Quasi azzerato il rendimento dei Bot!

par LIBERALVOX SocialNetwork
martedì 8 settembre 2009

Rendimento ancora in discesa e nuovi minimi storici per i CTz e BoT semestrali. I Buoni semestrali sono stati collocati con un rendimento medio ponderato semplice dello 0,550%, in calo di 0,044 punti, aggiornando il minimo storico segnato il mese scorso. Nuovo minimo storico anche per il CTz scadenza 30/06/2011: la quinta tranche è stata collocata con un tasso lordo semplice dell’1,505%, in calo di 0,097 punti rispetto al precedente collocamento.

Rispetto ai BoT, secondo le indicazioni di Assiom il rendimento semplice al netto della tassazione del 12,5% è 0,48%. Con riferimento però alle commisioni applicate il rendimento semplice minimo scende alo 0,08 per cento. Rispetto ai CTz, invece, il rendimento netto è dell’1,29%. Fin qui i numeri. Ma, almeno rispetto ai dati sul rendimento dei titoli collocati oggi, può ben dirsi che finisce un’era, quella dei Bot-people. Intesa come quella in cui i risparmiatori si buttavano sul reddito fisso a caccia di alti rendimenti. Negli anni Settanta-Ottanta era una sorta di must per i risparmiatori: in quel periodo l’yield volava a due cifre, fino a sfiorare il 20% per i Bot annuali. Nel 1983, i titoli di Stato più amati rendevano il 18,62%.



Erano rendimenti figli di un’inflazione galoppante (anch’essa a due cifre) e di scarsa liquidità sui mercati, e che comunque davano garanzie di tranquillità per i risparmiatori nonostante il rischio default della Repubblica fosse sempre dietro l’angolo. Era l’investimento preferito, dopo la casa, per chi aveva un gruzzoletto, magari la liquidazione al momento della pensione. Ora il rendimento sparisce, anche se da un pezzo non difende più dall’inflazione, ed è tutto frutto del ritorno della paura degli italiani per la Borsa. Così non è un caso, sottolineano gli operatori di mercato, se nelle aste prendono sempre più piede gli investitori istituzionali e calano i risparmiatori.

Banche e fondi di investimento infatti, a causa della crisi economica, fanno ancora fatica a trovare impieghi remunerativi e sicuri e preferiscono immobilizzare il denaro in strumenti monetari vanificando così, di fatto, la grande massa di liquidità immessa dalla Bce nel sistema sotto forma di bassi tassi di interesse e di riacquisto di titoli. Più volte peraltro, l’istituto di Francoforte e le banche centrali hanno spronato le banche a muoversi con più coraggio nel finanziare imprese e privati anche se da parte degli istituti di credito si lamenta un crollo sul fronte della domanda.


Leggi l'articolo completo e i commenti