Tremonti e il posto fisso, che idea geniale!

par Massimo Famularo
martedì 20 ottobre 2009

Tremonti propone di tornare al posto fisso. Qualcuno si è chiesto se è possibile?

Il 19 ottobre, intervenuto ad un convegno organizzato dalla BPM, il ministro Tremonti ha dichiarato: «(…) strutture sociali come la nostra il posto fisso sia la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia» (Fonte:ilsole24ore.com). Inutile dire che la notizia ha destato scalpore: l’idea del “posto fisso” ha ancora una suggestione particolare in Italia e in particolare dopo la tremenda crisi finanziaria sperimentata di recente. Bella mossa davvero.

Peccato che chiunque sia entrato nel mondo del lavoro negli ultimi dieci o quindici anni non sappia cosa sia il posto fisso. Che tanti, che nel mercato del lavoro c’erano già, abbiano dovuto tristemente imparare che il posto è più fisso da un bel po’. Non lo è nel settore privato, neanche nelle grandi imprese. In futuro potrebbe non esserlo più neanche in molti enti pubblici. Inoltre gli enti pubblici possono essere privatizzati, soprattutto quando le finanze pubbliche non navigano in buone acque.


Negli ultimi vent’anni nel dibattito sull’economia del lavoro si è parlato della necessità di sostituire l’impiego per la vita con l’impiegabilità per la vita. Ossia, visto che non è possibile svolgere la stessa attività per tutta la vita, occorre mantenere e sviluppare le capacità che consentono di far fronte con successo alle nuove mansioni che si rendono via via necessarie. Perché le economie di mercato evolvono e taluni lavori diventano obsoleti. Perché le imprese possono fallire. Perché fondamentalmente le esigenze cambiano e chi non si adegua rimane inesorabilmente indietro.

All’interno dello stesso governo, il ministro Brunetta si è affrettato a prendere le distanze sostenendo che «La sua è una soluzione del Novecento che non va più bene in questo secolo, non si può tornare indietro». Un modo alquanto eufemistico per esprimere il disaccordo sulla trovata geniale del collega.

Il punto è però che fare dichiarazioni generiche e demagogiche non costa nulla. E’ come dire “meno tasse per tutti”. Il lettore distratto, o non sufficientemente alfabetizzato a chi presterà attenzione? Al ministro o che propone qualcosa di estremamente desiderabile, o al tecnico che spiega perché non è possibile?


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