Tutti amici dell’Africa, almeno a parole…
par Francesco Rossolini
martedì 14 luglio 2009
Da Obama a Benedetto XVI, tutti i grandi della Terra, in occasione del recente G8, si sono espressi a favore del continente Africano; è stata manifestata la volontà di sanare gli enormi divari sociali ed economici che differenziano il continente Africano dal Mondo dei grandi.
L’Africa, ad eccezione di pochissimi Stati, è caratterizzata da un diffuso sottosviluppo, dalla mancanza sistematica di acqua potabile, di ospedali o strutture sanitarie e di medicinali. Ogni giorno migliaia di persone perdono la vita per malattie che potrebbero essere curate rapidamente con farmaci dal costo molto contenuto.
A queste morti vanno aggiunte quelle per fame e quelle causate dalla violenza. In Africa ci sono numerosissimi focolai di lotte armate anche tra gruppi molto piccoli. Molte di queste lotte tra disperati sono del tutto taciute all’opinione pubblica poiché poco rilevanti e comunque marginali rispetto all’assetto globale. Sono tuttavia lotte cruente che provocano migliaia di morti e di mutilati.
L’Africa è in sostanza un continente dove la maggior parte delle Nazioni che ne fanno parte hanno gravi problemi sanitari, sociali ed economici.
Fanno sicuramente piacere le belle parole e i progetti annunciati dai grandi della terra, ma sono realizzabili? Ci sono le risorse finanziarie per aiutare centinaia di milioni di persone che vivono in uno stato di grave povertà? Ci sono le risorse per dotare queste nazione delle infrastrutture necessarie all’ammodernamento?
Purtroppo la risposta reale è no, almeno su vasta scala. Tutti i grandi Paesi della Terra hanno dovuto aumentare il proprio deficit per far fronte alla crisi tuttora in atto e soprattutto dovranno provvedere a decine di milioni di neo-disoccupati nella sola area G20. La UE non ha idea di come fronteggiare l’aggravio crescente del peso delle pensioni, dato che la popolazione continua ad invecchiare, gli USA non sanno come far fronte all’emergenza di quasi 80 milioni di statunitensi che non si possono permettere le assicurazioni sanitarie e persino il Giappone si trova in difficoltà per il calo delle esportazioni.
Oltre alle belle parole non ci sono risorse consistenti da donare all’Africa, almeno nel breve periodo. Ciò non toglie che è comunque necessario iniziare ad affrontare seriamente il problema magari lasciando all’Africa almeno la gestione delle proprie immense risorse del sottosuolo, attualmente depredate da multinazionali occidentali.