Ma qui caro @218 , Persio , FDP ecc.. bisogna fare un po’ di chiarezza perché mi sembra che le vostre considerazioni possono essere condivisibili sul piano politico ma hanno nulla a che vedere con la vicenda in questione .
Quando parlo di principio democratico mi riferisco al processo metodologico che deve portare a formulare una riforma .Buona o brutta poi lo decide il Parlamento e il rischi di incostituzionalità lo decide la Corte Costituzionale e non Mineo ,Chiti o Casson .
Corradino Mineo è membro della Commissione Cultura ,chiamato a sostituire altro in Commissione Riforme . Tecnicamente era espressione della maggioranza in Commissione e come tale era richiesta coerenza con la decisione della maggioranza . Se aveva riserve doveva manifestarle prima e non accettare l’incarico .
Bene ,il suo voto contrario era determinante ad impedire alla maggioranza di formulare la proposta di riforma in Parlamento .
Questo lo ritengo un atto prevaricante il diritto sacrosanto di una maggioranza di poter formulare la propria proposta di riforma , da sottoporre al giudizio del Parlamento ,dopo un lungo confronto tra le diverse posizioni.
Corradino Mineo e gli altri 13 contrari nel PD ,sono liberi di esprimere il proprio dissenso in sede di voto parlamentare .E’ un loro diritto che non viene messo in discussione.
Purtroppo Mineo è caduto nell’antico vizio italico del trasformismo mascherato da questioni culturali o di principio che qui non c’entrano un fico .
Qualunque altra interpretazione della vicenda ,a mio modesto parere , ha soltanto soltanto risvolti strumentali .
P.S. x @ 218 . Che si tratti di minoranza interna di un partito o di minoranza di una coalizione deve sempre valere il principio di coerenza . Se non sei daccordo con la maggioranza te ne vai ,ma alla luce del sole .
ciao