Quando si parla di propaganda vorrei ricordare che l’Italia è un paese semi libero:
http://en.rsf.org/press-freedom-ind...
Posizione ITALIA 57, punteggio 26
Posizione VENEZUELA 117, punteggio 34
Da notare che il punteggio assegnato all’Italia da Report senza frontiere differisce di otto punti da quello del Venezuela. Per avere un riferimento, il paese messo peggio come libertà di stampa è l’Eritrea con un 84 come punteggio.
Quel che voglio dire con questi numeri è che i nostri giornalisti e quelli venezuelani hanno lo stesso modo di intendere la libertà di stampa per cui l’autore dell’articolo non dovrebbe usare la parola "propaganda" se non riferita a se stesso e ai giornali italiani. Anche perché mi pare giusto prima di fare pulizia nel giornalismo italiano e poi parlare male di quello straniero.
In particolare l’Inkiesta è sicuramente un giornale semilibero con un grado di libertà pari a quello dei giornali venezuelani: perché vedere la pagliuzza negli occhi degli stranieri quando non ci si accorge della trave nei nostri? Perché usare la parola "Propaganda" quando il nostro giornalismo è *propaganda* e quindi non possiamo ergerci a esempio e criticare dall’alto verso il basso quelli che sono messi come noi?
Può un malato di mente giudicare la sanità mentale di uno messo come lui?