La "finanza creativa" magnificata da Tremonti consisteva in un falso in bilancio: si diceva che si "acquistavano dei derivati", lasciando intendere che si acquistava qualcosa di simile ad azioni od obbligazioni, cioe’ qualcosa con un qualche valore positivo, e "creativamente" calava il deficit.
E’ evidente che il deficit non poteva calare magicamente: in realta’ veniva nascosto con queste oscure operazioni finanziarie che cambiavano vestito ai debiti, trasformandoli in contratti in perdita.
Ovviamente il travestimento non era gratis: il vestito veniva fornito da lussuose boutique, comunenemente dette "banche", che lucravano cosi’ bene su quei travestimenti da poter anche pagare lussuose tangenti, che quindi rendevano appetibili i travestimenti.
Il bello e’ che, come ben spiegato nell’articolo, noi non sappiamo quanto ci hanno inguaiato, ma quelle banche lo sanno bene, e forse per questo sono pronte a scommettere che non ce la faremo.