Un muro di non-voglia

par L’89
martedì 10 novembre 2009

 

L’anniversario del Muro di Berlino segna non solo la fine del comunismo sovietico ma soprattutto la vittoria della libertà come bisogno insopprimibile dell’animo umano [continua...]“.

E’ semplicemente l’esilarante nota diramata dalla presidenza del consiglio dei ministri in occasione del ventennale della caduta del muro di Berlino. Il blog che leggete ha un nome idiomatico, è evidente, ma non è né sarà mai consuetudine dello stesso l’esser celebrativo nelle parole e nella prodauzione scritta, d’alcunchè. Davvero, comunque, sorrido al pensare di poter scrivere, con la sterilità e l’inutilità che posso, sugli argomenti più noiosi e meditativi che mi vengono in mente. Anche solo, come avrei voluto, pensare al rapporto tra Silvio Berlusconi e la ricorrenza di questi giorni. E proviamo, ma è dura.

Dice “comunismo sovietico“. E lì sta tutto. Nel silenzio di dichiarazione taciute e inespresse sul ventennale berlinese, sul sito del Pdl si trova questa nota, di pugno ovviamente estraneo, che però condensa il succo dell’ideologia berlusconiana (nel senso marxista, intendo: il vestire d’idee qualcosa). Va facendosi eroe, in giro, dell’anticomunismo, argine che negli anni novanta ha impedito ai grandi vecchi e brutti del Pci d’assurgere al potere. Per vocazione ed elezione divina, più che per intento ragionato. E dov’è, in giorni come questi? Forse, latita in assenza di qualsiasi rudemento storico-politico? Forse è evidente il suo parlare a vanvera di comunismo, del suo perenne sventagliare la minaccia rossa sulle masse? Eccovela, la risposta. Col muro cade ilcomunismo sovietico. Lungi dall’abbattere, dunque, quello nostrano, ancora da estirpare come cancro duro a estinguersi (maledetti loro).

Funziona e lo sappiamo: le barricate rendono, coagulano, danno una sostanza al vuoto affarista che lo ha portato su quegli scranni. Ma quanto è utile parlare oggi di ideali e gioie qualsiasi, quanto può importare esercitarsi nel lucido ragionamento quando è in atto in questi giorni una vera e proria appropriazione indebita della giustizia e dello stato? Mentre il notiziario della televisione pubblica si fa portavoce di questi miserevoli intenti? Passa la voglia di tutto. Teniamoci pronti, e serbiamo nel cuore e nell’animo parole simili.

“In particolare dobbiamo avere coscienza che la libertà non è sinonimo di egoismo, di individualismo, non significa libertà di fare ciò che più ci aggrada e ciò che è possibile fare grazie ai progressi della scienza e della tecnica. La libertà è vera libertà quando è relazione con gli altri, quando rivendica non solo i legittimi diritti, ma si fa carico dei doveri nei confronti dell’intera società. La libertà esplica tutte le sue potenzialità quando diventa relazione, quando diventa responsabilità, quando diventa solidarietà verso chi soffre e verso chi ha bisogno di noi, non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche al di là dei nostri confini nei confronti degli altri popoli. Questo è il nostro sentimento della libertà.”
Silvio Berlusconi, “Libertà, bisogno insopprimibile dell’animo umano”.
9 Novembre 2009, 10:34

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