Valzer con Bashir

par Francesca Pitta
martedì 20 gennaio 2009

Il regista israelino Ari Folman ha realizzato un film d’animazione incredibile. Sull’occupazione del libano e sulla strage di Sabra e Chatila.

Ha 19 anni Ari Folman
quando parte per il Libano. è troppo giovane, troppo spaventato. vede l’orrore della guerra, delle stragi, e lo dimentica. completamente.
Per ricordarlo, più di vent’anni dopo, realizza un film, ma non un film qualsiasi. Un cartone, un film d’animazione.



Uscendo ieri dalla sala ho pensato che era l’unica cosa che potesse fare.
E l’ovvio iter il suo avatar disegnato per bene ce lo racconta nei dettagli. Amici rintracciati per ogni dove, commilitoni che lo aiutino e ripascare nella memoria e, naturalmente, un’analista. Il tutto disegnato: tratti scarni, pochi colori. E un senso totale di staniamento. Era talmente orribile quello che ci stava raccontando, ma soprattutto quello che stava ricordando, che o ce lo trasmatteva così, o niente.
Il ricordo riaffiora a tratti, come relitti dal mare ( e non a caso l’incubo ricorrente del giovane Ari riguarda proprio il mare),  è iper-reale, come i disegni del film.
Quando è troppo totalizzante, coinvolgente, o lo scacci di nuovo o ci metti della distanza. E fai un film di animazione. Straniante, bello, troppo bello. Finto, per raccontare un dolore troppo vero.


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