Hannah Arendt (burocrazia della Vernichtung)
par angelo umana
lunedì 10 febbraio 2014
Film fiction ma quasi documentario, a beneficio di chi non sapesse esattamente - come lo scrivente - perché l'ebrea Hannah Arendt fu avversata dai suoi stessi connazionali. Inviata a Gerusalemme dal New Yorker - a New York si era rifugiata con la famiglia e lì era una stimatissima insegnante universitaria e giornalista - a riferire del processo ad Eichmann; si trova davanti un "onesto" esecutore di ordini, si occupava semplicemente, a suo dire, dei trasporti dei deportati, un preciso spedizioniere.
Grande merito dello scrupoloso film della Von Trotta è di inserirvi filmati d'epoca del processo, nei quali in b/n si può osservare l'impassibile imputato dalle cui espressioni si nota la convinzione di aver solo fatto il proprio dovere. La Arendt venne a maggior ragione criticata per le sue idee su quel processo perché era stata una giovane studente innamorata del suo professore Heidegger, e Heidelberg prima della guerra.
Non fece che constatare la famosa "banalità del male", vide un mediocre burocrate nel processo, dal quale molti si aspettarono un processo al nazismo piuttosto che a un uomo. Costui non si sentì colpevole ovviamente, come tanti esecutori dell'annientamento nei lager nazisti, perché aveva "ubbidito a ordini" e "agito secondo legge".
Secondo la Arendt e a ragione sarebbe stato più coraggioso lasciarlo vivere, in prigione ma vivo, un modo per lui stesso e per chi lo giudicava di osservare il male, condanna peggiore della morte (tema riproposto da J.J. Campanella nel "Segreto dei suoi occhi" del 2009).
Accanto al rigore della regista - rigore presente nell'ambientazione e nella fedeltà agli avvenimenti - c'è la superba interpretazione della sua "musa" Barbara Sukowa, decisa e determinata come la Ulriche Meinhof de "Gli anni di piombo".
Il film è attualissimo a tutte le latitudini perché l'umanità è pur sempre incline a "crolli morali" comuni a una massa, abituata ad arte alla "incapacità di pensare", ad una "mancanza di senso" nelle sconcertanti azioni compiute per ordine di qualche condottiero.