua battuta lei manifesta tutte le sue paure. Se le riforme costituzionali in discussione saranno approvate, si realizzerà in Italia un cambiamento epocale. Ai 5 Stelle e all’autore dell’articolo che stiamo commentando toccherà ringraziare il Partito Democratico per aver fatto il lavoro sporco di riformare istituzioni inceppate da oltre un trentennio. Per farsi un’idea della portata storica del cambiamento in atto le consiglio di leggere il mio articolo pubblicato lunedì scorso su questo sito ( http://www.agoravox.it/Una-Riforma-... ). Glielo scrive uno che non ha mai votato per il PD di Renzi e che condivide molte delle ragioni dei pentastellati. Se il Sì vincerà il referendum confermativo che si terrà tra un anno, saranno sicuramente eretti dei monumenti in onore di Giorgio Napolitano. Non saranno sicuramente monumenti equestri come quelli da lei evocati. Si spera solo che saranno più belli di quell’orrendo abbeveratoio-gradinata, con tanto di triangolo massonico, eretto in onore di Sandro Pertini e collocato al termine di via Monte Napoleone, a Milano.

  • Di Rocco Di Rella (---.---.---.229) 20 ottobre 2015 05:56
    Rocco Di Rella

    Scusi Giannuli, ma non la sfiora l’idea che Giorgio Napolitano sia un autentico patriota??? Lei lo dipinge come la causa di tutti i mali italiani. Ma a me questo anziano signore dà l’impressione di essere sinceramente animato dalla volontà di risolvere alcuni dei gravi problemi che affliggono l’Italia. Si è battuto tantissimo per avviare le riforme istituzionali. Oggi quelle riforme sono definite e, tra un anno, saranno sottoposte a referendum confermativo. Si tratta di riforme accettabili e capaci solo di migliorare il nostro inceppato assetto istituzionale. Se non ci fosse stato Napolitano a spingere, non si sarebbe fatto assolutamente niente!
    Poi, cosa avrebbe dovuto fare l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013??? Si era creata una situazione di stallo e ha cercato di sbloccarla. Non poteva certo convocare nuove elezioni che avrebbero riprodotto la situazione d’ingovernabilità determinata dalle elezioni appena tenute. E non poteva certo incaricare Ulisse (Nessuno) per la formazione del nuovo governo, visto che nessun nome gli venne fatto dal Movimento 5 Stelle durante le consultazioni.
    Lei, nel suo articolo, ha scritto: "Dunque, non è affatto impossibile che il ballottaggio avvenga fra Pd e M5s e che questo, pur con una base molto inferiore al primo turno, vinca le elezioni. Il che, per inciso, mostra quanto siano incompetenti in materia di leggi elettorali il Pd ed i suoi “esperti”.". In questo modo, lei si sta dando dell’incompetente da solo, dal momento che lei fu incaricato dal Movimento 5 Stelle di redigere una proposta di riforma elettorale, ma oggi ammette che la migliore legge elettorale per il M5S è stata scritta dai parlamentari del Partito Democratico. In sostanza, lei ha redatto una proposta di legge elettorale proporzionale non solo sbagliata ed antistorica, ma anche inutile e dannosa per il suo committente politico (il M5S).

  • Di Rocco Di Rella (---.---.---.175) 23 luglio 2014 21:08
    Rocco Di Rella

    Gottardo, continuate così e farete la fine del PCI = decenni di opposizione a mangiare polvere! L’Italicum è, tutto sommato, una buona legge, perché dà la maggioranza a chi vince le elezioni. La riforma del Senato è, tutto sommato, una buona riforma, perché cancella il bicameralismo perfetto (esiste solo negli Stati Federali e l’Italia, per fortuna, non lo è). La Boccassini si occupi pure di processi contro la mafia, perché non ha dato grandi prove come persecutore dei reati contro la pubblica amministrazione (ricordo che anche il famoso processo Mondadori fu smontato in appello e, poi, riesumato dalla Cassazione: questo significa che il quadro accusatorio non era poi così solido). Grillo e Casaleggio stanno distruggendo l’entusiasmo di milioni di cittadini animati, come me, solo da una generosa passione civile. Dovrebbero togliersi dalle scatole e far camminare il Movimento con le sue gambe, perché le istanze del Movimento sono solide e più che condivisibili (reddito di cittadinanza, limite al numero dei mandati parlamentari, referendum senza quorum, lotta agli sprechi della casta, consolidamento del debito pubblico, etc.).

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