Pensierino di Natale

par paolodegregorio
mercoledì 24 dicembre 2008

Oggi molti pensano che il capitalismo non sia più il sistema che risolve i problemi, ma sia il PROBLEMA. Anche se è in crisi, per truffe, incapacità, corruzione, danni all’ambiente, guerre, che non potrà mai vincere, disinvoltamente chiede aiuto allo Stato per “salvare” milioni di posti di lavoro, ma al tempo stesso diventa eterno e non paga per i suoi errori.

Se si appoggia un sistema fallito, che ha prodotto danni ambientali enormi, che ha prodotto una assurda e inquinatissima globalizzazione, che non ha saputo affrontare la questione alimentare con un miliardo di affamati, che non ha messo mano ad un programma di contenimento delle nascite, che non è in grado di dare cibo e lavoro a tutti, bisognerebbe pur pensare di cambiare regime e non di puntellarlo con soldi pubblici.

Vi sono molte persone, di altissimo livello di preparazione scientifica, che da anni predicano che al primo posto bisogna mettere la SOSTENIBILITA’, e che ogni nazione per prima cosa deve rivoluzionare il suo rapporto con la globalizzazione, non basandosi più sul mercato, ma cercando in ogni modo la autosufficienza alimentare ed energetica, e cercando il giusto equilibrio tra le proprie risorse e il numero di abitanti.

Oggi abbiamo conoscenze scientifiche per produrre cibo senza la chimica, per produrre energia senza la combustione fossile né quella nucleare, per limitare le nascite, per avere aria acqua e cibo pulito e quindi limitare enormemente le spese sanitarie.

Qui starebbe la modernità, la ragione, il buon senso, la logica, ma non si finanzia presto processo, si danno incentivi economici ai distruttori dell’ecosistema, ai truffatori, ai guerrafondai, ai capitalisti, e alle banche, che si sentono legittimati a continuare così.

La crisi economica non preoccupa minimamente gli imprenditori, i ricchi, che avranno sì meno profitti, ma approfitteranno della circostanza per liberarsi di quel personale più sindacalizzato, più attivo nella contrattazione, e questa è una dura lezione per chiunque vuole alzare la testa.

Oggi buona parte degli operai, nella totale assenza di una alternativa sociale e di un partito di riferimento, si sono appiattiti sulle posizioni dei propri datori di lavoro, votano Lega, difendono questo modello di sviluppo e sono oggettivamente i più grandi alleati del capitale.

Oggi il confronto politico, in Italia, ma anche in Europa, è subalterno alla strategia capitalista e nemmeno la minoritaria sinistra estrema indica strade da percorrere per uscire da un modello di sviluppo che ha aumentato soltanto contraddizioni economiche e ambientali.

Faccio un esempio per dimostrare che l’antagonismo tra la sostenibilità e la logica capitalista è totale: il tema è quello della famiglia.

Qui in Italia la destra, ma anche la pseudo sinistra, parlano di “culle vuote” di denatalità pericolosa, di incentivi economici alle famiglie numerose. Oggi siamo 60 milioni e se dovessimo vivere solo con i prodotti del nostro territorio non ce la faremmo, siamo dipendenti da importazioni dall’estero e “l’impronta ecologica” sostenibile per il nostro territorio sarebbe di 30 milioni di persone, come a inizio 1900.

E se vediamo l’immigrazione come fenomeno voluto dalla globalizzazione e dal bisogno degli imprenditori di avere un esercito di riserva pronto a lavorare in qualunque condizione, essa è un fenomeno che ci allontana dalla sostenibilità e dal buon senso di molti italiani che avevano cominciato a fare meno figli.

Di fronte ad un territorio piccolo,in dissesto idrogeologico, sovraffollato,inquinato dagli sversamenti di rifiuti tossici del ciclo industriale, la risposta assurda delle forze dominanti è quella di aumentare produttività e sviluppo, ossia aggravare la sofferenza del territorio e auspicare più bocche da sfamare, mentre si chiede all’Europa di non rispettare i limiti fissati per il 2020 per il contenimento del gas-serra.

Destra, sinistra, Vaticano, sono tutti d’accordo nel continuare sulla vecchia e distruttiva strada dello “sviluppo” anche demografico, perché ben sanno che una economia guidata sul terreno di una vera sostenibilità farebbe finire per sempre il loro potere, introdurrebbe un nuovo modo di produrre e di consumare, più sobrio ed essenziale in cui l’agricoltura diffusa, media e piccola, e la produzione energetica con il solare, anche essa non concentrata, ma diffusa, sarebbero gli assi portanti di una nuova economia che non ha più bisogno di globalizzazione.

Io penso a quelle nuove mentalità che potrebbero nascere da persone che si sentono veramente indipendenti perché producono energia e cibo sufficienti, anche con piccoli appezzamenti di terra, con Internet si avvicinano, se vogliono, a ogni sapere ed informazione, e che sono legate al territorio con spostamenti minimi, senza padroni che ti licenziano o ti ordinano cosa fare, magari lasciando la pelle in incidenti o ammalandoti in ambienti industriali nocivi.

E arrivare a produrre e vivere solo in due maniere, quella individuale e familiare, e quella in cooperativa, escludendo ogni forma di sfruttamento e di condanna a non usare mai il cervello, come ti propone oggi il moderno lavoro dipendente da schiavo.

Non sono sogni, anzi la cosa è talmente concreta che è già fattibile per chiunque decida di abbandonare l’assurda vita di città di oggi e diventare indipendente vendendo elettricità con impianti fotovoltaici.

Non vedo altra strada se non quella dal basso, perché il blocco sociale che si è realizzato intorno al capitalismo, che ha in mano anche tutto il potere mediatico, comprende padroni, sinistra, operai, Vaticano, e durerà purtroppo fino alla crisi finale e al disastro.

La LIBERTA’ è tutta da conquistare, quella di cui parla Berlusconi è la sua e quella della classe dominante.


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