Roberto Saviano non si candida e ripete che "in Italia se fai inchiesta la tua vita privata è compromessa"

par Francesco Piccinini
lunedì 16 novembre 2009

“L’Italia attraversa un periodo difficile per la scrittura e la libertà di stampa”. A meno di 48 ore dalla pubblicazione del suo appello a Silvio Berlusconi contro la legge sul processo breve, Roberto Saviano torna a parlare di legalità e libertà di stampa.
 
Lo fa da Monaco di Baviera – Germania – nella conferenza stampa che precede la consegna del Premio “Rosa Bianca” dedicato al gruppo di giovani che tra il 1942 ed i 1943 si opposero al nasizmo. Il premio gli è stato assegnato dalla Città di Monaco per il suo libro il contrario della morte – uscito in Italia con un’edizione speciale del Corriere della Sera -.
 
“L’Italia attraversa un periodo difficile per la scrittura e la libertà di stampa, non solo a causa della crisi che ha colpito anche il settore dell’editoria, ma soprattutto perché opporsi, oggi in Italia, vuol dire avere la propria vita privata compromessa”.
 
“Non c’è una polizia che censuri gli articoli – continua lo scrittore – ma se fai un’inchiesta, se sveli qualcosa, la tua vita privata, quella dei tuoi familiari può essere usata contro di te”.
 
Sembra un discorso politico, forte, di accusa contro l’attuale sistema mediatico – con un neanche tanto velato riferimento ai caso Boffo o Ezio Mauro – e infatti non si fa attendere la domanda su una sua eventuale candidatura per il PD come Presidente della Regione Campania, contro Nicola Casentino: “Non mi candido perché non so fare il politico – risponde Saviano -. La richiesta mi è stata fatta da più parti sia come Presidente della Regione Campania sia come candidato alle primarie del PD, non sono un bravo politico e voglio continuare a fare lo scrittore”.
 
Prima di lui il premio, nato nel 1980, è stato vinto da un’altra celebre giornalista: Anna Politovskaja e, nelle sue parole, non manca un ricordo rivolto alla giornalista russa uccisa “che ha pagato con la sua vita aver dato cittadinanza universale alla Cecenia nel cuore e nella mente di tutti i lettori del mondo”.
 
A chi gli chiede come sia possibile che la PDL candidi Nicola Casentino risponde: “In Italia le mafie fatturano 100 miliardi di euro, è la prima industria italiana, si capisce, allora, perché ci sono candidati legati o accusati di essere legati alla criminalità organizzata”.
 
Affronta anche il problema dei tagli alla polizia: “Alla polizia e alle Procure dovrebbero essere assegnate più risorse” e degli arresti dei boss “provengano ha fatto 60 anni di latitanza perché non l’hanno cercato se Iovine e Zagaria non vengono arrestati è perché sono boss potenti”.
 
Dal cuore dell’Europa, Saviano lancia un appello anche all’UE affinché si doti di una normativa comune sulle mafie e emani una legge che punisca il reato di associazione mafiosa “lasciare sola l’Italia in questa battaglia significa perderla” anche se “gli italiani potrebbero spiegare al mondo come contrastare la mafia”.
 
Dai saloni dell’Università di Monaco, poco distante dal punto in cui Sophie Scholl gettò, come una pioggia di speranza, i volantini contro Hitler, lo scrittore ritorna sul libro che l’ha reso celebre: “Come scrittore lo riscriverei, certo, ma non posso negare che, spesso, ho odiato Gomorra”.

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