Rai: canone senza televisione

par Pietro Orsatti
martedì 22 dicembre 2009

Il canone Rai passa da 107,5 euro all’anno a 109. Questo dice il decreto firmato ieri dal governo. Un piccolo aumento, certo. Però. C’è sempre un però. Perché il servizio pubblico radiotelevisivo non è mai stato così scadente, poco rappresentativo della realtà politica e sociale italiana, totalmente asservito alle esigenze e ai capricci della maggioranza del governo e in particolare dello stretto entourage del premier.
 
Nessun pluralismo, e controllo maniacale dal settore dell’informazione a quello dell’intrattenimento. Vittima di una sorta di sindrome di sudditanza da quello che fino a due anni fa era il suo concorrente, Mediaset, Oggi Rai e Biscione sembrano essere soci, e Mediaset ovviamente è quello di maggioranza. Raiset, questo mostro a due teste ma con un unico cervello, ci ha imposto il digitale terrestre (altro che aumento del canone, ci dovrebbero rimborsare!), ha fatto guerra a Sky e alle piattaforme satellitari concorrenti, ha direttamente il controllo dell’80% del mercato pubblicitario e indirettamente del resto.
 
Solo un euro e cinquanta. Certo. Ma sempre un euro e cinquanta di troppo. Se non si vuole mandare in malora quel poco che resta del rapporto fra cittadini e Rai.

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