RAI: l’oscenità in onda
par paolodegregorio
sabato 16 gennaio 2010
Se io fossi Grillo, partirei da questo uso politico della Tv di Stato, per una massiccia campagna di sospensione del pagamento del canone fino a che non venga ripristinata la legalità, con i partiti fuori dalla Rai, la sua trasformazione in “public company” di proprietà dei cittadini, come contrappeso al sistema delle Tv private, con il direttore generale plenipotenziario eletto dai cittadini, canone pagato alla mano, fra personalità assolutamente indipendenti da partiti o confessioni religiose.
Caro Grillo, tu che parli un po’ a sproposito di “rivoluzione” delle liste a 5 stelle, cosa che non produrrà quasi nulla (e ne riparleremo dopo le amministrative di marzo), ti sembra un obiettivo da poco strappare al potere di Berlusconi l’egemonia su due reti Rai e avviare un vero processo di servizio pubblico in cui il voto dei cittadini e la loro partecipazione attiva sia determinante?
Vi sono delle forze che già si muovono in senso antagonista al “berlusconismo”, esse sono eterogenee, poco organizzate, divise sulla strategia, ma possono trovare un punto di incontro su una sola voce, la lotta per ripristinare la democrazia informativa nel nostro paese ed uscire dalla dittatura di fatto.
Queste forze sono riferibili a Grillo, a Di Pietro, al movimento viola (la “sinistra sparita” si accontenterebbe di qualche “cadreghino” come ai tempi di Curzi), e, se solo si volesse, potrebbe essere fatto un incontro tra i responsabili, con la solenne dichiarazione di gettare tutto il peso di queste organizzazioni sull’obiettivo di portare in Italia un vero servizio pubblico, gestito dai cittadini che pagano il canone, senza superpoteri o supervisori, per un riequilibrio del sistema mediatico.
I giovani non guardano la Tv e non leggono i giornali di carta, ma le masse popolari decisive per vincere le elezioni, hanno solo la Tv come fattore informativo e, se non si cambiano le cose, per i prossimi decenni continuerà così.