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Nucleare: perché continuare a dire no?

Di Enrico D’Urso (---.---.---.69) 10 settembre 2014 10:52

non riesco a fare la risposta diretta......quindi faccio la risposta generica:


dall’articolo della corte dei conti, lei non è preoccupata per la spesa, è enorme, ma è spalmata su una produzione gigantesca (oltre 400TWh ogni anno). desta più preoccupazione che sia stata accantonata solo metà della cifra.....ma ad esempio 4 reattori hanno 10 anni di vita, i vecchissimi di fessenheim hanno 40, ma la media è sui 25 anni, c’è quindi tutto il tempo per raccogliere tutta la cifra necessaria. da ricordare poi che questi fondi già accantonati maturano interessi. 

la borsa elettrica distorce il valore dell’energia. se immetti energia a 0€ (fotovoltaico), il prezzo si abbassa, ma il costo dell’energia non si abbassa, perchè lo stesso fotovoltaico lo paghi 350€. il raffronto sarebbe corretto senza effetti distorsivi. come paragonare il costo della benzina in italia e quello in iraq, qui siamo a 1.8€, lì a 0.03€, che non è nemmeno il costo di produzione, visto che il consumo è incentivato.

in caso di incidenti nei complessi industriali, non ci sono assicurazioni che pagano, ma sono le stesse aziende che pagano di tasca propria. la casistica è troppo bassa per valutare il premio assicurativo. indi le assicurazioni coprono gli eventi normali, mentre quelli eccezionali sono coperti dalle casse dell’azienda (la TEPCO ha venduto molti asset per pagare i danni e le spese).

inerente l’articolo sulle spese militari......è assurdo paragonare siria e mali. l’iraq ha insegnato poi che non ci si deve immischiare nella zona. o si è già lì (gli israeliani), o l’andarci è una follia assurda.

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